trudeau italiani

VITTIME O CRIMINALI FASCISTI? IL PREMIER TRUDEAU SI È SCUSATO CON GLI ITALIANI PORTATI NEI CAMPI DI PRIGIONIA IN CANADA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE: "AI FIGLI E AI NIPOTI CHE HANNO PORTATO LA VERGOGNA E IL DOLORE, CI DISPIACE" - MA GLI STORICI IN PATRIA SI DIVIDONO PER LA LETTURA UN PO' TROPPO SEMPLICISTICA: SECONDO QUALCUNO MOLTI DEGLI INTERNATI FACEVANO PROPAGANDA ATTIVA PER IL REGIME DI MUSSOLINI...

Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 8

«Agli uomini e alle donne che sono stati portati nei campi di prigionia o in prigione senza accusa, alle persone che non sono più con noi per ascoltare queste scuse.... ai figli e ai nipoti che hanno portato la vergogna e il dolore di una generazione passata, e alla loro comunità, che ha dato tanto al nostro Paese, ci dispiace».

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 4

Con queste parole il premier canadese Justin Trudeau, giovedì alla Camera dei Comuni, ha rivolto le scuse formali agli italo-canadesi internati durante la Seconda guerra mondiale nel Paese.

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 3

«Erano imprenditori, lavoratori e medici. Erano padri, figli e amici - ha detto Trudeau -. Una volta arrivati in un campo, non c'era durata della pena. A volte, l'internamento è continuato per alcuni mesi. A volte, per anni. Ma gli impatti, quelli sono durati una vita».

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 5

 

Ha aggiunto che il Canada era nel giusto ad opporsi al regime italiano che si schierava con la Germania nazista, ma fu un errore trasformare «gli italocanadesi rispettosi della legge in un capro espiatorio». «È ora di fare ammenda», ha concluso in francese.

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 2

Nel 1939 al ministro della Giustizia canadese fu conferito il potere di internare, sequestrare proprietà e limitare le attività dei residenti nati in Stati che erano in guerra con il Canada, con l'intento di proteggere il Paese da tentativi di sabotaggio o sovversione.

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 1

A farne le spese furono soprattutto i giapponesi. Dopo che Mussolini strinse l'alleanza con Hitler, circa 600 italo-canadesi vennero chiusi nei campi d'internamento, quattro donne finirono in carcere e circa 31.000 altri italo-canadesi furono dichiarati «alieni nemici», provocando maltrattamenti e discriminazioni.

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 7

Nel porgere le scuse, il premier ha raccontato la storia di un uomo, Giuseppe Visocchi, arrestato nell'estate del 1940 durante un matrimonio a Montreal. La polizia disse alla sua famiglia che sarebbe tornato subito.

 

trudeau si scusa con gli italiani internati in canada 6

Fu invece mandato in un campo di prigionieri di guerra a Petawawa, costretto ad indossare un'uniforme con un numero sul retro che lo contrassegnava come internato. Sono passati due anni prima che potesse tornare alla sua casa. «Questa non è la storia di un solo uomo, o di una sola famiglia», ha detto il primo ministro Trudeau. Quindi ha concluso ringraziando chi è rimasto, nonostante tutto.

 

justin trudeau

«Gli internati e le loro famiglie hanno mostrato la via: integrità, solidarietà, fede e lealtà al Canada. Per questo, il nostro Paese è loro grato». Oggi sono 1,6 milioni i canadesi di origine italiana - una delle più grandi diaspore italiane nel mondo - anche se molti sono discendenti da immigrati giunti in Nord America dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

 

Pur non giustificando i campi di prigionia, alcuni storici criticano la lettura un po' troppo semplicistica di quanto avvenuto in quegli anni, ricordando che molti degli internati facevano propaganda attiva per il fascismo.

 

justin trudeau maria elena boschi

Positivo invece il commento a caldo degli esponenti della comunità italo-canadese. Come James Malizia, ex vice-commissario per la sicurezza nazionale della Polizia reale canadese a cavallo, il cui nonno venne internato per tre anni: «È un momento di guarigione, le famiglie sono state finalmente ascoltate dopo essere state messe a tacere per molti anni», ha detto in un'intervista a CTV News Channel.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”