carlo ancelotti insigne cristiano ronaldo

LA GUERRA DEGLI ATTACCHI – SARRI A CASA CON LA POLMONITE, L’INFORTUNIO DI DE LIGHT E L’INFORTUNIO DI CHIELLINI: UNA JUVE ACCIACCATA AFFRONTA IL NAPOLI NEL PRIMO SCONTRO DIRETTO DELLA SERIE A – L’INCONTRO È PIÙ DI UNA PARTITA DI CALCIO: È UNA BATTAGLIA DI UOMINI E DI FILOSOFIE, A SUO MODO UN DERBY: SARRI E ANCELOTTI SONO “FIGLI” DI SACCHI E ENTRAMBE LE SQUADRE VOLEVANO ICARDI…

 

 

Luigi Garlando per “la Gazzetta dello Sport”

sarri

 

Non ci sta su una locandina tutto quello che Juve-Napoli ha da offrire questa notte. Il primo incrocio scudetto, il primo Sarri juventino contro il Napoli, un altro Ancelotti contro la Juve, il debutto di De Ligt, precettato dall' infortunio dello sfortunato Chiellini. Ma dovendo scegliere una cosa sola da strillare, diremmo: la guerra degli attacchi.

de ligt

 

Che non è solo una battaglia di uomini, ma anche di filosofie. I piccoletti del Napoli contro la stazza di Higuain e la tartaruga di Cristiano Ronaldo. L' occupazione degli spazi (Juve), contro la creazione degli spazi (Napoli). Il presidio del territorio, tipico di una squadra governo (Juve), contro la guerriglia veloce tipica dei rivoluzionari (Napoli). Una Treccani: tutte le opzioni per attaccare una porta. Partita enciclopedica, a suo modo un derby: le due squadre che volevano Mauro Icardi.

Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti sono di figli di Arrigo Sacchi.

 

sacchi sarri guardiola

Partiamo da qui. Il Maestro racconta che nel suo primo Milan non abbondavano i giocatori capaci di saltare l' uomo. Colombo non aveva una tecnica esagerata, Evani difettava di cambio di passo, ad Ancelotti avevano accertato il 20% di inabilità alle gambe. La scelta di creare spazi offensivi attraverso il movimento collettivo, e non individuale, era più necessità che filosofia. Sacchi però ce l' aveva un centravanti vero, anzi, il più vero della storia: Marco Van Basten.

 

cr7 sarri

In quel Milan leggendario c' erano già quindi in embrione i principi che avrebbero portato alla diversa interpretazione del ruolo: il centravanti falso e quello vero; il numero 9 fatto d' aria, cioè di spazio liberato, e quello fatto di muscoli. Stanotte assisteremo alle due versioni, a mister invertiti, potremmo dire. Perché a gestire il tridente leggero dei guerriglieri sarà Ancelotti, uno abituato a coccolare centravantoni: Drogba, Ibra, CR7, Lewandowski Mentre a guidare bomber di razza ci penserà Sarri che ha fatto del movimento e del palleggio corto la sua bandiera. Molti degli attaccanti in campo stasera a Torino si sono trasformati nel tempo. Vediamo come.

 

juve napoli

Ai tempi napoletani di Higuain, uno dei tre piccoletti era di troppo. In genere Mertens, che entrava a partita in corso. Prendiamo l' ultima stagione azzurra del Pipita, quella delle 36 reti (2015-16). Callejon e Insigne scortavano come paggi il Re del gol. Ora la situazione si è quasi capovolta. I tre napoletani si sono messi in proprio (tutti in gol nel debutto di Firenze), mentre il Pipita è andato a servizio da CR7: nessuno tiro nello specchio e 2 sponde a Parma. Una partita non può offrire una fotografia definitiva, ma certi numeri sono comunque significativi. Callejon (6 ), Mertens (5 ) e Insigne (4) si sono distribuiti in modo quasi uguale i tocchi in area, a riprova che il belga è il centravanti ufficiale per il tabellino, ma nella realtà i tre si alternano al tiro, a rotazione, e questa è la vera forza del tridente: la imprevedibilità. Nella prima di campionato, i tre napoletani hanno raccolto più gol (4-0), più tocchi in area (15-9) e più tiri in porta (6-2) della coppia juventina.

CR7 SARRI - 2

 

Per De Ligt, dalle lunghe leve, un debutto insidioso contro le tre schegge. In attesa delle idee di Sarri, i movimenti dell' attacco bianconero sono più prevedibili, con Cristiano che converge da sinistra e cerca il triangolo col Pipita per andare al tiro. Quando era un napoletano al centro del tutto, Higuain toccava in media 45 palloni a partita. A Parma ne ha giocati 37, quasi la metà di CR7 (60). Un assistente. Al contrario Insigne, nella stagione scorsa, ha diminuito assist e aumentato i tiri.

napoli arsenal insigne ancelotti 1

 

Ma, al di là dei numeri, il calcio è anche (soprattutto) una faida di personalità. Una anno fa, alla settima, Cristiano trascinò la Juve con due assist e mezzo e il Napoli, sconfitto allo Stadium 3-1, scivolò a -6 già a settembre.

 

higuain sarri

Higuain alla prima da juventino contro il Napoli segnò il gol partita e nel torneo successivo gelò il San Paolo. Sono questi gol, dalla pesantezza speciale, che portano gli scudetti. Il tridente del Napoli deve ancora imparare a farli. Di Insigne si ricorda il rigore sbagliato nel finale dell' ultimo Napoli-Juve e lo sciagurato pallonetto steccato contro l' Inter. E' questa la risposta più attesa dal Napoli stanotte: un salto di personalità e di maturità. Il risultato conta poco.

 

juventus napoli

Siamo all' inizio. Conta molto di più l' impressione che può lasciare la rivale più accreditata nella testa dei campioni che non hanno le solite sicurezze. La nuova identità tattica è lontana, si fatica a chiudere un mercato sofferto, il grave infortunio del Chiello, leader etico prima ancora che capitano e difensore, è un trauma. Ancelotti invece ha una squadra collaudata e ben definita, in crescita. Oggi una sconfitta farebbe più male alla Juve che al Napoli. Forse questa è la vera novità.

sarri e allegrisarrihiguainjuve napoliil gol di koulibaly in juventus napoliil gol di koulibaly in juventus napoli juventus napoli juventus napoli juventus napoli juventus napoli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”