DEMOLITION RENZI! – MATTEUCCIO SBRANA LETTA: “SPERO CHE IL SANTO NATALE FACCIA RECUPERARE SAGGEZZA ALL’AMICO ENRICO. VOTARE INSIEME AL CENTRODESTRA PER IL QUIRINALE È UN DOVERE ISTITUZIONALE E ALGEBRICO" - "NON PUÒ ESPELLERCI UNA VOLTA A SETTIMANA. PER FARE UN CAMPO LARGO MI PARE CHE STIA ESAGERANDO CON I CARTELLINI ROSSI” – “LA FOTO DI DI MAIO CON MACRON E DRAGHI SIMBOLEGGIA LA FINE DEI CINQUESTELLE. ERA DAI TEMPI DI SAN PAOLO A DAMASCO CHE NON ASSISTEVAMO A CONVERSIONI COSÌ SPETTACOLARI…”

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

Matteo Renzi, che pensa del Trattato del Quirinale?

«Sono entusiasta. Macron e Draghi, con la regia di Mattarella, hanno segnato un passo straordinario per noi e per l'Europa».

 

Non è troppo filo francese?

«Non condivido. Chi oggi critica finirà come Di Maio che ieri era il più imbarazzato. Il grillino infatti era accanto a Mattarella di cui aveva chiesto la messa in stato d'accusa, a Draghi contro il quale voleva uscire dall'euro e Macron che aveva insultato al fianco dei Gilet gialli. La foto simboleggia la fine dei Cinquestelle. Era dai tempi di san Paolo a Damasco che non assistevamo a conversioni così spettacolari».

LUIGI DI MAIO ALLA FIRMA DEL TRATTATO DEL QUIRINALE - MEME BY OSHO

 

Il Patto rafforza l'Italia?

«L'Italia è da oggi protagonista più forte nel rapporto coi vicini e nella costruzione del progetto europeo. Si parla di transizione ambientale, di transizione digitale ma non dimentichiamoci che c'è una transizione politica impressionante in corso. E l'Europa rischia di essere solo spettatrice della partita tra Stati Uniti e Cina. Per questo se Italia e Francia lavorano su una collaborazione più stretta è un bene per tutti. E poi la prossima partita decisiva per noi è la verifica sul Patto di stabilità. Dopo la pandemia non possiamo tornare alla situazione di prima. Se c'è un asse franco-italiano sarà più facile piegare le resistenze dei Paesi nord europei».

sergio mattarella emmanuel macron mario draghi 2

 

Macron e Draghi saranno uniti sulla riforma del Patto di stabilità?

«Lo spero: sarebbe il modo più intelligente per iniziare il cammino del Trattato del Quirinale. Francia e Italia hanno molte diversità ma anche strategici interessi comuni. Il primo è proprio la riforma del Patto di stabilità. Macron e Draghi - insieme - faranno la differenza».

 

Non vuole Draghi al Quirinale perché teme il voto?

 

mario draghi sergio mattarella

«Ripeto ciò che ho sempre detto: Draghi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica. Per sette anni darebbe solidità alle istituzioni in continuità con Ciampi, Napolitano, Mattarella. E tuttavia Draghi farebbe molto bene anche da Palazzo Chigi in un momento nel quale bisogna spendere bene i soldi del Pnrr. Nell'uno e nell'altro caso, tuttavia, da tempo dico che bisogna mettere in conto le elezioni nel 2022. L'ho detto anche alla Leopolda. Noi preferiremmo votare a scadenza naturale nel 2023. Ma gli interessi dei leader dei partiti principali, da Salvini a Meloni, da Letta a Conte sono diversi: tutti, per motivi diversi, vogliono votare. Anche e soprattutto quelli che non lo dicono».

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 1

 

Letta dice che se Italia viva vota con il centrodestra è fuori dal centrosinistra.

«Al segretario del Pd sfuggono due considerazioni. La prima è che al Quirinale è giusto votare un candidato tutti insieme, dalla Meloni ai grillini, da Salvini ai dem. Questo perché il presidente è l'arbitro, non un giocatore.

 

Votare insieme al centrodestra, poi, in questo passaggio è un dovere istituzionale e algebrico visto che stavolta hanno i numeri dalla loro parte. Quindi Iv voterà col centrodestra e col centrosinistra un presidente europeista e anche il Pd voterà col centrodestra. E non credo che Letta potrà espellere persino il Pd dal centrosinistra. Quanto al secondo punto Letta ha già espulso Italia viva dopo che lui stesso aveva sbagliato tutto sulla Legge Zan. Non è che può espellerci una volta alla settimana. Per voler fare un campo largo mi pare che stia esagerando con i cartellini rossi. Spero che il Santo Natale faccia recuperare saggezza all'amico Enrico».

enrico letta matteo renzi

 

Una donna al Quirinale?

«Ho guidato l'unico governo della storia italiana col 50% di ministre donne: su questo tema non prendo lezioni da nessuno. Certo, sarebbe bellissimo avere un presidente donna. Nel frattempo quelli che lo dicono potrebbero iniziare a scegliere direttori di giornali donna, amministratrici delegate donna, commentatrici nei talk show donna. Perché son tutti pronti a parlare di pari opportunità per la politica, ma il problema va ben oltre il Quirinale. La questione femminile riguarda la società. A cominciare da chi la racconta e la guida».

 

Calenda l'attacca: il centro è gia messo male.

calenda renzi

«Carlo fa tutto da solo. Anche quando attacca duramente e poi fa la pace, fa tutto da solo. Io non ho mai replicato, mai reagito. Ho voluto Calenda ministro, l'ho nominato ambasciatore, l'ho sostenuto alle Europee e alle Comunali.

 

Non ho mai detto nulla contro di lui, non inizierò adesso. Quanto al centro: non lo facciamo nascere io e Calenda. C'è già. Qualcuno lo rappresenterà. A me piacerebbe che a farlo fosse un soggetto plurale, come ha fatto Macron in Francia. Ma quest' area c'è già e sarà decisiva anche nella prossima legislatura».

draghi mattarella renzi partita di poker

 

Lei dice che nell'inchiesta Open è stato violato l'articolo 68 della Costituzione, ma molti sostengono di no.

«Lo deciderà la Corte costituzionale. Quanto a me, io so di non aver violato la legge. Temo invece che i magistrati fiorentini abbiano violato la Costituzione. Lo verificheremo nelle sedi opportune».

 

Open pagava le vostre iniziative, non era una forma di finanziamento illecito?

«No. Open finanziava in modo trasparente la Leopolda, rispettando in modo inappuntabile l'articolo 3 dello statuto della fondazione».

 

Sostiene che era tutto regolare?

«Tutti i finanziamenti sono regolari. Quello che colpisce è che un pm voglia decidere le forme in cui i cittadini si mettono insieme per fare politica. In una democrazia che cosa è un partito e come funziona lo decide il Parlamento, non il codice penale».

 

matteo renzi mohammed bin salman

Ma non trova inconciliabile l'attività di conferenziere all'estero con quella di leader politico?

«No. Lo fanno in tutto il mondo. Ho l'impressione che usino questo argomento perché vorrebbero farmi smettere di fare politica, non di fare conferenze. Più che smettere io di fare politica, sarebbe bene che iniziassero loro a fare politica. Se ne sono capaci, naturalmente».

RENZI LETTAMATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO