giorgia meloni marco travaglio giuseppe conte

DAGOREPORT - GIORGIA & MARCO TRAVOLTI NELL’AZZURRO MARE D’AGOSTO: IL “MELONISMO A 5 STELLE” - L'ESTATE 2024 HA SEGNATO PER LA PRIMA VOLTA DOPO DUE ANNI L'INIZIO DI UN LOGORAMENTO DEL GOVERNO DUCIONI. ED È RIPARTITO AL GRAN GALOPPO IL MITOLOGICO “CAMPO LARGO” CHE POSSA ALLEARE I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE PER MANDARE A CASA MELONI, SALVINI E TAJANI - DOPO LA BATOSTA EUROPEA, CONTE È IN GRANDE DIFFICOLTÀ: DA UNA PARTE SA BENE CHE LA GRANDE AMMUCCHIATA PER M5S È L’UNICA ALTERNATIVA PER SOPRAVVIVERE, DALL’ALTRA È CONSAPEVOLE CHE TRAVAGLIO ODIA IL “CAMPO LARGO” - NON È UN PROBLEMA POLITICO MA DI EGOCENTRISMO DI TIPO INFANTILE: IL RICHELIEU IMMAGINARIO DEL "FATTO" NON RIESCE A DIGERIRE CHE M5S OGGI VALGA METÀ PD E LO VUOLE ISOLATO ALL’OPPOSIZIONE. RISULTATO: PIÙ CONTE LO TIENE LONTANO DAL ‘’CAMPO LARGO’’, PIÙ VINCE LA COALIZIONE DELL'AMICA MELONI…

DAGOREPORT

marco travaglio giorgia meloni

Mentre Grillo, spaparanzato nella sua villa in Costa Smeralda, lancia il suo nuovo Vaffa-show per rispedire l’abusivo Conte a fare l’azzeccagarbugli nello Studio Alpa - e i combattenti e reduci del Movimento restano appesi a un appello per la scissione (ma occorre trovare poi qualche anima pia disposta a bonificare all’ex comico di Pippo Baudo 300 mila euro l’anno per la “comunicazione”), si appalesa nell’azzurro mare d’agosto il “Melonismo a 5 stelle”, ultima strambata di Marco Travaglio.

VIGNETTA KRANCIC - CONTE E TRAVAGLIO

 

Il rapporto di amicizia che lega da 15 anni Giorgia Meloni e il direttore del “Fatto Quotidiano”, l’ha raccontato lo stesso Travaglio al collega Peter Gomez in una puntata de “La Confessione” su Rai3.

 

In quell’occasione, l’ex collaboratore de “Il Borghese” e di svariate testate (“La Voce”, “Repubblica”, ‘’Unità”, etc.) evitò di fare cenno alle lunghe e calorose telefonate con la leader di Fratelli d’Italia, all'epoca del detestato governo Draghi. Tant’è che Conte, martellato ogni giorno da Travaglio sul “Fatto” per aver intruppato il M5s nell’esecutivo, fallito il tentativo di farlo cadere sul rospo del Superbonus (mezzo ingoiato da Draghi), alla fine ci riuscì con la bocciatura dell’inceneritore romano di Roberto Gualtieri (sic!).

travaglio conte

 

Le affinità elettive tra la Ducetta e Travaglio sono continuate nel tempo. Infatti non troverete mai sulla prima pagina del “Fatto” un editoriale contro la politica reazionaria e autoritaria della premier del Colle Oppio, violento e dissacrante al pari di quelli confezionati contro Salvini, Renzi, Letta, Draghi, per non parlare di Silvio Berlusconi.

 

(Eppure quando Di Maio confezionò il Conte1, Travaglio era seccamente contrario al matrimonio M5s-Lega e, indossato il suo abito preferito, quello di Richelieu-spin doctor, non ebbe scrupoli ad attaccare Conte preferendo un’alleanza di governo con il Pd, che arrivò dopo il Papeete salviniano: il Conte2 fu messo su da Renzi che aveva ancora in mano le redini dei gruppi parlamentari e, dopo la scissione di Italia Viva, fu difeso fino all’estremo dall’allora segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in quota Goffredo Bettini: “O Conte o niente”. E infatti arrivò il governo Draghi).

travaglio draghi 1

 

Tornando a bomba. Lo scorso 14 agosto, è capitato di scrivere in un Dagoreport sulle risse Rai del cono d’ombra in cui sarebbe piombato Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1 entrato in collisione con l’Ad “predestinato” Giampaolo Rossi: “… pare che la Ducetta lo abbia messo un po’ da parte mentre sale lo scambio di whatsapp con Marco Travaglio (all’indomani del G7 di Borgo Egnazia si sono attovagliati a cena in un ristorante romano con Giorgia che faceva divertire il direttore del “Fatto Quotidiano” con storielle sul rimbambimento cognitivo di Joe Biden)”.

 

meme travaglio conte

E arriviamo così al 20 agosto quando Travaglio spara un tonante editoriale sulla bufala di Sallusti su Arianna Meloni “indagata”: “Resta da capire perché una tipa sveglia come Giorgia abbia montato questo can-can. Per distrarre l’attenzione dai guai autunnali? Perché è in piena sindrome di accerchiamento? Può darsi: anche lei, come Conte, è vista come un’intrusa dalle élite più putride, use a scalzare gli outsider tramite qualche infiltrato".

 

Dagospia riprende il pezzo e aggiunge un commentino: "Caro Marco, le ''élite più putride'' non sono le stesse che hanno concesso 209 miliardi di Pnrr all'Italia governata all'epoca dal premier Giuseppe Conte, per il quale hai speso la parola “genio” per aver portato a casa tanta cuccagna? Secondo: più che esser considerata "un'intrusa" dalle ''élite più putride'', nei due anni a Palazzo Chigi la tua cara Giorgia ha rivelato la sua vera natura di leader di una destra reazionaria e autoritaria".

DA POTERE OPERAIO A POTERE FASCIO - MEME BY MACONDO

 

Di qui, l’intervista di oggi sul “Corriere della Sera” (vedi il pezzo a seguire) nella quale Travaglio rivendica il suo pensiero sull’Evita Peron della Garbatella: “Penso che sia una tipa sveglia. Detto questo, non condivido nulla o quasi della sua azione di governo… Giorgia Meloni è una persona perbene che sta facendo male”.

 

Sull’incontro con la premier della destra italiana rivelato da Dagospia, a domanda Travaglio risponde: “È successo recentemente ma non era una cena. L’ho incontrata per invitarla alla Festa del Fatto.

 

Come del resto ho invitato Pier Luigi Bersani ed Elly Schlein. Meloni è già venuta due volte, l’anno scorso non potè per un vertice a Bali, per quest’anno deve ancora sciogliere la riserva”.

IL TWEET DI ELLY SCHLEIN CONTRO MARCO TRAVAGLIO

 

A seguire, quando il giornalista del “Corriere”, Giuseppe Alberto Falci, incalza: "Ma in questo ultimo incontro le ha parlato anche di Biden, come ha scritto «Dagospia»?”, Travaglio replica: “L’ho solo invitata al festa del Fatto, da parte sua non c’è stata alcuna rivelazione su Biden”.

 

Sulla sorprendente affermazione su Conte e Meloni, per me pari sono, il nostro Richelieu immaginario intona un madrigale: “In questi anni sono stati gli unici due presidenti del Consiglio ad essere arrivati a Palazzo Chigi senza la cooptazione dei poteri forti. Il leader del Movimento 5 Stelle è giunto lì per caso. Lei, Giorgia, è invece arrivata dalla periferia. La presidente del Consiglio è un underdog o un outsider anche se fa politica da trent’anni, perché proviene da una formazione che da sempre è stata tenuta a distanza dalle logiche di potere. Ecco perché mi meraviglia”.

 

CLAUDIO DESCALZI E GIORGIA MELONI

E certo, la Melona è un underdog o un outsider così anti-sistema che nelle decisioni del suo governo nei ruoli apicali ritroviamo la riconferma di celeberrimi combattenti dei poteri forti, già operativi al fianco del compagno Draghi: da Descalzi a Cingolani, da Scannapieco a Flavio Cattaneo, da Scaroni a Del Fante, fino alla multi-tasking Elisabetta Belloni. E’ così che l’Underdog della Garbatella ha combattuto le ''élite più putride''?

 

Ancora: il giustizialismo e la retorica sulla magistratura, bandiera del travaglismo senza limitismo, scompare davanti alla Sora Giorgia: la riforma della giustizia, che lui chiama "schiforma” per quanto gli fa schifo l’abolizione dell’abuso di ufficio e la separazione delle carriere e le norme-bavaglio sulle intercettazioni, è firmata da Carlo Nordio, ministro che non è nel portafoglio di Forza Italia ma è stato voluto da quella “tipa sveglia” che si circonda di Fazzolari, Scurti, Delmastro, Lollobrigida, etc.

 

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

Ma all’origine del coming out meloniano di Travaglio c’è indubbiamente in ballo la grande frantumazione del quadro politico.

 

Sempre più isolata in Europa, spaccata e litigiosa a Palazzo Chigi, per l’esecutivo della Melona l'estate 2024 ha segnato per la prima volta dopo due anni l'inizio di un logoramento.

 

Di qui, la voce prevalente tra i capoccioni dei Palazzi romani, è che la Ducetta potrebbe mangiare il panettone 2024 ma difficilmente assaggerà la colomba pasquale 2025.

 

Sul futuro prossimo di Meloni sta l’orizzonte del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata, legge simbolo di quello che resta della Lega di Salvini. Ed è ripartito al gran galoppo il mitologico “campo largo” che possa alleare tutti i partiti dell’opposizione per mandare a casa il governo Ducioni.

GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN

 

Dopo la batosta europea, Conte è in grande difficoltà: da una parte sa bene che il campo largo è l’unica alternativa a quello che rimane dei 5stelle per sopravvivere, dall’altra è consapevole che Travaglio odia il “campo largo” (basta uno sguardo alla prima pagina del “Fatto” di oggi che sbertuccia la presenza di Sallusti e Boschi alla festa del Pd mentre lui può permettersi di invitare l’amica Meloni a quella del “Fatto").

 

Il problema di Travaglio non è politico ma di egocentrismo di tipo infantile (la palla è mia e non giocate più): non riesce a metabolizzare che il M5s oggi valga la metà del Pd e vuole il M5s isolato all’opposizione.

 

Risultato: più Conte è lontano dal "campo largo", più vince la sua cara e vispa amica Meloni, che ha alle spalle una coalizione.

 

nicola fratoianni elly schlein giuseppe conte angelo bonelli genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti

Se l’Avvocato del Popolo è riuscito a liberarsi di Rocco Casalino, non ha ancora la forza di consumare il divorzio dal “sorcino” del Karaoke.

 

C’è da capirlo: privo di un house organ che lo supporti, teme la colonna di piombo sulla prima pagina del “Fatto” e gli interventi settimanali dalla Gruber.

 

Così si barcamena artigliando l’eventuale adesione di Calenda e Renzi al “campo largo” della Schlein. Fino a quando?

 

MARCO TRAVAGLIO: «MELONI MI È SIMPATICA, CI SIAMO VISTI DI RECENTE. TRAPPOLE DALL'ESTABLISHMENT SE LEI NON LO ASSECONDA

Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera

 

grillo travaglio felici

Direttore Marco Travaglio, martedì nel suo editoriale ha definito Giorgia Meloni «una tipa sveglia». Perché questa carezza nei confronti della premier?

«Beh, i tonti sono altri, penso che sia una tipa sveglia. Detto questo, non condivido nulla o quasi della sua azione di governo».

 

Le leggo un passaggio del suo editoriale: "Anche lei come Conte è vista come intrusa delle élite più putride, use a scalzare gli outsider tramite qualche infiltrato". Meloni come Conte, dunque?

«In questi anni sono stati gli unici due presidenti del Consiglio ad essere arrivati a Palazzo Chigi senza la cooptazione dei poteri forti. Il leader del Movimento 5 Stelle è giunto lì per caso. Lei, Giorgia, è invece arrivata dalla periferia. La presidente del Consiglio è un underdog o un outsider anche se fa politica da trent’anni, perché proviene da una formazione che da sempre è stata tenuta a distanza dalle logiche di potere. Ecco perché mi meraviglia».

 

ELLY SCHLEIN CONTE

Si meraviglia di cosa?

«Mi meraviglio che non abbia dato seguito da presidente del Consiglio a questa sua caratteristica. Ha dovuto promettere fedeltà agli americani, all’Europa, a tutti quelli che ha dipinto come poteri forti, pensiamo ad esempio al rapporto super compiacente che ha avuto con il governo Draghi. Diciamola tutta, si è un po’ parata le spalle».

 

Eppure ha votato contro Ursula von der Leyen...

«Non a caso appena ha votato contro la presidente della Commissione europea uscente sono subito piovute le critiche. E lo stesso è successo non appena il ministro della Difesa Guido Crosetto si è permesso di criticare l’Ucraina. Meloni è sempre sotto esame. Se asseconda l’establishment è salva, altrimenti le saranno ordite una serie di trappole».

 

Qual è la verità sul suo rapporto con Giorgia Meloni?

marco travaglio a otto e mezzo 2

«Ho già raccontato tutto a Peter Gomez a La Confessione su Rai3. L’ho conosciuta 15 anni fa quando era ministro della Gioventù nel governo di Silvio Berlusconi. Se non sbaglio ci siamo incrociati in treno, dopodiché ci saremo visti un paio di volte a pranzo per scambiare due chiacchiere, perché mi incuriosiva questa giovane esponente del governo. E poi basta: ho solo avuto un rapporto da giornalista. Devo dire che mi è molto simpatica. Ha rotto con Berlusconi ai tempi del Pdl, per fondare un suo partito, sganciandosi così dal governo Letta-Alfano. Si è sempre mossa nel segno della coerenza tenendosi a debita distanza dalle manovre di palazzo. Insomma, le premesse c’erano tutte... Mi aspettavo desse qualche segnale di discontinuità che alla fine non c’è stato».

 

GLI APPUNTI DI SILVIO BERLUSCONI SU GIORGIA MELONI

Quando vi siete visti l’ultima volta?

«È successo recentemente ma non era una cena. L’ho incontrata per invitarla alla Festa del Fatto. Come del resto ho invitato Pier Luigi Bersani ed Elly Schlein. Meloni è già venuta due volte, l’anno scorso non potè per un vertice a Bali, per quest’anno deve ancora sciogliere la riserva».

 

Ma in questo ultimo incontro le ha parlato anche di Biden, come ha scritto «Dagospia»?

«L’ho solo invitata al festa del Fatto, da parte sua non c’è stata alcuna rivelazione su Biden».

 

Quindi lei si trova a suo agio a confrontarsi con la leader della destra italiana?

«Non ho una avversione irriducibile per tutti quelli che stanno nel centrodestra. Ho una avversione irriducibile per i delinquenti. Quando Meloni ha confermato il carcere duro nei confronti dei superboss ho titolato: “Buona la prima”. Speravo di scrivere “Buona la seconda”, “Buona la terza” e invece non è stato così. Giorgia Meloni è una persona perbene che sta facendo male. E mi faccia aggiungere una cosa: a mio avviso ha fatto una cavolata a paragonarsi a Silvio Berlusconi».

marco travaglio giorgia meloni

 

Alla fine di questa chiacchierata cosa possiamo dire?

«Che non c’è stata alcuna carezza da parte mia. Scrivo sempre quello che penso. E soprattutto sostengo con forza che ci si debba confrontare con tutti quelli con cui non siamo d’accordo».

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...