adelina tattilo

SESSO DI CARTA E DONNA D'ACCIAIO LA VITA DI ADELINA TATTILO, LA HUGH HEFNER ITALIANA - EDITRICE “FEMMINA” (E NON FEMMINISTA) COSTRUÌ L'IMPERO DI “PLAYMEN” E CAMBIÒ IL COMUNE SENSO DEL PUDORE. LA SUA EPOPEA NEL LIBRO “UNA FAVOLA SEXY” DI DARIO BIAGI - DONNA DEL SUD, FIGLIA DI UNA FAMIGLIA CATTOLICA, SI INNAMORO’ DI SARO BALSAMO, “L’UOMO CHE AVEVA DATO LE TETTE ALL’ITALIA”. MA QUANDO IL MATRIMONIO NAUFRAGO’, LEI PRESE LA CASA EDITRICE E LIQUIDO’ IL MARITO (CHE POI FONDERÀ “LE ORE”). PORTO’ LE VENDITE ALLE STELLE: NEI PRIMI ANNI '70 ALCUNI NUMERI TOCCANO LE 450MILA COPIE DI DIFFUSIONE - LA GUERRA LEGALE CON HUGH HEFNER, GLI SCOOP, I FILM EROTICI, LE DONNE E I SALOTTI...

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

adelina tattilo

La nonna fu la prima dama di compagnia della regina di Napoli, e si chiamava come lei.

Lei, la nipote, da parte sua, sfidò il maschio sul terreno più machista e la femmina in quello meno femminista. Vincendo in entrambi i casi. Volete leggere una bella storia - vera - sul rapporto tra donne e potere, di cui tanto si parla oggi?

 

ADELINA TATTILO UNA FAVOLA SEXY

Eccola. È la vita - fatta di sesso (di carta), ribellione, soldi, coraggio, spericolate sperimentazioni giornalistiche e successi - della regina dell'erotismo all'italiana che fu anche il «re» dell'editoria per uomini, fatta da una donna: Adelina Tattilo. Una favola sexy (Odoya, pagg. 192, euro 18). L'ha scritta - è una biografia ma anche un pezzo di storia del costume nazionale - Dario Biagi, figlio di Enzo, risultato di un meticoloso lavoro sulle riviste dell' epoca e di interviste ai protagonisti di quella avventura editoriale, imprenditoriale e, viste le conseguenze nella vita di un paio di generazioni di italiani, anche sociale. E dire che tutto cominciò con delle corna.

adelina tattilo al lavoro

 

Prima di diventare, a suo modo, un'icona della liberazione sessuale, per quanto mal sopportata dalle femministe più intransigenti, Adelina Tattilo (1928-2007) era donna del Sud, di famiglia cattolicissima: tradizione e gonne ben stirate, timor di Dio e composte a tavola. Poi s' innamorò - lei che con le sue riviste ne avrebbe fatti sognare a milioni - dell' uomo sbagliato. Rosario Balsamo, detto Saro e conosciuto da tutti come «l' uomo che aveva dato le tette all' Italia»: negli anni del boom, fra il 1964 e il 1967, lanciò in edicola Men e soprattutto Playmen, magazine dall' erotismo patinato che univa i nudi delle attrici più belle a interviste di grandi scrittori, registi, artisti...

SARO BALSAMO PORNO DI CARTA

 

Ma poi Balsamo iniziò a fare debiti, a concedersi una vita ancora più ricca di quanto la sua enorme ricchezza gli permettesse, e sopratutto a tradire la moglie, Adelina. Che per un po' sopportò, poi da geisha e casalinga si trasformò in leader e tycoon. Così lei lascia il marito e si tiene la casa editrice: nel '69 rileva la quota azionaria dell' ex coniuge (il quale poi fonderà il settimanale Le Ore ricominciando da zero la sua avventura hardcore), liquida la sua partecipazione societaria, mantiene la redazione delle due testate, che è eccellente (Luciano Oppo, elegante e coltissimo nipotino di Longanesi, e poi Sergio Marchetti, Pier Francesco Pingitore, Franco Valobra...), e rilancia.

 

ADELINA TATTILO

Porta Playmen a cifre da capogiro (nei primi anni '70 alcuni numeri toccano le 450mila copie di diffusione, cioè più di Epoca), rimette a posto i conti del gruppo e colleziona centinaia di denunce e sequestri delle riviste, resiste ai magistrati e fa crollare i tabù, combatte una lunghissima disfida con Hugh Hefner che vuole interdire l' uso del titolo Playmen, confondibile col suo Playboy e bloccare così l' espansione della rivale (le bellezze italiche, più vere e meno plastificate delle celebri conigliette americane, diventano le «spaghetti bunnies»), colleziona scoop (pubblica le foto rubate di Brigitte Bardot in topless, ma soprattutto, nel 1972, fa il botto col servizio sul nudo rubato di Jacqueline Kennedy, allora moglie di Onassis, sull' isola di Skorpios), si lancia persino in un' avventura cinematografica fondando una casa di produzione, la Thousand, specializzata in film erotici e gialli, ma che fa uscire anche due opere di denuncia di Carlo Lizzani.

tat adelina tattilo angelo rizzoli

 

Poi apre nuove testate: alcuni sono veri flop, come il tabloid Stress nel 1970 o il «femminista» (che non piace alle femministe) Libera nel '73, rivolto alle «donne moderne, evolute, aperte», forse troppo d' avanguardia, oppure lo sportivo Special ('87), varato con l' amico e socio Gianni De Michelis; altri sono grandi successi, come il settimanale «eroticomico» Menelik (1971) che punta sui fumetti (come l'indimenticato Le avventure di Bernarda), le parodie (Tex e Diabolik in versione porno-soft) e i pezzi del mitologico Gian Carlo Fusco, in uno dei momenti più trash della sua altalenante carriera giornalistica...

 

mara venier su playmen

A proposito di giornalisti. Playmen, come è noto, svestì molte celebrità: cantanti, modelle e showgirl, da Pamela Villoresi a Patty Pravo, da Ornella Muti a Amanda Lear, e tutte le attrici che costruirono in quegli anni la leggenda cinematografica della commedia sexy all' italiana. Ma, forse è un po' meno noto, pubblicò penne di gran razza: Luciano Bianciardi disquisiva di televisione, Emilio Servadio di psiche e sessualità, Enrico de Boccard di libri, Pietro Vivarelli di musica, Maurizio Costanzo aveva una rubrica di teatro, e le interviste non erano da meno di quelle del ben più blasonato Playboy.

 

sabrina salerno su playmen 1995 5

E vanno ricordati gli articoli di Henry Miller o della Pivano, i saggi di Julius Evola, i reportage e i racconti (l' elenco è impressionante: Iris Murdoch, Ionesco, Graham Green, Jean Cau, Malamud, John Cheever, Vidal e mezza Garzantina della letteratura italiana, Calvino, Bevilaqua, Landolfi, Buzzati, Bartolini, Berto, Soldati, Siciliano, Giose Rimanelli e persino Dacia Maraini). Senza dire del reparto fumetto-disegni-vignette: da qui passarono Sempé, Saul Steinberg, Zac, Altan, Wolinski, Crepax, Jacovitti (qualcuno si ricorderà le tavole dell' immaginifico Jacoerotikon) e Milo Manara (vi dice qualcosa Il gioco?).

sabrina salerno su playmen 1995 7

 

Il gioco di Adelina, tra business e emancipazione sessuale, durò tutti gli anni Settanta e Ottanta, quando nel suo attico romano firmato Enrico Job, sulla collina Fleming, zona ad alta densità di celeb, divenne la regina dei salotti.

 

Dalle sue cene più terrazza passavano scrittori, giornalisti, attori, registi, imprenditori&mogli, e soprattutto Bettino Craxi, del cui cerchio magico la Tattilo era il centro mondano. Che anni, fra ignude e affinità varie... Adelina Tattilo sul potere dell' erotismo aveva creato un impero. Ma di carta. Che franò, negli anni '90, con l' esplosione del mercato della pornografia in videocassetta. La favola sexy era finita. Senza neppure farci una morale, in fondo. E non è detto che sia un male.

CANNELLE SU PLAYMENmarina ripa di meana PLAYMEN-1991simona tagli playmenplaymenplaymen ornella vanoni sulla copertina di playmen5- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982cicciolina su playmencarmen russo su playmen playmen

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...