LA POETICA DELL’OMICIDIO SPIEGATA DA BOB DYLAN - “L’UOMO CHE HA SPARATO AL PRESIDENTE KENNEDY, DEVO AMMETTERE CHE HO VISTO UN PO’ DI ME IN LUI” - IN UN DISCORSO PUBBLICO NEL ’63 FINO AD OGGI MAI PUBBLICATO, IL FOLK-SONGER SI SFOGA DA BRIGATISTA CONTRO LA POLITICA, TRA APPLAUSI E FISCHI - “QUESTO NON È UN MONDO PER VECCHI. I VECCHI, QUANDO PERDONO I CAPELLI, DOVREBBERO RITIRARSI”…

Gian Paolo Serino per "Satisfiction.me"

Bob Dylan il 13 dicembre 1963 tenne un discorso pubblico, una lectio davvero magistralis..., su come la libertà poteva passare anche dalla contestazione politica più estrema come l'omicidio.

A sole tre settimane dall'assassinio a Dallas del presidente degli Stati Uniti, Bob Dylan oltre a sottolineare nella prima parte del discorso la sua idea sugli anziani ("quando iniziano a perdere i capelli dovrebbero ritirarsi: questo non è un paese per vecchi"), esprime il proprio concetto di libertà: "L'uomo che ha sparato al presidente Kennedy, Lee Oswald, non so esattamente cosa pensasse di fare, ma devo ammettere onestamente che ho visto un pochino di me in lui". Sonoramente fischiato Dylan finisce il discorso pubblico sottolineando che il suo "E' solo un discorso sulla libertà", prima di ritirare il Premio Tom Paine assegnato ogni anno "al personaggio pubblico che si distingue con la propria opera impegnandosi per una società più giusta..."

Questo "discorso sulla libertà" ve lo proponiamo nella sua interezza per la prima volta in Italia, tradotto dall'americanista Nicola Manuppelli.

Sino a oggi, infatti, malgrado le moltissime biografie e i moltissimi articoli dedicati al cantante non è mai apparso, se non per qualche accenno di poche righe, e anche negli Stati Uniti non era mai stato integralmente trascritto e pubblicato sino ad oggi.


Di Bob Dylan
(Traduzione di Nicola Manuppelli)

Non ho qui con me una chitarra, però posso parlare. E voglio ringraziarvi per il premio Tom Paine a nome di tutti quelli che sono andati a Cuba. Prima di tutto perché sono tutti giovani e a me ci è voluto molto tempo per diventare giovane e ora mi considero giovane. E sono orgoglioso di esserlo. Sono orgoglioso del fatto che sono giovane. E l'unica cosa che vorrei è che tutti voi che siete seduti qui oggi, stanotte, non foste qui e vorrei poter vedere, al vostro posto, gente che ha ancora i capelli sulla testa, e cose di questo tipo, tutto ciò che mi riconduce alla giovinezza, per celebrare l'anniversario di quando rovesciammo la commissione per le attività antiamericane proprio ieri.

Perché la gente come voi dovrebbe stare in spiaggia. Si dovrebbe starsene là fuori a nuotare e rilassarsi, nel tempo che vi rimane per rilassarvi. [Risate] questo non è un mondo per vecchi. Non ha niente a che fare coi vecchi. I vecchi, quando perdono i capelli, dovrebbero andarsene là fuori. [Risate] E io guardo qui in basso per vedere le persone che mi governano e che stabiliscono per me le regole, e vedo che tutti quanti non hanno i capelli in testa - e la cosa mi crea parecchia tensione. [Risate]

E loro parlano dei neri, e parlano di bianchi e neri. E parlano anche di altri colori, di rosso e blu e giallo. Amico, io non vedo nessunissimo colore quando guardo fuori. Non vedo alcun colore e se le persone ci hanno insegnato nel corso degli anni a guardare i colori - io vi dico che ho letto i libri di storia e non ho mai trovato un libro di storia che racconta come la gente si sente. Ho trovato fatti riguardanti la nostra storia, ho scoperto quello che la gente sa su ciò che accade ma non ho mai trovato nulla su ciò che uno sente a proposito delle cose che accadono. Ci si limita ai semplici fatti. E questo non mi aiuta nemmeno un po' a guardarmi indietro.

A volte vorrei essere arrivato qui nel 1930 come il mio primo idolo - perché un tempo avevo un idolo e si chiamava Woody Guthrie ed è venuto qui negli anni trenta [Applausi]. Ma le cose sono sicuramente cambiate da quando Woody è stato qui a oggi, che io sono qui. Non è più così facile. La gente sembra avere più paura.

Ricevo diversi regali dalle persone davanti a cui mi esibisco e loro mi portano i regali nel backstage - regali strani, parecchio strani, regali che io non potrei mai comprare. Ma loro li comprano e mi portano questi regali che ... beh, ho il fermacravatta di George Lincoln Rockwell che qualcuno ha rubato per me. [Risate] Ho le chiavi dell'auto del bagagliaio del generale Walker - chiavi del bagagliaio che qualcuno ha rubato per me. Ora, questi sono i miei regali.

Ho anche i segnali di rifugi antiatomici che delle persone hanno rubato per me - dei piccoli segnali. Per me non esistono più bianco e nero, destra e sinistra, c'è solo su e giù e giù è ancora più giù, fino ad arrivare al suolo. E sto cercando di salire senza pensare a nulla di banale come la politica. La cosa non li riguarda. Io penso alla gente comune e a ciò che li ferisce.

Voglio accettare questo premio, il Premio Tom Paine, dal comitato di emergenza per le libertà civili. Voglio accettarlo a mio nome, anche se non lo sto veramente accettando a nome mio e non lo sto accettando a nome di nessun tipo di gruppo, qualsiasi gruppo nero o di qualsiasi altro tipo. Ho visto dei neri - ero alla marcia su Washington, sul palco, e mi sono guardato intorno ed era pieno di neri, ma non ho nessun nero che assomigliasse a qualcuno miei amici. I miei amici non indossare completi. Non ci sono costretti. I miei amici non hanno bisogno di indossare qualsiasi tipo di cosa per dimostrare che sono dei neri rispettabili. I miei amici sono miei amici, e sono persone gentili, dolci se sono i miei amici. E non ho intenzione di aggiungere altro.

Quindi, accetto questo premio - non ricompensa [Risate] - premio a nome di Phillip Luce che ha guidato il gruppo a Cuba, perché tutte le persone dovrebbero andare a Cuba. Non vedo perché qualcuno non possa andare a Cuba. Non vedo che male possa fare poter andare in qualsiasi luogo. Non so che cosa si possa vedere che potrebbe offendere gli occhi di qualcuno. D'altra parte, Phillip è un mio amico ed è andato a Cuba.

Per questo, senza compromessi, voglio e devo essere onesto e voglio ammettere che l'uomo che ha sparato al presidente Kennedy, Lee Oswald, non so esattamente dove - cosa pensasse di fare, ma devo ammettere onestamente che anch'io ho visto un po' di me in lui. Non credo, non penso fino a questo punto. Ma voglio essere onesto e dire che ho capito ciò che poteva provare, in me ... anche se non mi sarei spinto tanto lontano da arrivare a sparare. [Fischi e mugugni] Si potete fischiare ma fischiare non ha niente a che fare con questo. È solo ... è solo ... ve l'ho detto, amici, è solo un discorso in libertà e tutto quello che voglio dire è che accetto questo Tom Paine Award in onore di James Forman del comitato degli studenti anti-violenza e in onore delle persone che sono andate a Cuba. [Fischi e applausi]

 

bob dylan a washington nel sessantatre john f kennedy 400BOB DYLANBOB DYLAN A NEW YORK Bob Dylan tapeBob Dylan Town Hall nel sessantatre bob dylan bob dylan the freewheelin album del sessantatre BOB DYLAN

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