settimana 4 giorni 9

LAVORARE MENO, LAVORARE MEGLIO! "LA SETTIMANA LAVORATIVA DI 4 GIORNI È NECESSARIA. IL TEMPO NON È DENARO" - ORMAI TUTTI VOGLIONO LA SETTIMANA CORTA. SPAGNA, USA E ORA ANCHE LA SCOZIA STUDIA L’IPOTESI DELLA SETTIMANA DI LAVORO DA 4 GIORNI. MA COME COMPENSARE LA RIDUZIONE DEGLI ORARI? SECONDO L’ESPERTO SI POTREBBE...

Adalgisa Marrocco per huffingtonpost.it

 

settimana 4 giorni 9

Lavorare meno, lavorare meglio. Dall’Islanda, passando per la Spagna e la Scozia, fino agli Stati Uniti: si allarga la platea di Paesi che studiano la settimana lavorativa breve, scommettendo sulla riduzione di un giorno o di alcune ore giornaliere come viatico verso il benessere dei dipendenti e la maggiore produttività aziendale.

 

Il dibattito è aperto ma “non esiste una ricetta che vale per tutti i Paesi e per tutti i settori ma il punto fermo, universale, è la necessità di redistribuire il lavoro in maniera equa: abbiamo costruito una ‘società duale’, in cui la metà degli individui lavora troppo e l’altra metà non lavora affatto. Bisogna dunque trovare il modo per ‘spalmare’ gli aspetti negativi del lavoro su un numero maggiore di persone e condividerne gli effetti positivi. Ridurre gli orari, in questo senso, significa liberare tempo di vita. Ma la riduzione deve avvenire a parità di salario, solo così si aggredisce alla radice il cancro del nostro tempo: la diseguaglianza”. A dirlo all’HuffPost è Giorgio Maran, esperto di economia e autore del saggio Il tempo non è denaro. Perché la settimana di 4 giorni è urgente e necessaria (Altrimedia Edizioni, 2020).

 

settimana 4 giorni

Ultimo paese in ordine di tempo ad unirsi al “dilagante movimento globale per la settimana lavorativa di quattro giorni” (così lo definisce Forbes) è la Scozia. Oltremanica il dibattito si acceso dopo che, nel mese di aprile, il governo scozzese ha annunciato l’intenzione di stanziare 10 milioni di sterline per finanziare le sperimentazioni in azienda. A dare una spinta alla realizzazione del progetto del governo potrebbe essere ora un sondaggio condotto dal think-tank Institute for Public Policy Research (Ippr) su un campione di oltre 2 mila lavoratori. I risultati, infatti, sono assai incoraggianti: per l’80% delle persone ridurre il numero di giorni di lavoro, senza tagli in busta paga, favorisce il benessere individuale, mentre l′88% degli intervistati sarebbe disposto a partecipare a progetti pilota. Circa due lavoratori su tre, inoltre, sono convinti che il cambiamento potrebbe avere un effetto benefico sulla produttività del Paese.

GIOVANI LAVORO

 

 

L’Institute for Public Policy Research propone di “espandere il programma pilota a una vasta gamma di settori”, compresi a quelli che non prevedono impiego d’ufficio (si veda la manifattura), in cui sarebbe più arduo il passaggio a una settimana lavorativa breve. Eppure, spiega Maran, l’obiettivo è tutt’altro che irraggiungibile: “La strada non è lavorare di più o lavorare più in fretta. Ridurre l’orario a parità di stipendio, anche nei settori industriali e nella manifattura, potrebbe spingere le aziende ad investire in tecnologia, rendendole più competitive senza gravare sui lavoratori”.

automazione nel lavoro 7

 

Il progetto scozzese, dunque, dovrebbe sostenere tutte le aziende (di tutti i settori) disposte a sperimentare “una riduzione del 20% dell’orario medio per circa 20 mila lavoratori in un periodo di tre anni”: solo grazie ad un test di tale portata – sostengono gli esperti, sarebbe possibile valutare l’impatto del cambiamento. La prospettiva disegnata dall’Ippr ricorda l’esperimento compiuto in Islanda tra il 2015 e il 2019, coinvolgendo 2.500 lavoratori della capitale Reykjavík che erano passati dalle 40 ore di lavoro a settimana a non oltre 35/36 ore, senza tagli allo stipendio.

record di posti di lavoro vacanti

 

I risultati del test islandese sono stati pubblicati lo scorso giugno e hanno rilevato che la produttività dei dipendenti coinvolti (impiegati in uffici pubblici, servizi sociali, scuole materne e ospedali) è rimasta costante o è addirittura aumentata. Per il director of research della società di ricerca Autonomy, che ha analizzato i risultati assieme alla Association for Sustainability and Democracy, lo studio è stato “un successo straordinario”. Grazie alla riduzione dell’orario lavorativo, i dipendenti islandesi hanno anche dichiarato di sentirsi meno stressati, vedendo diminuito il rischio burnout e migliorato il bilancio tra tempo trascorso a lavoro e quello dedicato alla vita privata.

 

Parlando dell’esperimento condotto in Islanda, Giorgio Maran afferma: “È evidente che la produttività non dipende da quanto lavoriamo, ma da cosa facciamo e come lo facciamo. E il discorso non vale soltanto per i lavori d’ufficio. Prendiamo, per esempio, le persone che si occupano di cura della persona: durante l’emergenza coronavirus, abbiamo visto il personale sanitario affrontare carichi di lavoro enormi e turni interminabili. Non può essere la normalità. Anche in questi ambiti ridurre l’orario lavorativo a parità di stipendio permetterebbe di ottenere in cambio un servizio migliore per il cittadino”.

GIOVANI LAVORO

 

Ma come compensare la riduzione degli orari? Secondo l’esperto si potrebbe aumentare il numero delle persone occupate: “La relazione tra riduzione degli orari e tassi di occupazione è chiara. A beneficiare della diminuzione della disoccupazione sarebbero inoltre le finanze pubbliche, che dovrebbero sostenere minori spese sociali. Per non parlare dei benefici sulla domanda interna”.

 

“La riduzione degli orari non è una rivendicazione esclusivamente sindacale, ma una necessità: ha le potenzialità per trasformare interamente la nostra società”, sostiene Maran che sottolinea come tali regimi lavorativi “permettano di coniugare le istanze di giustizia sociale con quelle di chi vuole più tempo per la famiglia e per il tempo libero. L’obiettivo è quello di lasciare spazio anche ad aspetti che non siano dominati dall’economico e che non rispondano alle logiche del mercato e del denaro. A questo va aggiunto il beneficio in termini ambientali: la settimana lavorativa breve comporta la riduzione degli spostamenti casa-lavoro, delle code, del riscaldamento e dell’illuminazione di molti luoghi di lavoro”.

GIOVANI LAVORO

 

Come accennato, Scozia e Islanda non sono casi isolati. In tutta Europa e nel mondo si studia e si sperimentano soluzioni. Attualmente alcune aziende in Spagna stanno testando la riduzione di un giorno o di alcune ore della settimana lavorativa (ma non tutte a parità di stipendio, ndr) e, nel frattempo, il Ministero dell’Industria sta valutando un progetto pilota da 50 milioni di euro per aiutare le imprese a ridurre l’orario di lavoro senza intaccare gli stipendi. Il partito progressista Mas Pais sta spingendo affinché il piano venga adottato dal Governo Sánchez.

 

giovani in cerca di lavoro

Non mancano gli esempi d’oltreoceano. L’azienda Kickstarter, piattaforma di crowdfunding con sede negli Stati Uniti, ha affermato che proverà il “modello 4 giorni” nel 2022. Nel recente passato, in molti altri Paesi, esperimenti sono stati condotti proprio da aziende private: è accaduto con Unilever in Nuova Zelanda, con Toyota in Svezia e con Microsoft in Giappone. Nel mese di gennaio, il network internazionale Awin ha stabilito la 4 Day Week per tutti i suoi dipendenti nel mondo, inclusi quelli italiani.

 

Non mancano i casi nostrani: la società milanese di head hunting e consulenza strategica Carter & Benson è un esempio virtuoso che, qualche mese fa, avevamo raccontato su HuffPost. “La nostra idea è nata nel luglio 2019, anche prima del test condotto in Giappone da un colosso come Microsoft [...] Volevamo migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro, mettendo al centro le persone e andando oltre i classici benefit aziendali, che da sempre offriamo. In questo modo, i nostri dipendenti lavorano senza essere costantemente assillati da controlli esterni, raggiungendo risultati qualitativi migliori [...] Ora sono ancora più motivati e il team risulta più coeso. Lavorare oltre il dovuto fa parte di una logica ormai fuori moda. Non si tiene conto del fatto che lavorare di più non presuppone necessariamente una maggiore qualità del lavoro”, ci aveva detto William Griffini, Ceo di Carter & Benson.

 

Secondo Giorgio Maran si può fare ancora di più: “In Italia il tema della settimana lavorativa breve torna ciclicamente. È come un torrente carsico, che scorre invisibile al di sotto della superficie per poi riemergere in maniera inaspettata. Esistono già aziende, sia appartenenti al settore dei servizi che a quello manifatturiero, dove si lavora per meno ore a parità di stipendio. Ma mancano ancora volontà politica e una seria discussione pubblica: d’altronde, le idee camminano solo sulle gambe degli uomini”.

giovani e lavoro

 

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...