SI PUÒ FARE UNA FESTA DEL CINEMA DURANTE LA PANDEMIA? MONDA E DELLI COLLI CI CREDONO, SPARPAGLIANDO I FILM IN TUTTA ROMA, DAI CINEMA AGLI OSPEDALI, ORGANIZZANDO INCONTRI CON IL REGISTA STEVE MCQUEEN E FRANCESCO TOTTI (INTERVISTATO DA PIERFRANCESCO FAVINO), E SCEGLIENDO TUTTI ESORDIENTI PER IL CONCORSO. ''LO DOBBIAMO AL PUBBLICO CHE AMIAMO E CI AMA E CHE HA DIRITTO A PARTECIPARE ALLA VITA CULTURALE'' - DAL 15 AL 25 OTTOBRE

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1. FESTA DEL CINEMA ROMA, IL DIRETTORE ANTONIO MONDA: «I FILM COME RINASCITA, REAGIREMO CON LA BELLEZZA»

Stefania Cigarini per www.leggo.it

 

Antonio Monda, direttore della Festa del Cinema di Roma si appresta a mettere in scena la quindicesima edizione - dal 15 al 25 ottobre, al Parco della Musica - la più complicata tra quelle che la storia del cinema e non solo ricordino.

 

ANTONIO MONDA LAURA DELLI COLLI ANTONIO MONDA LAURA DELLI COLLI

Se la Festa fosse un film, tra lockdown appena terminato e nuove restrizioni, cosa sarebbe?

«Un film sulla settimana di Pasqua, con la morte e la resurrezione. Anzi, vorrei proprio che la Festa rappresentasse una rinascita»

 

Cosa è la Festa in questo momento?

«Chiamarla Festa, considerate le tragedie recenti e quelle in atto, sembra persino poco opportuno. Tuttavia gli Stati Uniti, il Paese nel quale vivo, insegnano che nel 1929, l’anno della Grande Depressione il più tragico della propria storia, a New York sono stati costruiti i due grattacieli più belli di sempre, il Chrysler e l’Empire State Building. Potenza e bellezza reagiscono alla tragedia. Facciamo prevale l’ottimismo della volontà al pessimismo della ragione»

 

Di cosa va fiero in particolar modo?

«Del poster (Sydney Poitier e Paul Newman, fianco a fianco, sul set del film di Martin Ritt, Paris Blues, 1961, ndr) che indica una idea di celebrazione e amore interrazziale. Poi del film di apertura, Soul di Pete Docter, e di Steve McQueen che porterà tre puntate della sua serie televisiva Small Ax. Entrambi i registi riceveranno il premio alla Carriera. Infine che nella sezione ufficiale e in Riflessi abbiamo soltanto opere prime».

 

FESTA DEL CINEMA DI ROMA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

È stato facile convincere gli ospiti a partecipare?

«No, affatto. Da un lato però ci sono i rapporti personali, dall’altro il prestigio e la reputazione sempre crescente della Festa; aggiungete che Roma è bellissima, insomma ce l’abbiamo fatta»

 

I titoli che la inorgogliscono?

«Time di Garrett Bradley, un film meraviglioso che andrà su Amazon dopo la Festa e Supernova di Harry Macqueen. Poi i giovani italiani, in concorso Fortuna di Nicolangelo Gelormini e The Shift di Alessandro Tonda. Nella sezione Riflessi, Le Eumenidi di Gipo Fasano e Maledetta Primavera di Elisa Amoruso»

 

C’è tanta romanità in questa Festa, a cominciare dall’incontro pubblico con Francesco Totti, presentato da Pierfrancesco Favino e il film Mi chiamo Francesco Totti, di Alex Infascelli

«Totti, ma anche Romulus di Matteo Rovere. Il primo e l’ultimo re di Roma, insomma. E poi c’è il docufilm sul Papa, Francesco, perché Evgeny Afineevsky, regista candidato all’Oscar, ha avuto l’approccio del laico al pontefice»

 

La Festa è social, ma anche sociale: estesa sul territorio, dal Gemelli a Rebibbia

laura delli colli antonio monda foto di bacco laura delli colli antonio monda foto di bacco

«È il mandato che ci è stato dato, ma anche quello che volevamo fare fin dall’inizio. Espandere la Festa nella città, l’abbiamo fatto con gioia. Credo che i risultati si vedano, siamo al Macro, al Maxxi, al Palladium, a Tor Bella Monaca, nelle case-rifugio. Insomma, la Festa è una Festa di tuttala città»

 

La Festa celebra Morricone, che avrà intitolato l’Auditorium, con le musiche sul red carpet e la mostra di Storaro, a palazzo Merulana, negli spazi Risonanza

«Definisco Storaro un grande poeta della luce e Morricone una persona che ha dato una forma alle nostre emozioni, è riuscito ad anticiparle e a guidarle».

 

 

2. ROMA CON CORAGGIO CI PROVA, SARÀ FESTA 'SOBRIA'

Alessandra Magliaro per l'Ansa

 

Martin Scorsese, Isabelle Huppert, Cate Blanchett, Frances McDormand, Wes Anderson, Bill Murray...il video memory sulle edizioni passate della Festa di Roma stringe il cuore: torneremo a vivere quei momenti di folla che oggi si chiamano pericolosamente 'assembramenti' per chiedere un autografo, dialogare con talenti incredibili, assistere ad un film con loro in presenza o bisognerà rassegnarsi ai saluti via zoom, agli avvistamenti delle star con i droni e le dirette streaming? Se la Mostra del Cinema di Venezia ha fatto da apripista - un festival di cinema in presenza (anche se ibrido) e a zero contagi con una macchina organizzativa 'militare' - la Festa di Roma 15/a edizione segue il filone e scommette dal 15 al 25 ottobre sull'evento che ha come obiettivo, così come Venezia, quello di riportare il pubblico in sala.

 

cate blanchett alla festa del cinema di roma 2 cate blanchett alla festa del cinema di roma 2

La presentazione alla stampa ha spiegato perché, nonostante tutto, ha senso un evento che si chiama Festa: "Lo dobbiamo al pubblico che amiamo e ci ama e che ha diritto a partecipare alla vita culturale", ha sottolineato la presidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli, augurando anche un pizzico di fortuna a questa edizione che "nel patto con il pubblico mette anche attenzione massima alla sicurezza e un carattere di sobrietà".

 

Fortuna ce ne vorrà molta, mentre si attende ad ore un Dpcm che potrebbe emanare una stretta sulle presenze al chiuso, che potrebbe ulteriormente impattare sull'organizzazione, e il tam tam ufficioso, su cui l'Anec degli esercenti è appena intervenuta smentendo, parla di nuove chiusure di sale. Se la Mostra di Venezia capitava in un periodo cuscinetto tra fine estate e prima della riapertura di scuole e attività, Roma è in calendario nel pieno dell'allarme per i contagi in risalita, in un momento dunque davvero a rischio, mentre le indicazioni generali sanitarie non vanno certo nella direzione di apertura al territorio.

 

Il direttore Antonio Monda ha immaginato un palinsesto di anteprime e incontri ravvicinati - da Steve McQueen e Zadie Smith in arrivo dalla Gran Bretagna, all'attesissimo Francesco Totti che dialoga con Pierfrancesco Favino, dal film collettivo Fuori era primavera montato da Gabriele Salvatores al documentario su papa Francesco, alla serie Sky Original di Matteo Rovere Romolus, per citarne solo alcuni - "come se fosse una festa normale", ma che invece deve fare i conti con la nuova normalità fatta soprattutto di "day by day", scommesse e rischi quotidiani.

 

steve mcqueen steve mcqueen

Il festival sarà più che mai diffuso (come pure la parallela Alice nella città), con anche l'utilizzo di quattro sale del Savoy e dell'Europa (Distretto Fiume) cercando di portare il cinema in tutta la città, evitando che si concentri mai come quest'anno nella zona dell'Auditorium del Parco della Musica.

 

Una stagione culturale che prova a prendere vita in un momento di grandissima crisi dello spettacolo: una dicotomia tra il come eravamo e il come siamo. La Festa di Roma con passione e cuore ci prova tarando le misure anti Covid non solo con la stampa (come ha fatto Venezia) ma con quel pubblico per la quale è nata: "Non potrà avvicinarsi all'ingresso dell'Auditorium - spiega Francesca Via, direttore generale della Fondazione - nessuno che non abbia titolo di accesso - biglietto o accredito entrambi dalla app o dal sito - mentre prima dei cancelli a chiunque sarà misurata la temperatura. Il tappeto rosso sarà isolato e per evitare rischi di folla si accederà alla cavea superiore da un ingresso esterno: 600 posti, sempre con registrazione via app o sito". In fondo, Totti dall'alto sarà quasi ad altezza Curva Sud. 

 

 

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