rudi garcia spalletti

"RUDI GARCIA E’ UN GAUDENTE E DE LAURENTIIS LO HA SCELTO PERCHÉ TOTALMENTE DIVERSO DA SPALLETTI" – DOTTO SUL NUOVO ALLENATORE DEL NAPOLI: "L’ADDIO DEL TOSCANO È UNA NUVOLA PESANTE, IL PRESIDENTE DOVEVA CAMBIARE RADICALMENTE. GARCIA SA GODERSI LA FELICITÀ. NON SI SOGNEREBBE MAI DI LASCIARE UNA DONNA O UNA SQUADRA PER “TROPPO AMORE”. I PARADOSSI NON SONO IL SUO PANE. AVENDO AVUTO A CHE FARE CON IL DISPOTICO CRISTIANO SARÀ UN GIOCO DA RAGAZZI TRASTULLARSI CON DUE BRAVI RAGAZZI COME KVARA E (SI SPERA) OSIMHEN.."

Estratto dell'articolo di Giancarlo Dotto per la Gazzetta dello Sport

 

Come arriva a imporsi il nome di Rudi Garcia nella vesuviana testa del presidente?

RUDI GARCIA 5

Possibile che alla fine, tra tanti candidati di grosso calibro, la scelta sia stata anche suggerita dalla bio e psicodiversità dei due: il subentrante Garcia e l’uscente Spalletti. Scommettere sulla discontinuità. Cambiare radicalmente paesaggio e clima nel momento in cui si tratta di affrontare una sfida che tremare i polsi fa. Ripartire da uno scudetto stravinto, la festa ancora viva e la ferita ancora più viva di uno strappo tra l’allenatore vincente e una piazza in amore.

 

L’addio di Spalletti resta una nuvola pesante. Non ha intossicato la festa, ma certo l’ha viziata con il suo gigantesco perché. Perché separarsi ora, maledizione, sul più bello, ora che c’era da bearsi della vendemmia? Incomprensibile.

 

Nessuno capiva, però accadeva.

La stanchezza di Spalletti aveva qualcosa di bello ma troppo faustiano per le logiche elementari del pallone. Per chi lo conosce bene quello sentirsi stremato è un mistero leggibilissimo, ma quanti possono dire di conoscerlo bene?

Si contano sulle dita di una mano.

 

cristiano ronaldo rudi garcia

Le diversità Ed ecco che, al centro di quel perché, si presenta la faccia cinematografica di Rudi. Una volta spiantata la chiesa dal centro del suo villaggio, bisognava cambiare sacerdote e religione oltre che chiesa. La diversità di Garcia. Il suo mondo radicalmente altro da Spalletti.

 

Rudi è un gaudente. Il che, attenzione, non vuol dire che sia frivolo. Tutt’altro. L’uomo è responsabile, serio, si lascia implicare profondamente dalle cose. Solo che, a differenza di Spalletti, sa rassegnarsi alla felicità, non ne diffida. Sa godere delle cose belle della vita. Non si sognerebbe mai di lasciare una donna o una squadra per “troppo amore”. I paradossi non sono il suo pane. Se amare Napoli e farsi amare è stata per l’uomo di Certaldo una conquista mistica, per l’uomo di Nemours, solare come pochi, sarà un fatto naturale. Due persone perbene, due uomini notevoli, che sia averceli in panchina a menare le danze o compari nello stesso tavolo di osteria, ma per storie e ubriacature diverse. Luciano è sempre attraversato da qualcosa, il che lo rende complicato da frequentare ma splendido da raccontare.

 

rudi garcia 1

La sana semplicità di Rudi è oggi la risorsa giusta per una città che rischia d’invischiarsi al primo incidente nella nostalgia. Lo fu certamente, una risorsa, Garcia quando capitò pressoché sconosciuto in una Roma corrosa dal malessere per quel derby perso nella finale di coppa Italia (al suo arrivo a Trigoria gli regalai il bene augurante “Ascenseur pour l’échafaud”, ascensore per il patibolo, le musiche di Miles Davis per il film di Louis Malle). Invenzione coraggiosa, allora, di Walter Sabatini. Che aveva nel cassetto il contratto firmato e poi rinnegato da Allegri, ma si sentì presto risarcito dall’aver puntato sul francese di sangue andaluso.

 

Sfida Champions Una volta perso il magnifico asceta che s’isolava dal mondo, la cosa migliore era mettersi nelle mani di un amabile uomo di mondo. Il primo non staccava mai la spina e questo spiega il survoltage. L’altro sa come e quando staccarla, la spina. Il primo viaggia impossibile sul confine dello scompenso, il secondo sa tenere la barra dritta, difficilmente si lascia turbare.

 

(...)

spalletti de laurentiis

Garcia pensa positivo sempre. È fatto così. Lo fa per istinto e per metodo. Sangue ispanico, ma razionalità cartesiana. Lasciò Roma con dispiacere autentico, smunto ma con grande dignità, dopo averla rimessa al centro del villaggio. Sopravvissuto a stento alle ingiurie della piazza microfonata, forcaiola e di labile memoria. Anche allora difese senza esitazioni il suo “troppo amore”, in quel caso una giornalista romana, Francesca, che a breve lo renderà padre per la quarta volta. Il passaggio al calcio arabo sembrava l’antefatto, alla soglia dei 60 anni, di un milionario addio al calcio che conta. Così non è. Esperienza dimenticabile. Abortita nel deserto di ogni cosa. Il fuggevole faccia a faccia con la star del calcio planetario lo ha indebolito e, nello stesso tempo rafforzato.

aurelio de laurentiis spalletti

 

Avendo avuto a che fare con il dispotico Cristiano sarà un gioco da ragazzi trastullarsi con due bravi ragazzi come Kvara e (si spera) Osimhen. In testa, una magnifica idea. La sfida di Champions. Quella finale solo sfiorata con il Lione. Nel bene e nel male il violino di Garcia sembrava aver perso l’ispirazione, ma poi è arrivato l’Immaginifico Aurelio e la storia riparte. Hanno avuto dieci giorni per annusarsi. Che Dio benedica il loro olfatto!

rudi garcia 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?