ugo de carolis anas

UGO DE CAROLIS È RIUSCITO NEL MIRACOLO: METTERE D’ACCORDO PD, M5S, LEGA E FRATELLI D’ITALIA, CONTRO DI LUI! – IL MANAGER INDICATO DAL MEF COME AD DI ANAS È STATO BRUCIATO IN POCHE ORE: COME POTEVA UNO DEGLI UOMINI PIÙ VICINI ALLA FAMIGLIA BENETTON DIVENTARE IL NUMERO UNO DELLA SOCIETÀ DELLE RETI STRADALI E AUTOSTRADALI? ALLA FINE È INTERVENUTO DIRETTAMENTE DRAGHI, E LO STESSO DE CAROLIS HA DOVUTO RASSEGNARE LE DIMISSIONI

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

ugo de carolis

Forse solo il tifo per l'Italia agli Europei e la gioia per l'oro olimpico sui 100 metri di Marcell Jacobs erano riusciti a compattare così tanto i partiti, tutti schierati contro la nomina di Ugo De Carolis ad amministratore delegato di Anas.

 

Più che contro Ferrovie dello Stato, capogruppo della holding che ha inglobato la società delle reti stradali e autostradali, se la prendono con l'azionista, il ministero dell'Economia, colpevole, secondo le forze politiche di maggioranza e opposizione, di non aver vigilato sull'indicazione di uno dei manager più vicini alla famiglia Benetton e all'ax ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, imputato a Genova per il crollo del Ponte Morandi.

crollo ponte morandi

 

Una polemica che ha bruciato il nome di De Carolis nel giro di poche ore, costringendo il ministro dell'Economia Daniele Franco e il presidente del Consiglio Mario Draghi a intervenire per fermare la nomina.

 

Luigi Ferraris

In serata, è lo stesso De Carolis a comunicare di aver ritirato la propria disponibilità alla luce di quanto dichiarato dalle forze politiche e «in considerazione della rilevanza strategica di Anas in un momento particolarmente difficile in cui è richiesta serenità e collaborazione di tutti per permettere al Paese di uscire il prima possibile dall'emergenza».

 

EDOARDO VALENTE

L'Anas, che si prepara ad avere un ruolo centrale nella gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è da più di tre mesi in regime di proroga, dopo che i vertici (l'ad Massimo Simonini e il presidente Claudio Andrea Gemme) sono scaduti contestualmente all'approvazione del bilancio a fine aprile. Il Consiglio di amministrazione di ieri avrebbe dovuto ratificare le indicazioni del nuovo ad di Fs Luigi Ferraris.

 

ugo de carolis

La decisione era presa: De Carolis sarebbe stato ad, mentre a Edoardo Valente, generale di corpo d'armata della Guardia di Finanza, sarebbe toccato l'incarico di presidente. Anche su Anas è stato applicato l'ormai noto «metodo Draghi»: nessun coinvolgimento dei partiti nelle scelte dei massimi dirigenti delle società pubbliche. Solo che questa volta i partiti si sono rivoltati, lasciando pochi margini al Tesoro e a Palazzo Chigi.

 

giovanni castellucci

La pattuglia dei parlamentari liguri è ovviamente quella più scatenata. Il primo a esprimersi contro la scelta è Edoardo Rixi, leghista, ex viceministro ai Trasporti, al governo nei giorni in cui la sua città, Genova, veniva sfregiata dalla catastrofe del Ponte: «È grave- dice - che si sia sottovalutata l'enorme questione di opportunità nell'indicare un uomo di estrema fiducia di Castellucci e dei Benetton a dieci giorni dal secondo anniversario del disastro». Anche il ministro di allora, dei 5 Stelle, Danilo Toninelli è durissimo e parla di «oltraggio» alla memoria delle vittime del Morandi.

ugo de carolis 2

 

Per i partiti l'inopportunità politica è eclatante, nessuno mette in dubbio che il profilo sia tecnicamente adatto. De Carolis è un manager con un lungo curriculum, ma per oltre quindici anni legato ai Benetton.

 

È stato amministratore delegato di Aeroporti di Roma, società controllata da Atlantia, che lascia nell'aprile 2020 dopo un'altra polemica: nel gennaio precedente aveva venduto il suo pacchetto di azioni, incassando 573 mila euro, poche ore prima che l'agenzia Fitch decidesse di tagliare il rating ad alle controllate Autostrade per l'Italia e Adr. Nella galassia di Atlantia, De Carolis è stato anche in Telepass, controllata da Aspi, e nel cda di Edizione, la cassaforte della famiglia di Ponzano Veneto.

luciano benetton

 

Contro di lui, Pd, Leu, M5S, Fratelli d'Italia, Alternativa c'è, si coordinano e assieme fanno partire una batteria di agenzie scandalizzate dalla nomina. I leghisti chiedono esplicitamente una spiegazione al ministro dell'Economia Franco e a quello dei Trasporti Enrico Giovannini. Mentre i 5 Stelle al Senato raccolgono le firme dei capigruppo in una lettera da consegnare a Draghi. Solo Italia Viva si sfila. Ma a quel punto, anche nel partito di Matteo Renzi sanno già come va a finire. Il premier interviene in prima persona e la nomina di De Carolis salta.

UGO DE CAROLIS

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO