
“A 15 ANNI UN NARCOS MI PUNTÒ UNA PISTOLA IN FACCIA. MI DISSE: ‘HAI UN FUTURO NEL CALCIO, QUI NON TI VOGLIO PIÙ VEDERE’” – FELIPE MELO, EX CENTROCAMPISTA DI FIORENTINA, JUVE E INTER, RACCONTA LA SUA INFANZA COMPLICATA NELLE FAVELAS BRASILIANE: “SE NON AVESSI FATTO IL CALCIATORE SAREI FINITO IN BRUTTI GIRI” – LA SVELENATA CONTRO L’EX ALLENATORE NERAZZURRO DE BOER: “DI CALCIO NON HA MAI CAPITO NIENTE, NON È CAPACE. NON PARLAVA ITALIANO, STAVA SULLE PALLE A TUTTI NELLO SPOGLIATOIO. È DURATO TRE MESI E HA COLLEZIONATO DISASTRI OVUNQUE” – I FALLACCI, LA RISSA CON CHIELLINI E L’ADDIO “FORZATO” A FIRENZE… VIDEO
Estratto dell’articolo di Francesco Pietrella per www.gazzetta.it
Felipe Melo ha avuto paura una volta sola. A 15 anni, in Brasile, si ritrovò faccia a faccia con un narcotrafficante alto e tatuato. "Ogni tanto frequentavo giri un po’ così. Un giorno quest’uomo mi prese da parte, mi guardò con due occhi che non ho mai dimenticato e disse che se mi avesse visto bazzicare ancora lì intorno mi avrebbe sparato. ‘Hai un futuro nel calcio, qui non ti voglio più vedere’. Gli ho dato ascolto. Ora non so che fine abbia fatto, credo sia morto". Felipe Melo è il solito fiume in piena. Rompe gli argini parlando di Inter, di Juve, del suo futuro da allenatore e del suo passato.
Se non avesse fatto il calciatore cosa avrebbe fatto?
"Forse sarei finito in brutti giri, ringrazio i miei genitori. Papà operaio, mamma casalinga. Sono cresciuto azzannando la vita e le difficoltà". […]
Sabato c’è Juve-Inter, la sua partita.
"Bei ricordi. Alla Juve ho giocato quasi cento partite, ma ero giovane e immaturo. Ho commesso dozzine di errori e li ho pagati tutti".
Del tipo?
"Una volta persi palla, il pubblico fischiò e mandai tutti a quel paese. Quando rientrai a casa mia moglie mi rimproverò. Ero un ragazzino: litigavo con tutti, rispondevo male, ero scontroso e nervoso. Discussi anche con Chiellini, com’è noto. Ormai abbiamo fatto pace: ci siamo salutati con affetto al Mondiale per Club. C’erano anche Infantino. È geniale: sta cambiando il calcio e lo stimo".
L’Inter la voleva già nel 2009.
"Sì, ma Corvino mi disse ‘o vai a Torino o vai a Torino. Non hai altre scelte’. I bianconeri pagarono la clausola di 25 milioni e infilarono Marchionni nella trattativa. Firenze non la prese bene, mi contestò parecchio: lì è nata la mia prima figlia, ho amato il Franchi e la città".
Inutile chiederle per chi tiferà sabato.
"L’Inter è nel mio cuore. A casa ho ancora la prima pagina della Gazzetta dopo un mio gol al Verona, quando andai a baciare mia moglie. Era il 2015, c’è scritto ‘fuga al bacio’. Quando Mancini mi chiese di venire non esitai, mi dispiace essere rimasto poco".
Se si trovasse davanti Frank de Boer cosa le direbbe?
"Di calcio non ha mai capito niente, non è capace. Parlò male anche di Gabigol, chiamandolo ’Gabi-ex-gol’. Non parlava italiano, stava sulle palle a tutti nello spogliatoio. Infatti è durato tre mesi e poi ha collezionato disastri ovunque. Grazie a Dio quell’anno arrivò Pioli". […]
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