matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

ULTIMA CHIAMATA PER SALVINI: SE LA LEGA PERDE IL BALLOTTAGGIO A VERONA E ALESSANDRIA, PUO’ PREPARARE LA VALIGIA – “A VERONA IL FATTO CHE FEDERICO SBOARINA ABBIA DECISO DI NON APPARENTARSI CON LE LISTE DI FLAVIO TOSI È UNO SBAGLIO CLAMOROSO. E LO DICE UNO CHE TOSI LO HA ESPULSO DALLA LEGA E CHE DI CERTO NON È UNO DEI SUOI MIGLIORI AMICI”

Francesco Moscatelli per “la Stampa”

 

salvini giorgetti

«Sono un po' preoccupato per il dato dell'affluenza di domani (oggi, ndr). Siamo a fine giugno e non permettere agli italiani di votare anche di lunedì è stato un errore. Incrocio le dita per Monza e Sesto San Giovanni». Sarà che dalla terrazza dell'hotel di Rapallo in cui ha appena trascorso la notte si vedono i turisti che vanno e vengono da Santa Margherita e da Portofino, sarà che Matteo Salvini sa benissimo che gli elettori di centrosinistra sono storicamente più «fedeli» alla causa e disposti a sacrificare una domenica al mare per votare, sta di fatto che il leader della Lega non nasconde un certo nervosismo in vista dei ballottaggi.

fedriga salvini giorgetti

 

«Io punto sulla Toscana, Lucca e Carrara ci daranno delle soddisfazioni - il pronostico, mentre è in pausa caffè fra la sala stampa e i corridoi del convegno nazionale dei Giovani di Confindustria - .Per il resto so che i nostri hanno fatto tutto il possibile. E non penso solo al grande lavoro fatto da Riccardo Molinari ad Alessandria». Sì, «i nostri».

 

matteo salvini federico sboarina giorgia meloni

Il vero cruccio di Salvini in queste ore, riguarda infatti quello che hanno fatto «gli altri», ovvero gli alleati di Fratelli d'Italia. «A Verona il fatto che Federico Sboarina abbia deciso di non apparentarsi con le liste di Flavio Tosi è uno sbaglio clamoroso. E lo dice uno che Tosi lo ha espulso dalla Lega e che di certo non è uno dei suoi migliori amici - ammette Salvini -. Non entro nelle dinamiche interne degli altri partiti ma da quello che mi risulta i vertici nazionali di Fratelli d'Italia hanno anche detto al sindaco di ripensarci, ma lui e i suoi hanno tirato dritto rinunciando a un accordo che avrebbe portato in dote il 23%. Vi sembra sensato rischiare di perdere per non rinunciare a qualche posto in consiglio comunale? Mah».

 

matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia

È chiaro che l'idea di consegnare Verona, che oltre che essere una realtà storicamente di centrodestra è anche la città del suo braccio destro Lorenzo Fontana, al centrosinistra, gli dà parecchio fastidio. Come gli sembra impossibile che il centrodestra a Piacenza, dove la sfida è testa a testa, non sia riuscito a raggiungere un accordo con i liberali dell'avvocato Corrado Sforza Fogliani, un combattivo ottantaquattrenne che solo pochi anni fa aiutò l'attuale sindachessa di centrodestra, Patrizia Barbieri, a muovere i primi passi in politica, e che oggi avrebbe portato in dono un più che significativo 8%.

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

Per non parlare di Como, dove Fdi, guidata dal deputato Alessio Butti, ha posto il suo veto alla ricandidatura del sindaco uscente e ha scommesso su un altro nome, riuscendo nell'impresa di non accedere nemmeno al secondo turno. Oggi la partita se la giocano Barbara Minghetti (centrosinistra) e il civico Alessandro Rapinese. «Non so davvero cosa augurare ai comaschi» lo sfogo di Salvini, che pure a Como è da sempre legato visto che lì risiede la sua ex compagna Giulia Martinelli, capo di gabinetto del governatore Attilio Fontana in Regione Lombardia.

 

flavio tosi antonio tajani

Già, la Lombardia. A rovinargli il weekend ligure a base di scorpacciate di focaccia e di bagni nel mare di Recco, dove va in vacanza fin da quand'era ragazzo, c'è anche quello che sta succedendo nella «sua» Milano. Venerdì, dopo settimane di indiscrezioni, la vicepresidente Letizia Moratti ha annunciato ufficialmente di essere pronta a candidarsi alle elezioni regionali del prossimo anno. Un bell'ostacolo sulla strada di chi vuole un bis del presidente leghista Fontana. «Letizia Moratti è un assessore di centrodestra di una giunta di centrodestra con un governatore di centrodestra. Non ho mai visto un vicesindaco che corre contro il suo sindaco».

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

 

Poi, però, passa la palla direttamente a Fontana, lasciando intendere in modo un po' sibillino che toccherà a lui sbrogliare la matassa: «Se deciderà di ricandidarsi l'appoggio della Lega andrà al governatore». Quanto a un'eventuale candidatura da indipendente dell'ex prima cittadina di Milano, ipotizzata qualche settimana fa anche da un mezzo endorsement in suo favore di Carlo Calenda, l'unico commento è un laconico: «Speriamo di no». Arriva il suo turno di parlare.

 

flavio tosi passa a forza italia

Il segretario della Lega sistema il nodo della cravatta e la spilletta «identitaria» dell'Alberto da Giussano e si dirige verso il salone dove lo attendono i giovani confindustriali. Bastano pochi minuti e dal palco spiazza tutti: «La prima centrale nucleare italiana? Fatela a Milano, a casa mia, a Baggio». Un bel titolo sui siti web a costo zero. Tanto a Milano si voterà fra cinque anni e Sesto San Giovanni e Monza, dove oggi si sceglie il sindaco, sono dalla parte opposta del capoluogo rispetto al quartiere di Salvini. -

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?