FUGA DA HOLLANDE - MIGLIAIA DI RICCHI FRANCESI STANNO COMPRANDO CASA E TRASFERENDO LA RESIDENZA IN BELGIO, SVIZZERA E INGHILTERRA - PRIMA CHE PARTA LA “CACCIA AL RICCO” PROMESSA DAL NEO-PRESIDENTE, CON NUOVE TASSE E L’ALIQUOTA DEL 75% SUI PATRIMONI MILIONARI, MEGLIO TRASFERIRSI A BRUXELLES: SI PARLA FRANCESE, È A UN’ORA E VENTI DI TRENO, E LE CASE COSTANO POCO - L’ESERCITO DEGLI ESPATRIATI FRANCESI VALE 150 MILIARDI €, E I CUGINI (SFIGATI) BELGI SI FREGANO LE MANI…

Andrea Bonanni per "la Repubblica"

Addio VII arrondissement con la tour Eiffel e il boulevard Sait-Germain; adieu XVI con il Bois de Boulogne e il Trocadero. Ormai il più chic dei venti arrondissements parigini è il "ventunesimo", come è stato scherzosamente soprannominato il quartiere che si colloca tra gli stagni di Ixelles e il bois de la Cambre, a Bruxelles.

La grande fuga dei ricchi francesi dalla sinistra al potere, e soprattutto dalle tasse presenti e future, era già cominciata in sordina ai primi dell´anno. È poi diventata un fuggi-fuggi poco prima delle elezioni, quando i sondaggi davano vincente Hollande e la sua proposta di una tassa del 75 per cento sui redditi oltre il milione. Ora, dopo il secondo turno delle presidenziali, ha assunto le proporzioni di un esodo incontrollabile.

Si calcola che siano ormai 200mila gli espatriati francesi in Belgio. Di questi, circa 5mila hanno un patrimonio personale valutato attorno ai 30 milioni: un piccolo esercito che vale 150 miliardi di euro. I belgi, che non mancano di senso dell´umorismo, li hanno ribattezzati "i nuovi sdf". I "vecchi" sdf sono i barboni, sans domicile fixe.

Questi, invece, sono sans difficultés financières. Le società immobiliari, soprattutto quelle specializzate nella vendita di case e appartamenti haut standing, si fregano le mani. Mediamente, hanno già raggiunto a fine aprile la quota di clienti francesi che normalmente coprivano in un anno. E le valutazioni dicono che il grosso degli esiliati fiscali deve ancora arrivare.

Intendiamoci, il Belgio non è certo un paradiso fiscale. L´imposizione sui redditi è tra le più alte d´Europa. Ma non c´è una tassa patrimoniale equivalente alla famigerata Isf francese, e quella sui redditi da capitale è considerata modesta. E, soprattutto, anche se il governo belga è presieduto dal socialista Elio di Rupo, non c´è un Hollande che minaccia ulteriori stangate.

Ancora prima delle elezioni, Philippe Marini, presidente della commissione finanze del senato francese, spiegava a Le Figaro che, se negli anni scorsi si registrava un espatrio al giorno tra i contribuenti sottoposti alla tassa sui grandi patrimoni, la cifra era raddoppiata negli ultimi mesi, e tutto lascia credere che aumenterà in modo esponenziale dopo la vittoria socialista.

«Tra molti francesi si è diffuso il panico: i ricchi si sentono messi all´indice e c´è la prospettiva di sempre nuove tasse. Qui sta arrivando gente. Se c´è qualche migliaio di persone che vengono con energia, capitali e spesso anche voglia di fare impresa, tanto meglio per il Belgio», dice Manoel Dekeyser, titolare di un grosso studio belga di avvocati fiscalisti, specializzati nella consulenza per gli espatriati, che negli ultimi mesi ha visto triplicare la propria clientela.

Il Belgio, naturalmente, non è l´unica meta dei ricchi d´Oltralpe. Anche in Gran Bretagna e in Svizzera si registra un afflusso notevole di "profughi fiscali". Il Times riferisce di un immobiliarista londinese che ha aperto un ufficio in South Kensington, vicino al Lycée francais, con personale di madrelingua francese per accogliere la nuova ondata di clienti.
Ma, alla fine, molti "expat" finiscono per scegliere Bruxelles per almeno tre buoni motivi.

Innanzitutto il fatto che si tratta di una città essenzialmente francofona dove, nonostante i mugugni e un proliferare tra i nuovi immigrati di barzellette sui belgi, i francesi si sentono a casa. In secondo luogo il fatto che il mercato immobiliare è molto più basso che a Parigi, o Londra o Ginevra. «C´è gente che, anche dopo aver subito un salasso fiscale sulla vendita dell´appartamento di Parigi, qui riesce con i soldi che gli restano a comprarsi case o appartamenti grandi tre volte quelli che hanno venduto e altrettanto di prestigio», racconta un immobiliarista con agenzia nel centro di Bruxelles.

Infine, Parigi è veramente a un passo. Con il Thalys, ci si mette un´ora e un quarto: una comodità che permette di affrontare senza drammi gli attacchi di nostalgia, o di continuare a curare i propri affari lasciati in Francia. Del resto questa non è la prima ondata di immigrazione dei ricchi francesi. La prima data dalla vittoria di Mitterrand negli Anni ´80. E i profughi di allora si sono così bene ambientati che ben pochi sono tornati in patria nonostante i lunghi decenni di governo della destra gollista.

Ora però il fenomeno sta prendendo proporzioni tali che il sito internet Cityplug.be ha perfino pubblicato una dettagliata "Guida all´acclimatamento dei francesi delusi dalle elezioni" in cui si consigliano ai nuovi arrivati quartieri, negozi, ristoranti, palestre e perfino panetterie dove trovare le irrinunciabili baguettes: tutto, naturalmente, al top del lusso e della ricercatezza. In pochi giorni la pagina web è stata "raccomandata" da oltre 2mila internauti.

 

HOLLANDE E TRIERWEILER FRANCOIS HOLLANDE HOLLANDE FRANCOIS HOLLANDEbruxelles parigi

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”