sergio mattarella mario draghi marine le pen giorgia meloni matteo salvini santiago abascal

CON CHI CE L’HA LA DUCETTA QUANDO SIBILA CONTRO “CHI IN PASSATO HA PENSATO A DARE LE CARTE E PENSA "O FAI QUELLO CHE DICIAMO NOI O VEDRAI"? NON CI VUOLE IL MAGO OTELMA PER CAPIRE CHE CHI LE STA SCASSANDO I NERVI SONO MATTARELLA E DRAGHI, DUE CHE HANNO RELAZIONI INTERNAZIONALI E SE NE FREGANO DI "IO SO' GIORGIA E VOI NON SIETE UN CAZZO" - DIETRO IL RIGETTO DEI NAZI-TEDESCHI DI AFD C’È LA VOLONTÀ DI MELONI DI SPACCARE L’ALLEANZA EUROPEA DI SALVINI, IDENTITÀ E DEMOCRAZIA, CERCANDO DI CONVINCERE LA NEO-CENTRISTA MARINE LE PEN DI TRASLOCARE NEL SUO GRUPPO, QUELLO DEI CONSERVATORI - LA DUCETTA STA LAVORANDO AI FIANCHI DELL’AMATO SPAGNOLO SANTIAGO ABASCAL DI VOX, PER DEPURARLO DELLA ZAVORRA DELLA DESTRA ESTREMA. IL MELONI-DREAM SAREBBE DI ESPORTARE A BRUXELLES UNA DESTRA COMPATIBILE CON IL PARTITO POPOLARE EUROPEO

DAGOREPORT

giorgia meloni bacia santiago abascal 2

La conferenza stampa di ieri ha confermato che Giorgia Meloni sta sviluppando un Super-Io patologico, tipico delle personalità narcisistiche. Per tre ore è stato un ‘’Io, io io, qui comando io!’’. Il “Noi” non viene mai preso in considerazione, il suo Super-Ego non lo concepisce, pur essendo a capo di un esecutivo formato anche da Lega e Forza Italia. 

 

Prigioniera dalla sindrome del “Marchese del Grillo” (io so’ Giorgia e voi non siete un cazzo”), parla del governo come se fosse casa sua. Non riesce proprio a concepire la politica come mediazione e dialogo, e quando si trova con il culo per terra si diverte a inanellare una bugia sull’altra, dato che non è previsto che il giornalista presente alla conferenza stampa possa replicare alle fregnacce. E quando non si allunga il naso di Pinocchio, allora rifila certe rispostine elusive che sembrano un quiz o una definizione di cruciverba: 7 verticale, otto caselle.

MELONI - LOLLOBRIGIDA - GIAMBRUNO - PARENTI SERPENTI

 

Quando rispolvera l'ormai celebre frase con cui rispose, a ottobre 2022, agli appunti piccati di Silvio Berlusconi, “Non sono ricattabile”; sapete con chi ce l’ha la Ducetta? (Poi si è visto con i fuorionda testosteronici di Giambruno che il defunto Cavaliere di Arcore qualcosa aveva nel cassetto di “Striscia la notizia”).

 

Spalancando gli occhioni vittimistici da “underdog” (più under che dog), la premier fa presente che “diversi attacchi alla sottoscritta” sono dovuti al fatto che “affaristi, lobbisti, e compagnia cantante non stiano passando un bel momento”. Nomi? Zero. Aggiunge: “Avrei potuto infilare mia sorella in una partecipata statale, come hanno fatto altri prima di me”. Altri, chi? Risposta: “Non voglio aggiungere altro”.

giorgia meloni bacia santiago abascal atreju

 

Con l’espressione arcigna della caposala che viene a infilarti la supposta, si affaccia al balcone immaginario di Piazza Venezia e sibila: “Sono una persona che non si spaventa facilmente e lo stanno capendo in parecchi”, soprattutto “chi in passato ha pensato a dare le carte”. Anche qui, non scuce un nome.

 

Sottolinea Ilario Lombardo su “La Stampa”: “Qualche minuto prima aveva parlato di “quelli che pensano "o fai quello che diciamo noi o vedrai", individui “che possono indirizzare le scelte” e da cui – assicura – non si farà “spaventare”. Un clima di complotto evocato anche a dicembre, sul palco della festa di Atreju, senza specificare chi e come”. 

GIORGIA MELONI ANDREA GIAMBRUNO

 

Ora non ci vuole la palla del mago Otelma per capire chi sta scassando i nervi alla signorina Meloni. In prima fila brillano coloro i quali hanno relazioni internazionali e possono permettersi di volare sulla sua testolina. “Io so’ Giorgia” ha rischiato un coccolone quando Ursula von der Leyen ha incoronato Mario Draghi come “una delle grandi menti economiche europee”, per chiedergli gentilmente di ‘’preparare un rapporto sul futuro della competitività europea". 

 

URSULA VON DER LEYEN - EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - SUMMIT EU MED 9 MALTA

Su quanto possa sopportare la personalità di Giuliano Amato, e le sue interviste contro la deriva autoritaria del suo governo, lasciamo perdere. Non ce l’ha fatta proprio a trattenersi e si è fatta apparecchiare una domanda dal giornalista “Libero” per sfancularlo: “Sul tema della commissione algoritmi, credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale“.

 

Atteggiamento che non può minimamente permettersi con il Capo dello Stato. Ma è noto che le dà fastidio (eufemismo) lo stretto rapporto che ha Mattarella con i suoi omologhi di Francia (Macron) e di Germania (Frank-Walter Steinmeier). L’ex balilla di Colle Oppio è convinta che il Quirinale la ostacoli, anziché cercare di tappare i buchi della sua politica. 

mark rutte - ursula von der leyen - kais saied - giorgia meloni

 

Lo si evince chiramente dalla sgarbata risposta che ha dato sul rischio isolamento dell'Italia. Ha citato Jacques Chirac, il presidente francese che sottopose a referendum la Costituzione europea che nelle urne venne bocciata. Per concludere, petto in fuori, tuonando: “Nessuno disse alla Francia che gliel'avrebbero fatta pagare. L'Italia non ha meno diritti di altre nazioni”. Sergio, tiè e porta a casa!

 

A molti osservatori poi è sfuggito il sottotesto della dichiarazione: “Con i tedeschi dell'Afd ci sono distanze insormontabili a partire dal tema dei rapporti con la Russia, a differenza di Marine Le Pen che fa un ragionamento più interessante”.

MATTEO SALVINI - MARINE LE PEN - FRANCESCA VERDINI A PONTIDA 2023

 

Una puntura velenosa dietro la quale c’è la volontà di Meloni di spaccare l’alleanza europea di Matteo Salvini, Identità e Nazione, gettando all’inferno i nazi-tedeschi di Afd e nello stesso tempo cercando di convincere Marine Le Pen, a capo del primo partito in Francia, di traslocare nel suo gruppo, quello dei Conservatori. 

 

Come Dago-dixit, Marine Le Pen in vista del voto delle europee di giugno ha cambiato musica, dice cose molte diverse da quelle di Salvini (infatti ha evitato di partecipare di persona al recente convegno fiorentino del leader della Lega) e ha cominciato a dislocare il suo Rassemblement National verso il centro (vedi il voto a favore sui migranti che ha spiazzato Macron). 

 

MARINE LE PEN E MATTEO SALVINI

Contemporaneamente la Ducetta sta lavorando ai fianchi dell’amato Xavie Abascal, presidente del partito basco Vox, per depurarlo e rieducarlo della zavorra della destra estrema. Il sogno Meloni sarebbe di esportare a Bruxelles un centrodestra compatibile con il Partito Popolare Europeo. 

sergio mattarella mario draghi sergio mattarella mario draghi mario draghi contro firma il decreto di scioglimento delle camere mario draghi sergio mattarella MELONI - DRAGHI - MATTARELLA - PRIMA PAGINA FATTO QUOTIDIANO 10 SETTEMBRE 2022

giuliano amato vignetta by andrea bozzoGIULIANO AMATO

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...