carlo tavecchio

 "TAVECCHIO VATTENE" - LA STAMPA SPORTIVA CHIEDE LA TESTA DEL CAPO DELLA FIGC - ANDREA MONTI (DIRETTORE DELLA GAZZETTA): "IL NUMERO 1 DELLA FEDERCALCIO E GLI ALTRI RESPONSABILI DELL’ ELIMINAZIONE DAL MONDIALE NON SONO PIU’ PRESENTABILI. ANCELOTTI, PENSACI..." - ZAZZARONI (CORRIERE DELLO SPORT): "NEI PAESI CIVILI CHI FALLISCE L’APPUNTAMENTO-CHIAVE VA A CASA. INFANTINO PENSI ALLA FIFA" - IL TWEET DI RICCARDO CUCCHI - E CARESSA LANCIA UN'IDEA BIZZARRA...

IVAN ZAZZARONI

Tweet di Ivan Zazzaroni

 

Passeranno le ore, i giorni, la gente sarà presa dai grandi problemi del quotidiano, giustamente, e dal Natale, e chi dovrebbe andarsene subito sopravviverà al più grande fallimento della storia del nostro calcio, e tutto resterà come prima. Anzi, peggio di prima. #tuttiacasa

 

Il punto non è trovare un ct di prestigio ma con ripartire con gente nuova. Credibile. Nei Paesi civili chi fallisce l’appuntamento-chiave va a casa. Infantino pensi alla Fifa

 

Tweet di Riccardo Cucchi

Avrei preferito che Ventura si fosse dimesso, come Zoff e Prandelli. Ora il punto non è quanto sia simpatico o antipatico Tavecchio, il punto è: questo gruppo dirigente è in grado di avviare il necessario e profondo rinnovamento di cui il calcio italiano ha bisogno?

RICCARDO CUCCHI

 

 

 

2. EPPUR NON SI MUOVE

 

Andrea Monti per La Gazzetta dello Sport

 

No, non hanno capito. O fingono di non capire, che è pure peggio. E allora tocca ripetere in quattro parole magari un po’ brutali quanto già scritto con maggior grazia sulla Gazzetta nella notte della disfatta e poi certificato ampiamente dal sentimento popolare: se ne devono andare. Oltre a Ventura, anche Tavecchio e gli altri responsabili dell’incredibile eliminazione dal Mondiale non sono più presentabili. Non perché siano cattivi d’animo, portino sfiga o ci stiano sulle scatole a prescindere ma perché servono idee e facce nuove. E solo sgombrando il campo da quelle vecchie, il calcio italiano può rialzarsi e ripartire.

lapo elkann andrea monti urbano cairo

 

Eppur non si muovono… sebbene non serva Galileo per comprendere la frequenza su cui oscilla, tra sventure e trionfi, il pendolo della storia pallonara. Visto che attorno alla sede romana della Figc non mancano i bar, al presidente Tavecchio e ai vertici del nostro calcio sarebbe bastato un caffè al banco per annusare l’aria che tira. E invece ieri si sono rinchiusi nelle stanze eleganti a un passo da Villa Borghese, hanno serrato ranghi per anni dilaniati da sotterranee inimicizie e, con il dissenso aperto del solo Tommasi, hanno partorito un piano di salvataggio che sfida la saggezza e la decenza. L’obiettivo è conservare la poltrona a dispetto dei santi. Lo strumento prescelto è astuto: dare in pasto al popolo furente un nome indiscutibile. Per esempio affidare la panchina azzurra all’universalmente amato e stimato Carlo Ancelotti... Già, se lui ci sta chi li ammazza?

lapo elkann andrea monti urbano cairo

 

Infatti, è probabile che riescano a sopravvivere e che questo articolo si aggiunga come un coriandolo a tante altre parole al vento. Perché Tavecchio & C. sono parte di un organo elettivo e nessuno può farli saltare senza un motivo. Ovviamente motivi validi ce ne sarebbero in abbondanza, e lo vede anche un bambino, ma ne manca uno tecnicamente e legalmente inoppugnabile. Quindi nessuno può cacciarli. Non i giornali, non l’opinione pubblica, non il governo e neppure Malagò che ci ha tentato (ma dovrebbe continuare con vigore, qualche strumento di pressione in più lui ce l’ha…). Nessuno, dicevamo, tranne la voce della loro coscienza.

 

TAVECCHIO

In attesa che si faccia viva, sfuggente e beffarda come il fantasma di Godot, il palcoscenico resta ingombro e gli attori recitano a soggetto. Maluccio si direbbe. Ventura non schioda e preferisce farsi dimissionare per non smenarci i soldi restanti del contratto: beh, sul denaro e sui diritti non si discute ma anche la dignità ha un suo prezzo. O no? Quanto a Tavecchio si difende dicendo che in fondo lui in campo non c’era e rivendica i suoi meriti. Vero: dopo un inizio da brivido farcito di gaffe, ha raccolto buoni successi sul piano internazionale, aveva scelto Conte, ci ha portato la Var. Peccato che in democrazia ogni rappresentanza sia sorretta dal principio della responsabilità politica.

TAVECCHIO

 

Capisco che possa suonare altisonante e allora lo traduco nel linguaggio degli stadi: se perdi vai a casa. E non sarà - non dev’essere - Ancelotti o il Padreterno in persona a salvarti il lato B. Per questo chiudiamo con un consiglio non richiesto al più saggio, amabile e competente tra gli allenatori: pensaci Carletto. E se decidi di accettare la sfida definisci competenze e confini in maniera ferrea. Sei una colonna del nostro calcio, non la stampella dei suoi declinanti poteri.

 

 

 

 

 

CARESSA E L'IDEA DEL CT PART TIME

Fabio Caressa per sport.sky.it

 

Stamattina appena sveglio ho acceso Sky Sport 24 ed ero certo di trovare una notizia: dopo una notte insonne e di pensieri il nostro Ct ha rassegnato le dimissioni, mi sembrava l’atto minimo dopo ieri sera. Invece no. Sento di continui rimandi, sento di parole non dette, sento parlare addirittura di trattative su eventuali buone uscite. Ma di cosa stiamo parlando? Non è in gioco la dignità dell’allenatore, è in gioco la dignità della persona e, dignitosamente, dopo un fallimento come quello di ieri chi è il primo responsabile deve andare a casa e non deve discutere di soldi. In caso siamo noi a dover discutere dei soldi che gli sono stati dati fino ad ora.

 

carlo tavecchio

Mi pongo una domanda: è ancora credibile pagare 1, 2, 3 o 4 milioni di Euro una persona che lavora 15-20 giorni ogni anno? Non è credibile e non è nemmeno economicamente sopportabile. Sappiamo che i migliori allenatori vengono pagati tantissimo per un lavoro continuativo che dura una stagione o anni. Ecco, io credo che il nuovo pensiero sia questo: per arrivare agli allenatori migliori bisogna non avere un allenatore specifico della nazionale.

 

Bisogna avere dei commissari tecnici part time che abbiano il loro lavoro in una squadra di club e poi anche in nazionale, si pagherebbero di meno e ci sarebbe modo di arrivare ai migliori possibili sul mercato. Questo è un passo necessario, ce lo insegnano gli altri sport: basta pensare a Messina che con l’Italbasket ha fatto bene. Si può dire “eh ma così non hanno tempo di vedere i giocatori”, però siamo nel 2018, ci sono gli osservatori e in televisione si possono vedere tutti i campionati del mondo.

Fabio Caressa

 

Vi faccio un nome: Jose Mourinho. Già in passato aveva espresso il desiderio di allenare una nazionale, si era arrabbiato perché non gli avevano fatto allenare il Portogallo part time. Mourinho, o chi per lui, Conte per esempio, avrebbe modo di lavorare con calma e nel 2018 un Ct a tempo pieno è una cosa fuori dal tempo. Ce lo insegnano gli altri sport di squadra: Messina ha fatto bene e lavora tutto l’anno in NBA.

 

Questa deve essere la nuova strada, cominciamo a pensare moderno. Prendiamo un allenatore part time che abbia l’esperienza internazionale per fare quello che deve fare e che soprattutto ci costerebbe meno. Nel calcio italiano prima di tutto bisogna cambiare modo di pensare, bisogna aprirsi alla modernità.

zazzaroni su tavecchio MOURINHOmourinho festeggia in pigiama

 

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