PLOF! S'E' SGONFIATO IL PROCESSO IN VATICANO A BECCIU E COMPANY PER IL PALAZZO DI SLOANE AVENUE - PROVE MUTILATE, ATTI NON DEPOSITATI, DECISIONI DEL PAPA AD HOC, NORME PROCEDURALI NON RISPETTATE - E IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA, ALESSANDRO DIDDI', NELL'INTERROGATORIO A MONS. PERLASCA CITA LO SKETCH DI CROZZA COME UNA "PROVA" DELLA COLPEVOLEZZA DI BECCIU E COMMENTA: "SE FAI UNA AGGRESSIONE COSI' FORTE NEI CONFRONTI DI UN CARDINALE QUALCOSA DI VERO CI DEVE ESSERE…"

-

Condividi questo articolo


Mail di Marco Felipe Perfetti a Dagospia - https://www.silerenonpossum.it/

 

Marco Felipe Perfetti Marco Felipe Perfetti

Prove mutilate. Sono queste le contestazioni rivolte al Promotore di giustizia da parte delle difese degli imputati nel procedimento penale per il palazzo londinese di Sloane Avenue che vede coinvolto il cardinale Becciu e altri imputati. Sono molteplici le accuse che vengono rivolte al Vaticano in queste ore, a distanza di 14 giorni dall’ultima udienza del procedimento. Il processo ha registrato una battuta d’arresto a causa dei molteplici vizi procedurali commessi dall’ufficio del Promotore di giustizia, il pm vaticano.

 

“Ci vuole tempo per cominciare, se mai riusciremo a cominciare” ha affermato il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ad inizio udienza il 17 novembre scorso. E doveroso ricordare quanto ebbe a dichiarare anche Padre Federico Lombardi in merito al processo di Vatileaks 2 (https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/12/07/0967/02161.html): i collegi difensivi degli imputati devono accettare che lo Stato della Citta del Vaticano e uno stato sovrano ed ha un sistema giudiziario proprio. Cio significa che nessuno dei difensori puo pensare di utilizzare la Costituzione italiana per far valere dei diritti Oltretevere.

giuseppe pignatone giuseppe pignatone

 

Allo stesso tempo quei diritti che noi troviamo in Costituzione o nella Carta Europea sono comunque contenuti nel codice di diritto canonico, il quale e la prima fonte del diritto vaticano, e anche nel codice di procedura penale dello Stato. Per questo motivo le contestazioni fatte dalle difese devono necessariamente trovare accoglimento, in quanto sono volte a far rispettare le regole del giusto processo.

 

RESCRIPTA

PANORAMA - Il mistero del video fantasma PANORAMA - Il mistero del video fantasma

Innanzitutto, bisogna sottolineare come l’attivita del Promotore di giustizia e stata autorizzata da Papa Francesco con alcuni “rescripta” (atti dell'autorità ecclesiastica), dei quali pero non vi e traccia ne negli Acta Apostolicae Sedis (La gazzetta ufficiale del Vaticano), ne agli atti del processo. Un elemento che fa sospettare che l’attivita dell’accusa sia, tutt’oggi, irregolare. Tutto cio e contrario al principio di legalita, che e uno dei caratteri essenziali di qualunque Stato di diritto.

 

Inoltre, questi rescritti sono stati creati ad hoc, e successivamente all’insorgere del problema. Si e creato precedente pericoloso, travolgendo completamente quella fondamentale esigenza di assicurare che il cittadino sia in grado di conoscere, prima di agire, se dal suo comportamento possa derivare una responsabilita penale e, eventualmente, quali possano essere le azioni-sanzioni a cui andrebbe incontro.

 

giovanni angelo becciu giovanni angelo becciu

ATTI DI INDAGINE NON DEPOSITATI

L'articolo 362 del codice di procedura penale vaticano prevede che "durante il termine per comparire, le cose sequestrate, gli atti e i documenti rimangono depositati in cancelleria, salva per le cose sequestrate la facolta del presidente di prescrivere che rimangano nel

luogo ove ne fu stabilita la custodia, fino a nuova disposizione". L’articolo seguente prevede che la citazione e nulla nel momento in cui non sono garantiti alle difese tali diritti.

Dal momento in cui e stata chiusa l’istruttoria, infatti, l'accusa non ha depositato tutti gli atti.

 

giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio

Dapprima si e evocata l'impossibilita di depositare tutti gli atti per tutelare le persone coinvolte a testimoniare, assumendo, addirittura, un diritto alla privacy di chi aveva deposto innanzi ai magistrati. Successivamente si e passati a sostenere che vi siano indagini collegate che richiedono il segreto perche ancora in fase di definizione. Tutto cio nonostante due ordinanze del presidente del tribunale che ordinava il deposito integrale degli atti. Davanti a questo motivo, è facile ipotizzare che la citazione in giudizio degli imputati vada considerata nulla. I tentativi, da parte del presidente del Tribunale Vaticano, di sanare questi vizi sono vani.

ALBERTO PERLASCA ALBERTO PERLASCA

 

NORME PROCEDURALI NON RISPETTATE

Il grande problema, nella Santa Sede, oggi e quello delle difficolta palesi di coloro che sono stati messi a capo degli uffici. Si tratta di uomini di spessore nel panorama giuridico italiano. Ma il diritto canonico e vaticano non hanno nulla a che fare con l’ordinamento italiano. E poi va considerata l’estraneita all’ambiente di queste personalità. E innegabile che in Vaticano ci sia un modus agendi che e sconosciuto ai piu. Chi non ha mai avuto a che fare con quel mondo, non conosce i giochi di potere e le dinamiche di un micro stato unico al mondo.

CECILIA MAROGNA CECILIA MAROGNA

 

L’INTERROGATORIO DI MONS. ALBERTO PERLASCA

Dall’interrogatorio di Mons. Perlasca emergono diverse questioni intorno all’operato del Promotore di Giustizia Aggiunto, Alessandro Diddi.

 

Dapprima egli si meraviglia, insieme al commissario della gendarmeria, di una assenza di un bilancio all’interno della Segreteria di Stato. Strano: si suppone che un magistrato di uno stato conosca la procedura degli organi dello stato stesso, come la segreteria di Stato. Sorprende che sia Diddi a chiedere a Perlasca come avrebbe dovuto funzionare. In un secondo momento, il promotore di giustizia non comprende di cosa stia parlando Perlasca. Quando il monsignore parla del Pontificio Consiglio Cor Unum, si sente il magistrato dire: “Cor?”.

 

ALESSANDRO DIDDI ALESSANDRO DIDDI

Possibile che un magistrato non sappia quali siano i “ministeri” all’interno della Santa Sede? Questi dettagli fanno emergere alcuni dubbi sulla macchina giudiziaria vaticana.

 

Dall’interrogatorio (o sommarie informazioni testimoniali, non si sa come considerarle visto che non e stato chiarito il ruolo processuale di Perlasca) emergono altre perplessita.

In merito all’operato dell’imputata Cecilia Marogna, vengono poste a Perlasca alcune domande in merito alla societa Inkerman Training Limited, specializzata nel settore della sicurezza e della gestione del rischio, le cui risposte pero sono omesse e bippate.

 

PROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANO PROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANO

Difatti la Gendarmeria in una nota di servizio scrive: “Facendo riferimento alla causale "voluntary contribution for a humanitarian mission" utilizzata per i bonifici emessi dalla Segreteria di Stato in favore della Logic doo, questo Ufficio ha svolto ulteriori accertamenti che hanno permesso di riscontrare l'emissione di n. 2 (due) bonifici emessi verso il conto corrente intestato a Inkerman Training Limited, aperto presso la Barclays Bank (IBAN GB97BUKB20830290808571). Entrambi i bonifici riportano la medesima causale adottata per i summenzionati bonifici indirizzati alla Logsic doo”. Giustamente, anche chi ha visionato gli atti si e chiesto: come mai alla Inkerman non vengono contestati questi bonifici come viene fatto nei confronti di Logsic?

 

MAURIZIO CROZZA IMITA ANGELO BECCIU MAURIZIO CROZZA IMITA ANGELO BECCIU

Infine il promotore di Giustizia Diddi dice a Perlasca: “Noi non sappiamo nulla e siamo lontanissimi dal fare pettegolezzi o altro pero uno guarda la televisione e ci sta Crozza che insinua delle cose che se fossi stato Becciu…querela l’Espresso per una cosa inventata, ma io avrei querelato Crozza gli avrei fatto male. Uno pensa veramente male. Perche di fronte ad una aggressione cosi forte, tra l’altro, mi viene anche da pensare che tu che fai una aggressione cosi forte nei confronti di un cardinale qualche cosa di vero ci deve essere perche e una cosa di una gravita inaudita. Lei l’ha vista la parodia?”

ALESSANDRO DIDDI ALESSANDRO DIDDI

 

Diddi, come uno spettatore qualunque, viene colpito della parodia di Crozza ravvedendo in essa elementi di accusa. Della serie: se lo dice lui nel suo show, qualcosa di vero deve esserci. Ma un pm non dovrebbe fare luce su un evento con i fatti? O ci si limita alle parodie?

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…