elly schlein franceschini di biase

PD: CORRENTI AD ALTA TENSIONE – ELLY SCHLEIN SOSTIENE DI CANDIDARSI ALLA GUIDA DEL PD "CONTRO LE CORRENTI" MA E’ SOSTENUTA DA FRANCESCHINI (SU SUGGERIMENTO DELLA MOGLIE MICHELA DI BIASE), ZINGARETTI E PARTE DELLA SINISTRA DEM - ANDREA ORLANDO, CHE ANCORA NON HA DECISO CHI APPOGGIARE, SVELA UN'IPOCRISIA: "MA COME, ALLE PRIMARIE CI SI PRESENTA CON UNA LISTA DI NOMI CHE POI SULLA BASE DEI VOTI PRESI VANNO A COMPORRE L'ASSEMBLEA NAZIONALE, E POI DITE CHE VERGOGNA GLI SCHIERAMENTI?"

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

ELLY SCHLEIN ANNUNCIA LA CANDIDATURA ALLA SEGRETERIA PD

Il comma 22 del Pd recita così: «Chi vuole vincere le primarie deve fuggire le correnti come la lebbra, ma chi chiude la porta alle correnti non potrà mai diventare segretario, per lo meno non a lungo». D'altra parte, si sa, la corrente è ad alta tensione: chi la tocca si brucia. Ne sanno qualcosa i dieci segretari in quindici anni, divorati dai dem tendenza cannibale.

 

Dal primo, Walter Veltroni, che pure aveva portato a casa 7 milioni di voti in più dei 5 racimolati alle ultime elezioni, a Pier Luigi Bersani, che era arrivato a un passo dal colpaccio, a Renzi, che delle opposizioni interne aveva fatto un sol boccone, fino ad essere anche lui tritato dalle cripto-correnti, sopravvissute sotto la cenere. E c'è Nicola Zingaretti, che non manca di ricordare di aver conservato i messaggi con i quali lo spingevano a fare le cose che poi gli rimproveravano di aver fatto. Fino a Enrico Letta, che quanto a voti non è andato peggio di Matteo Salvini, ma sa che il Pd non è la Lega e si è spicciato a dichiararsi dimissionario.

 

dario franceschini e michela di biase

Certo, poi capita che un emarginato faccia una scissione (Bersani, Renzi, in qualche modo anche Calenda), o perlomeno una correntina, così, tanto per difendersi. Delle correnti in un recente passato Dario Franceschini ha fatto un elogio pubblico.

 

Andrea Orlando svela un'ipocrisia: ma come, alle primarie ci si presenta con una lista di nomi che poi sulla base dei voti presi vanno a comporre l'Assemblea nazionale, e poi dite che vergogna gli schieramenti? Ma l'idea prevalente, di sicuro nella base del partito e tra gli elettori è che il Pd, da anni, da sempre, sia stato sequestrato e tenuto in ostaggio da tre (o più di tre) capi che tutto decidono e tutto prendono.

meme enrico letta elly schlein

 

Ma stavolta, così come per la verità si era giurato anche nei precedenti congressi, basta davvero. E quindi eccolo l'uno-due dell'ultimo fine settimana. Sabato va all'attacco Stefano Bonaccini: «Non voglio essere il candidato di alcune correnti. Il Pd va smontato e rimontato e non dobbiamo farci chiamare con il cognome di qualcun altro». Domenica tocca a Elly Schlein: «Vogliamo costruire un partito dove non comandino le cordate di potere.

zingaretti orlando bettini

 

Siamo qua non per fare una nuova corrente, noi vogliamo superare le correnti. Siamo un'onda, non una corrente nuova. Non ci saranno mai gli schleiniani». Più chiari di così.

Ma i gruppi organizzati nel Pd ci sono, hai voglia se ci sono. Probabilmente, magari sicuramente, più deboli che in passato, azzoppati non tanto e non solo dal risultato elettorale, ma soprattutto dalla lontananza, che si annuncia non breve, dalla stanza dei bottoni.

 

ABOUBAKAR SOUMAHORO CON ELLY SCHLEIN

Ma ci sono. E più non li vogliono, o dicono di non volerli, e più si schierano. In silenzio, o quasi, si interrogano su chi sia meglio sostenere, per il bene del partito, certo, ma anche per cadere in piedi, se cadere si deve. E quindi chi scegliere? L'usato sicuro, che viene da lontano, dal Pci, che è stato fino a un certo punto convintamente renziano, che governa l'Emilia-Romagna e che punta ad avere dalla sua (sarà una corrente pure questa?) il partito del fare, quello dei sindaci? Oppure il cavallo scosso , la donna femminista, ecologista, nemica delle disuguaglianze, che si appresta a prendere la tessera del Pd per diventarne segretaria? I veleni, nelle due direzioni, si sprecano. «Vedrete, Bonaccini ci ridurrà al 12 per cento e ci renderà subalterni a Calenda». «Vedrete, Schlein ci schiaccerà in un gruppuscolo minoritario e non ci risolleveremo più».

 

Annuario delle correnti, in ordine di importanza: Area Dem, che fa capo a Dario Franceschini. Base Riformista, di Lorenzo Guerini. Dems, guidata da Andrea Orlando. Franceschini pare deciso a schierarsi con Elly Schlein, nella convinzione che una speranza di rinascita possa venire solo da un ricambio generazionale traumatico. Un segnale in questa direzione sembra venire dalla partecipazione di sua moglie alla convention di Elly.

NICOLA ZINGARETTI

 

Qui l'accusa di maschilismo è dietro l'angolo, e corre l'obbligo di segnalare che Michela Di Biase ha una storia tutta sua nel Pd, che l'ha portata comunque ieri a dichiarare a Repubblica che la giovane candidata con le correnti non ha nulla a che spartire. E resta il fatto che una parte di Area Dem preferisce Bonaccini. Sta con lei Nicola Zingaretti, la spingono le Sardine (pure loro una corrente?), probabilmente Giuseppe Provenzano, e paiono guardare lì Bersani e Speranza, mentre Andrea Orlando sembra incerto tra Elly e Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, che è sostenuto da Goffredo Bettini, salvo capire in che direzione va lo stesso Ricci. Al fianco di Bonaccini c'è ovviamente Dario Nardella e ci sono Lorenzo Guerini, Luca Lotti, e il Giovane turco Matteo Orfini. E anche Giorgio Gori, con Antonio Decaro.

 

Non pervenuto come collocazione Brando Benifei, giovane eurodeputato dal 2014 e in corsa per la terza legislatura. Il segretario dimissionario, Enrico Letta, ovviamente non si schiera, mentre l'area che più convintamente l'ha sostenuto sembra divisa tra i due sfidanti, con prevalenza Bonaccini.

 

Alla fine, per stabilire se il nuovo leader sarà un segretario per procura o un uomo o una donna senza padrini bisognerà guardare due cartine di tornasole. La prima: le liste di candidati che i contendenti schiereranno per l'Assemblea nazionale. La seconda: quanti voti veri ci saranno alle primarie. Più saranno, meno domineranno le correnti. Voti veri, perché, almeno nelle sfide passate, c'è più di un maligno all'interno del Pd che sostiene che la sera dello scrutinio ci si mette d'accordo su quanti partecipanti dichiarare.

FRANCESCHINI ZINGARETTI

elly schlein COME greta thunberg - MEME

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…