Intervista di Mattia Sisti dottorando a Oriel College, Oxford University - https://www.oxforditaliansociety.org/
Gordon Chang è un famoso esperto di Cina. Ha scritto un libro, The Coming Collapse of China (2001), e numerosi articoli per il New York Times, Il Wall Street Journal e Forbes sulla Cina. È inoltre editorialista del The Daily Beast ed è apparso numerose volte sulla CNN, Fox News, MSNBC e molti altri network sempre per discutere di Cina. Ci siamo rivolti a lui per avere le risposte di un esperto alle nostre domande sulla Cina.
Mr. Chang, come esperto di Cina, che cosa ci può dire riguardo allo stato attuale dell’economia cinese?
Al momento l’economia cinese è quasi certamente in uno stato di contrazione. Durante il mese di dicembre, un professore dell’Università Renmin ha destato molto scalpore in Cina affermando che l’economia cinese o si sta contraendo o comunque che non sta crescendo più del 1.67%. Questo giudizio mi sembra alquanto plausibile.
Durante il mese di dicembre, entrambi i purchasing managers’ indexes (PMI) per il settore manifatturiero erano negativi e i numeri relativi al commercio erano in profondo rosso, l’export sotto del 4.4% e l’import del 7.6%.
Anche i prezzi al dettaglio per il mese di dicembre sono scoraggianti. Pechino sostiene che le vendite al dettaglio sono cresciute del 8.2% in quel mese, ma questo è improbabile. L’indicatore di tendenza per le vendite di auto per il mese di dicembre erano sotto del 13%, segnando così 6 mesi consecutivi di declino. Apple ha parlato di modesti volumi di vendita relativi al mercato cinese e anche Starbucks è stata oggetto di un avvertimento da parte di Goldman Sachs in merito alla Cina.
Il colore che si addice all’economia cinese in questo momento è quello di una tonalità piuttosto cupa.
Che cosa ne pensa della rara ammissione del Presidente cinese Xi Jinping che esistono ‘gravi rischi’ per il governo continuativo del Partito Comunista Cinese? Dobbiamo prendere questo commento seriamente e, in caso affermativo, perché?
Si potrebbe sostenere che tramite un avvertimento di ‘gravi rischi’ Xi Jinping stia semplicemente cercando di far cessare ogni tentativo di resistenza al proprio potere da parte degli alti dirigenti del Partito. Ciononostante, la situazione in Cina è così precaria—l’economia in via di fallimento, la crescente insofferenza popolare, il supporto straniero che va scemando—che Xi sembra essere sincero.
Inoltre, non dimentichiamoci che Xi ha accumulato così tanto potere nelle sue mani che al momento non c’è più nessuno da incolpare per questo andamento negativo. Molto presto, non sarà in grado di tingere i suoi capelli di nero abbastanza rapidamente da coprire quelli grigi.
Secondo un recente articolo di Reuters, il Presidente Trump sta seriamente considerando di emettere un ordine esecutivo che non permetterebbe più a Huawei di vendere il proprio equipaggiamento a compagnie americane. Se questa misura restrittiva fosse implementata, quali sarebbero le conseguenze iniziali e a lungo termine per Huawei?
Huawei sta fronteggiando una crisi esistenziale proprio mentre il Presidente Trump, tra gli altri, gli si sta muovendo contro. La compagnia sarà comunque in grado di vendere i propri prodotti sui mercati dei paesi emergenti, ma probabilmente sarà costretta ad abbassare i prezzi perché i consumatori sono al corrente del fatto che sta riducendo le vendite in maniera significativa, fra gli altri, in Europa e Nord America. L’ordine esecutivo proposto da Trump, perciò, è solo uno tra i problemi di proporzioni sempre più vaste che questa compagnia deve fronteggiare.
Huawei è accusata di aver costruito il suo successo sul furto della proprietà intellettuale e altri crimini. Il suo Chief Financial Officer, Meng Wanzhou, avrà presto tutto l’interesse a rivelare le cose di cui è al corrente alle forze dell’ordine americane.
Huawei ha raggiunto il suo punto più alto e la sua caduta sarà più veloce della sua fenomenale ascesa.
Infine, occupiamoci per un istante del famoso progetto ‘La nuova via della seta’ (One Belt One Road). Nonostante i toni trionfali usati dai media cinesi, sembra che ‘la nuova via della seta’ si stia esaurendo in modo particolare in Asia dove molti governi si stanno stancando di partecipare a questo progetto. Ci può brevemente spiegare perché?
L’Iniziativa ‘la nuova via della seta’ è un agglomerato di progetti che il settore privato, nel corso di trent’anni, ha rigettato. Era solo una questione di tempo prima che la gente si rendesse conto dell’impossibilità dei progetti di Pechino.
Da molto tempo a questo parte, la Cina ha promesso molto più di quanto potesse eventualmente garantire. Quando l’anno scorso l’orientamento dell’opinione pubblica riguardo alla Cina è cambiato, gli analisti hanno incominciato a fare i conti e si sono resi conto che Pechino non possiede il denaro per fare tutto ciò che voleva realizzare.
Non versate lacrime per questo piano mal concepito.