papa aggredisce giovane calciatore a collegno

CALCIO E PUGNI! - IL VIDEO DEL PAPÀ (ROMENO) DI UN GIOVANE CALCIATORE CHE, A COLLEGNO, AGGREDISCE IL PORTIERE AVVERSARIO, UN RAGAZZINO DI 13 ANNI - NEL FILMATO SI VEDE IL 40ENNE CHE, ALLA FINE DELLA PARTITA, SCAVALCA LA RECINZIONE, CORRE VERSO IL PISCHELLO E GLI SALTA ADDOSSO. IL PORTIERINO E È STATO PORTATO IN OSPEDALE, DOVE GLI È STATA DIAGNOSTICATA UNA FRATTURA DEL MALLEOLO E UN TRAUMA CRANICO - LA VERSIONE DEL 40ENNE: "SONO INTERVENUTO PER DIFENDERE MIO FIGLIO E HO TIRATO SOLO UNO SCHIAFFO ALL'ALTRO PORTIERE"

 

 

PORTIERE PICCHIATO, L'AGGRESSORE SI SCUSA

Estratto dell'articolo di Federico Gottardo per "la Repubblica"

 

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"Chiedo scusa per la mia reazione ma è andata diversamente da com'è stata raccontata: io sono intervenuto per difendere mio figlio e ho tirato solo uno schiaffo all'altro portiere". Prende la parola il 40enne denunciato per aver picchiato un baby calciatore di 13 anni alla fine di una partita, nella serata di domenica a Collegno, in provincia di Torino. «La verità verrà fuori», aggiunge la moglie.

 

Il riferimento, probabilmente, è al video dell'aggressione, che Repubblica ha recuperato e che ricostruisce quei momenti concitati. A partire dall'inizio della rissa, scattata per una reazione del 13enne poi finito in ospedale con trauma cranico e malleolo rotto:

 

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«Nulla giustifica quello che ha fatto il mio cliente ma è un papà ed è umano – aggiunge l'avvocata Beatrice Rinaudo, cui si è rivolto il papà sotto accusa – Ha visto picchiare suo figlio, che è pure più piccolo dell'altro ragazzo. Siamo dispiaciuti ma non è giusto che la società avversaria cavalchi la vicenda, in modo da apparire su tv e giornali e magari vincere la partita a tavolino».

 

In attesa di capire le decisioni del giudice sportivo e delle indagini penali, ora un video "cristallizza" gli eventi di domenica sera. Si è appena conclusa una partita del Super Oscar, torneo per squadre giovanili che da 45 anni si tiene sui campi da calcio di Torino e provincia. Da una parte l'Under 14 del Csf Carmagnola, dall'altra il Volpiano Pianese: al fischio finale, sul risultato di 1-0, i vincitori esultano in campo e sugli spalti. Il portiere di riserva scatta dalla panchina e corre verso la tribuna, passando proprio davanti al portiere avversario.

 

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Che, piegato sulle ginocchia, si alza di scatto e fa scattare la zuffa a calci e pugni: in pochi secondi si radunano tutti i giocatori, fino a quando dirigenti e allenatori riescono a dividerli. Proprio in quel momento, arriva il papà del portiere del Carmagnola: scavalca le recinzioni, corre verso i ragazzini e colpisce l'avversario "colpevole" di aver aggredito suo figlio.

 

Il parapiglia continua, interviene il papà dell'altro 13enne e il 40enne di origine romena viene allontanato e rispedito sugli spalti. [...]

 

IN CAMPO DOPO LA RISSA TUTTI SCARICANO QUEL PAPÀ "INSEGNIAMO IL RISPETTO SI MERITA IL DASPO A VITA"

Estratto dell'articolo di Maurizio Crosetti per "la Repubblica"

 

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La squadra perfetta, una squadra di soli figli e senza genitori, torna in campo nel fresco di settembre, sotto sbuffi di nuvole in cielo. Non che non ci siano, i genitori, ci mancherebbe, e non che possano neppure lontanamente assomigliare a quel selvaggio, quell'energumeno, quel barbaro che ha preso a cazzotti un tredicenne. Ma ora i figli stanno in campo e i genitori fuori: dove dovrebbero rimanere sempre. Fuori dagli spogliatoi, dai prati del pallone, dalle aule scolastiche. Lasciassero fare ad allenatori e professori. [...]

 

Sono vittime implumi anche i ragazzini del Csf Carmagnola, la squadra dove gioca il figlio dell'aggressore. Si allenano in silenzio, pensano a correre, pensano alla palla e a dove mandarla. Mamme, papà e nonni fuori, oltre le cancellate dei due campi dove alle cinque del pomeriggio hanno depositato gli atleti. Parlano a voce bassa, tutti. «Quello là non sappiamo neanche chi fosse, l'avevamo visto due volte sì e no, non c'entra niente con noi. Devono dargli il daspo a vita, e non si faccia vedere mai più». [...]

13ENNE AGGREDITO A COLLEGNO

 

Una cittadella dove mandare i bambini a crescere sani, a rafforzarsi dentro e fuori. Ci sono campi di calcio, uno più grande con la tribuna, l'erba impeccabile e la pista di atletica intorno, due più piccoli; e poi i campi dell'immancabile padel, il palazzetto per volley e basket, le palestre. Poco lontano c'è pure la piscina della Rari Nantes. Sembra un campus all'americana, anche se in scala. Impensabile che qui si allevino l'odio e la ferocia.

 

I bambini, perché questo sono a tredici o quattordici anni, corrono nell'aria leggera e forse ripensano a quello che hanno visto. «Ma sono stati bravi, molto maturi nel farsi da parte e tornare in panchina quando è cominciato lo scontro», dice l'avvocato Matteo Portaluri, al quale il Carmagnola si è subito affidato perché anche loro sono parte lesa e avranno diritto al risarcimento: quello morale, non è quantificabile. [...]

 

È bello ascoltare le voci dei ragazzini che si allenano, quello che dicono e come lo dicono. Sono alle prese con una cosa seria, una cosa importante. È come se quella bestia avesse preso a schiaffi ciascuno di loro, e pure le loro famiglie.

 

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Una macchia immeritata, collettiva e piuttosto estesa. Ne parlano le persone al bar del circolo: questa è Carmagnola, la città dei famosi peperoni quadrati con relativa sagra, la città della canapa, come si legge su una scritta nel sottopassaggio che porta al borgo di Santa Rita, la città del Conte di Carmagnola, prima tragedia del Manzoni sebbene non celebre come il resto. Carmagnola non può diventare la città di un quarantenne che manda all'ospedale un tredicenne a forza di calci, pugni e spintoni. [...]

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