campio z

CALCIO DOTTO - DOMENICA DA BESTIE PASSIONALI. E’ PIÙ CHE MAI GUERRA A QUATTRO DAVANTI. CAMPIONATO FANTASTICO. E SARÀ COSÌ FINO IN FONDO. QUATTRO PIÙ UNO - VALENTINO ROSSI, LA LEGGENDA CHE NON CI STA A FARSI IMPALARE

Giancarlo Dotto per Dagospia

samp    fiorentina 7dsamp fiorentina 7dsamp    fiorentina  dsamp fiorentina d

 

Domenica da bestie passionali. Sono cuori che sudano. Domenica dove non puoi startene neutro come una mucca, devi decidere da che parte stare, anche se sei diviso. Valentino Rossi è là in fondo al mucchio, un teschio numero 46 da cui penzolano orecchini e fantasmi da bucaniere, dentro un bunker a forma di casco e il mondo di fuori, una caterva di mostri davanti da passare, con il pensiero ancora prima che con la manopola del gas. All’opposto da te, da lui, da Valentino, la leggenda che non ci sta farsi impalare, tre spagnoli veloci, forse più veloci di lui, ma che insieme non fanno la metà della sua testa e della sua ferocia. 

 

Guido Meda ha allenato le corde del suo contrabbasso, le ha spalmate di unguento di tigre. All’unisono con Valentino, lui e mezzo mondo. Deve sentirlo anche Lorenzo, da Giove.

roma lazio 7croma lazio 7c


Mancini e la sua Inter avevano appena arraffato la settima impresa machiavellica, il settimo, credo, uno a zero. Strano Mancini. Da allenatore predica il calcio che da giocatore detestava. Celebra i Medel e i Melo, quello impoetico, senza accento finale, gli opposti da lui. Mancini vince e si detesta. Accumula punti e conati di nausea. E’ l’italiano al massimo del suo splendore e della sua pochezza. Non esita a buttare nel secchio il talento se scopre che a vincere servono cinghiali e molossi. Per l’italiano tipico e furbastro vincere è tutto.

roma lazio 6roma lazio 6insigne insigne roma lazio 2roma lazio 2

 

Valentino ne passa una ventina. Chirurgico più che furioso. Sembra una falce. Alcuni resistono, altri gli lasciano strada, spaventati più che complici. Complice è Petrucci. Quasi si schianta per allargarsi. Ma davanti i tre sono maledettamente veloci. E non sono i curiazi. Da abbattere uno a uno. Restano stretti. Marquez, forse è vero, s’adatta a fare il cane da guardia di Lorenzo, ma Valentino ha fatto di tutto per farsi odiare.

higuain 9higuain 9insigne e sarri 7insigne e sarri 7

 

E l’odio dei grandi è inesorabile. Marquez è un grande. Amo Valentino da quando, sbocconcellando un’enorme pagnotta con la mortadella, mi chiese notizie del mio amico Ezio Vendrame, uno stravagante semidio del pallone, fuorviato dall’aver troppo frequentato Piero Ciampi, pazzo, poeta, livornese, alcolista. Ma, per quanto lo ami, Valentino, non posso far finta di non sapere la sua debolezza.

 

Si sentiva meno veloce di quei tre. Era meno veloce. Non guadagna su Pedrosa, terzo, anzi perde, decimo dopo decimo. Era una favola con i fiocchi, lui mondiale a 36 anni, ma sul podio, in cima, c’è Lorenzo. Non è una favola, ma non è nemmeno uno scandalo.

 

higuain 7higuain 7gervinho 47cgervinho 47c

Che fine ha fatto Ezio Vendrame? Nessuno lo sa. Dicono che sia vivo. Che ogni tanto va a visitare la tomba di Pasolini a Casarsa, accanto a quella della madre, l’erba di lei che s’intreccia e fa uno strano abbraccio con quella del figlio. A Roma, il derby dentro un Olimpico degradato a farsa. Vuoto e fesso come le belle scatole vuote. Sud, dove cazzo sei, dove cazzo respiri, mentre i tuoi undici si sbattono in campo anche per te e se la stanno giocando alla grande con la Lazio, a sua volta impoverita da mancanza di Nord.

 

Sud e Nord nella trappola che si sono costruite da sole. Sud, cosa ti passa nelle viscere, dillo, sincera, quando Gervinho inventa quella corsa maestosa del 2 a 0? Dove vorresti essere in quel momento e cosa ti vieta di esserlo, se non il tuo stesso pensiero malato?

Lulic abbatte Salah. Orrendo a vedersi, più orrendo a subirsi. Sono petali le caviglie dei fuoriclasse. I mediocri si vendicano da sempre del talento. L’hanno in odio. Maledetti gli arbitri che non proteggono il talento. La zampa del mediocre storpia quella del ballerino.

 

La Roma diventa una macchina perfetta quando, a tutte le meraviglie dei singoli, aggiunge il saper essere squadra. Come a Firenze. Come con la Juventus e il Bayer all’Olimpico. Come nel derby. Gruppo solidale. Si tengono per le mani e si trovano nei piedi. Non si perdono di vista. Si aiutano. Aiutati che Dio t’aiuta. Così funziona. La chiamano fortuna, ma è sapienza.

 

La traversa di Felipe Anderson. Klose che cicca a porta vuota. La Sud esulta chissà dove. A Napoli esulato dove e come si deve. Loro vincono anche perché hanno Gonzalo. Il magnifico. Sempre lui. Higuain. Con Benitez si avvertiva dispensabile comprimario. Con Sarri si vive indispensabile protagonista. Dai orgoglio e responsabilità ai campioni e loro si moltiplicano. E’ sempre stato così.

higuain b3higuain b3 samp    fiorentina  be samp fiorentina bedzeko cdzeko cempoli juventus  bempoli juventus bempoli juventus  dbempoli juventus dbempoli juventus e3cempoli juventus e3c

 

Una dozzina di campionato e copertina tutta di Paulo Sousa. L’Inatteso. La sua Fiorentina è un miracolo tempestato di “ic”. Ancora Ilicic e Kalinic. L’oltre Montella e l’oltre Salah sembrava una spedizione nel deserto. Ma il portoghese di Beira Alta ha testa e voce dei capi carismatici. E’ più che mai guerra a quattro davanti. Campionato fantastico. E sarà così fino in fondo. Quattro più uno. Vogliamo parlare del Sassuolo?

 

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…