
“IL PRANZO AL SACCO DI ADANI? OGNUNO HA IL SUO STILE” - SANDRO PICCININI, OGGI VOCE DI “PRIME VIDEO” PER LA CHAMPIONS, RIVELA IL “FASTIDIO QUELLE SECONDE VOCI CHE NON RISPETTANO I TEMPI E SONO LOGORROICHE -"GLI ASCOLTI DELLE PARTITE NON DIPENDONO DALLE TELECRONACHE. A VOLTE C'È CHI DICE: LA MIA PARTITA HA FATTO 5 MILIONI, MA È LA PARTITA IN SÉ CHE ATTRAE O MENO GLI SPETTATORI" – "MI PIACEREBBE AVERE ADANI COME SECONDA VOCE? NON LO SO, NON HO IDEA”- LA LEZIONE DI BERLUSCONI QUANDO CHIAMO’ NELL’INTERVALLO DI UNA TELECRONACA E LE TELEFONATE DI MOGGI
Cosa c'è dietro le quinte del calcio raccontato in tv, com'è cambiato lo stile delle telecronache e quanto sono importanti il rispetto dei tempi e dei ruoli nel rapporto con le seconde voci.
Nell'intervista a Fanpage.it, Sandro Piccinini, conduttore e telecronista, oggi voce di Prime Video, spiega tutto. "Ognuno ha il suo stile poi dipende dai direttori di Rete, se va bene a loro…". Non mancano gli aneddoti: quella volta che Silvio Berlusconi lo chiamò nell'intervallo di un diretta per fargli una ramanzina bonaria; le reazioni umorali dei club ai commenti in trasmissione ("compreso il Milan, che non ci mandò giocatori"); le telefonate di Luciano Moggi quando tra i casi da moviola c'erano quelli che riguardavano la Juve.
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A proposito di seconde voci, c'è mai stato qualcuno che l'ha messa in imbarazzo in diretta?
"Può succedere ma, a dire il vero, da questo punto di vista sono sempre stato abbastanza fortunato. Oggi addirittura capita che il telecronista vuole fare anche la seconda voce e l'opinionista. Adesso lavoro con Ambrosini ma ho avuto con me anche Aldo Serena, Di Gennaro, Cravero.
Tutti molto preparati. In generale, non ho alcun problema se la persona che commenta la partita ha un'opinione diversa dalla mia. Non c'è nulla di male né mi crea imbarazzo. La cosa veramente importante sono il rispetto dei tempi e dei ruoli. Se ci sono queste due premesse, si può avere anche un parere diverso e il prodotto telecronaca non ne risente".
Cosa non le piace di un certo modo di fare telecronaca?
"A me danno più fastidio quelle seconde voci che non rispettano i tempi, che sono logorroiche, che straparlano anche durante l'azione in corso e quello secondo me è un danno per la telecronaca".
Avrebbe fatto anche lei il "pranzo al sacco" in telecronaca per Israele-Italia?
"Ognuno ha il suo stile… E se a un direttore piace un certo stile è giusto che proponga quello stile lì, perché sono i direttori che scelgono i telecronisti e non vengono scelti dal popolo. Poi, però, va chiarito un equivoco: gli ascolti delle partite non dipendono dalle telecronache. A volte c'è chi dice: la mia partita ha fatto 5 milioni, ma è la partita in sé che attrae o meno gli spettatori. È il pubblico che decide di vederla o meno, non c'è una dipendenza diretta con la telecronaca. Al massimo si può fare una ricerca sugli indici di gradimento, come si faceva una volta".
Le piacerebbe avere Adani come seconda voce?
"Non lo so, non ho idea. In genere l'affiatamento con la seconda voce parte anche da un rapporto privato e di conoscenza, di feeling molto forte anche fuori dal campo. Non giudico le persone che non conosco.
valentino tocco sandro piccinini
Ho una mia idea sulla stile in onda ma è inutile dire: mi piace questo o quello… anche perché il pubblico vede comunque la partita. Ripeto, sono i direttori che fanno le scelte. E se le fanno, significa che hanno le loro buone motivazioni. A volte, per una telecronaca, si può scegliere anche un personaggio più popolare e un po' meno bravo perché più popolare di un altro. Dipende da quello che sta bene ai direttori".
Agnelli era solito chiamare gli allenatori di buon mattino, Berlusconi quando e come si faceva sentire?
"È intervenuto più volte anche sulle telecronache. Ricordo che durante un Real Madrid-Barcellona, una delle prime partite importanti che facevo per Italia 1, iniziai facendo l'elenco di tutti i calciatori di rilievo che erano assenti nel Real. Io partii dicendo subito tutte le informazioni, che sarebbe stata una partita difficile per il Real e a metà incontro, nell'intervallo, siccome la stavo facendo in studio a Milano, il direttore mi chiama e mi dice: c'è Silvio Berlusconi, ti vuole parlare…".
Cosa provò in quel momento?
"Lui mi disse subito: guardi, complimenti, è una bellissima voce, è la prima volta che la sento per intero… molto molto bene davvero. Peccato che molti avranno cambiato canale".
Ahia…
"Io mi sentii gelare. E dissi: in che senso, dottore? Mi rispose: pronti, via… ha fatto subito l'elenco degli assenti, così mi ha tolto i motivi per vedere la partita. Ed era una lezione che più tardi ho ricordato. In effetti prima è giusto dire i motivi per cui devo vedere la partita, un attimo dopo si possono dare pure le informazioni complete. E partire proprio con l'elenco degli assenti non è stato il massimo perché togli tutto l'interesse. Ma questo è solo un esempio. Tante volte Berlusconi chiamava anche perché fossero regolate le luci in studio, una scenografia, l'abbigliamento e tanto altro ancora".
C'è mai stato qualche presidente di club, dirigente o allenatore che l'ha chiamata per lamentarsi dei commenti?
"Si può dire che il lunedì, dopo Controcampo, passavo un bel po' di tempo al telefono. Tutte le società chiamavano, compreso il Milan che una volta si arrabbiò per alcuni commenti e non mandò giocatori in diretta per un po'. È così che reagivano tutti i club. Però, avevamo studiato una formula con degli ospiti fissi a prescindere dai giocatori, che ci ha aiutato durate i periodi di blackout… a seconda del periodo di squalifica, diciamo così, che ci davano".
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In campionato ci sarà il mucchio selvaggio o c'è qualcuno che prende il largo?
"In campionato vedo il Napoli davanti a tutti. Poi c'è l'Inter, se riesce a mettere a posto certi aspetti interni e tattici ha le qualità per competere. In terza fila vedo la Juventus poi c'è sempre il campo che dice tutto e cambia le cose".
Ha ancora la sigla di Controcampo come suoneria sul cellulare?
"No, no… (sorride, ndr). Era una bellissima sigla. Sono felice per il nostro regista, Giancarlo Giovalli, e per i programmi che sta facendo adesso. Tutto lo staff di Controcampo è sempre nel mio cuore, compresa la sigla".
LUISA CORNA E SANDRO PICCININI
SANDRO PICCININI
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alba maiolini sandro piccinini giancarlo dotto e giuseppe di piazza
Sandro Piccinini
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DANIELE ADANI
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SANDRO PICCININI