mancini gravina 2

“L’ARABIA SAUDITA NON C’ENTRA NULLA” – LA VERITA’ DI ROBERTO MANCINI SULLE DIMISSIONI DA CT DELLA NAZIONALE E L’ATTO DI ACCUSA NEI CONFRONTI DI GRAVINA – “SI È INIZIATO A TOCCARE UN PO’ DI COSE. IO AVEVO BISOGNO DI TRANQUILLITÀ PER LAVORARE” (IL MANCIO AVEVA CHIESTO DI TOGLIERE LA CLAUSOLA CHE PREVEDEVA L’ESONERO AUTOMATICO IN CASO DI MANCATA QUALIFICAZIONE A EURO 2024 MA GRAVINA HA DETTO NO) - SI ASPETTAVA CHE IL PRESIDENTE FIGC POTESSE TRATTENERLA? “SE UNO VUOLE, LE COSE PUÒ FARLE CAMBIARE. MA ORA STANNO PRENDENDO SPALLETTI…”

Estratto dell'articolo di Xavier Jacobelli e Fabrizio Patania per il Corriere dello Sport

«Non sono scappato da nessuna parte. Non ho ucciso nessuno. Non credo di meritare tutto il fango che mi stanno buttando addosso. Non ho ammazzato nessuno, merito rispetto. E l’Arabia Saudita non c’entra nulla. Proprio nulla».

MANCINI GRAVINA

 

Nella lunga e caldissima mattinata di Mykonos, dalle isole Cicladi, parla Roberto Mancini. Ha voglia di spiegare e di raccontare. Due lunghe telefonate, ripetendo gli stessi concetti, riunite in una sola intervista. La delusione per una decisione sofferta, spiazzante, di cui forse non si rende ancora bene conto per l’effetto prodotto e le modalità di esecuzione, si mescola con la rabbia per le reazioni velenose e le critiche provocate dalle sue dimissioni.

 

gravina mancini

Sorprendenti per gli italiani e la Federazione. Meno per chi aveva raccolto l’indiscrezione di una possibile off erta in arrivo dall’Arabia Saudita e qualche turbamento per il faticoso parto del nuovo staff tecnico, uffi cializzato il 4 agosto in via Allegri. Lunedì scorso lo avevamo chiamato per salutarlo e verifi care se l’ipotesi araba potesse acquistare realmente consistenza. «No, non è vero» ci aveva risposto. Molto meno rassicurante era sembrato a proposito dei temi legati al suo lavoro azzurro, alle novità appena partorite, ai prossimi impegni. Ci aveva quasi gelato al telefono: «Di fronte a questo, che fai? O ti dimetti o vai avanti. Io vado avanti».

 

mancini gravina 2

Un dubbio ci aveva assalito, chiudendo la conversazione. Mister, ci vediamo in Macedonia? La risposta era stata affermativa: «Sì, vado avanti». I saluti, fi ssando l’appuntamento classico a fi ne mese per le probabili convocazioni. È seguito il silenzio, interrotto domenica, quando è arrivata la notizia delle dimissioni, di cui ha deciso di parlare ieri.

 

Gli italiani non hanno capito perché lascia la Nazionale, qual è il motivo? «Perché dopo cinque anni e mezzo può succedere, ne mancavano altri due e mezzo di contratto, era da mesi che ci stavo pensando, forse era arrivato il momento di lasciare, perché quando certe cose, certe situazioni, cambiano all’interno, vuol dire che comunque si sta andando verso la fine. Lo ripeto, non credo di aver ammazzato e di aver mancato di rispetto. Non ho ucciso nessuno. Mi dispiace aver letto e sentito certe cose. Ho sperato di poter andare avanti perché allenare l’Italia mi piaceva moltissimo, però, quando poi le situazioni cambiano e capisci che è arrivato il momento di lasciare, devi anticipare i tempi delle tue decisioni e, ripeto, con grande dispiacere, l’ho fatto. Lo so, il momento, ma c’è anche una squadra che ha fatto la Nations a giugno, non la lascio per la strada e non parte il campionato domani mattina, anche se c’è poco tempo. Quando prepari una Nazionale hai una sola settimana di allenamento. Questo è il nostro lavoro purtroppo, ma non mi sembra giusto tutto quello che ho sentito. Era il momento di lasciare».

mancini gravina

 

In federazione sono offesi. Si sentono parte lesa, siamo a Ferragosto, non è stato un addio usuale alla Nazionale.

«È dal 7 agosto che parlo con la Federazione. La decisione è stata presa adesso, ci sono venticinque giorni agli impegni con Macedonia del Nord e Ucraina (non tanti per la verità, ndr). Mi dispiace, certo. Potevo anticipare di una settimana la mia scelta, questo sì. È quanto mi rimprovero. Le nomine delle nazionali erano state ufficializzate il 4 agosto. Non è passato troppo tempo da allora». Ci spieghi meglio la storia dello staff. Ha accettato, come dicono in via Allegri, o non ha accettato il riordino dei quadri tecnici? Gravina le aveva consegnato il coordinamento delle Under 21 e 20, certe scelte risulta siano state indirizzate da Mancini. «Non è che non fossi d’accordo con la nomina a supervisore: in quanto allenatore della Nazionale A, avevo dato indicazioni riguardo l’Under 21 e l’Under 20 e i giocatori che la massima rappresentativa avrebbe potuto attingere da queste due squadre. Potevo essere il coordinatore, ma la faccenda non era così importante...».

 

 

gabriele gravina e roberto mancini

Le motivazioni dell’addio sono legate agli stimoli, alla stanchezza che avvertiva, non solo ai cambi, in parte condivisi e in parte “accettati”, all’interno del Club Italia? «Le motivazioni sono un po’ tutte. Quando si inizia a parlare di cose che comunque competono al nostro lavoro, è il mio parere, penso sia giusto cambiare. Quando si cambiano delle cose e non si è sempre sul pezzo, è meglio per tutti cambiare. Quindi... Ho cercato di andare avanti perché ci tenevo tanto, purtroppo le cose finiscono». Dello staff era rimasto Salsano. Evani è andato via. Lombardo, Nuciari, Di Salvo, ancora in Federazione, ma più distanti dal suo gruppo di lavoro. Non confermato Sandreani. Gravina voleva rinnovare, così sapevamo da un anno.

 

«Quando le cose cambiano o iniziano a cambiare, secondo me non si è più sulla stessa lunghezza d’onda e prima che accada qualcosa di più grave è sempre meglio anticipare, sebbene l’abbia fatto con grande dispiacere. Alla Nazionale tenevo moltissimo».

 

roberto mancini a ibiza foto whoopse 8

Gravina dice che vi siete sentiti venerdì e poi nella serata di sabato sono arrivate le dimissioni via Pec.

«Vero. La prima volta ci siamo scambiati dei messaggi il 7 agosto. Ci siamo risentiti al telefono. E dopo altri due giorni ho mandato la Pec. Un atto dovuto, l’unico possibile dal punto di vista formale, solo così avrei potuto dimettermi. Punto. Dovevo fare questo, mandare una Pec, avendo maturato la decisione di lasciare. Poi dopo le cose potevano cambiare».

 

In che senso potevano cambiare? Si aspettava che Gravina potesse trattenerla?

«Certo. Se uno vuole, le cose può farle cambiare».

È ancora una possibilità oppure no? «No... Penso stiano prendendo Spalletti, al quale faccio tanti auguri».

 

roberto mancini a ibiza foto whoopse 6

In Federazione e non solo sostengono che Mancini abbia deciso per una questione di soldi, allettato da una ricchissima offerta. Si parla di Arabia Saudita.

«Guardate, di offerte ne ho sempre avute, ne ho avute dopo l’Europeo, durante l’Europeo, prima e dopo l’elimi nazione dal Mondiale. Ne ho sempre avute e ne ho, perché faccio questo lavoro. Sono un allenatore e nel momento in cui mi capiterà la proposta che mi piace la accetterò. Il motivo per cui ho lasciato la Nazionale non è sicuramente questo, altrimenti lo avrei fatto prima. Per me l’Italia è venuta sempre prima di tutto. Poi, dopo tanti anni, ho ricevuto diverse proposte che valuterò nelle prossime settimane (anche il Messico, ndr), ma al momento non c’è niente di concreto. Faccio l’allenatore, non è che possa stare fermo. Certo, se capita qualcosa che m’interessa... Però l’Arabia Saudita non c’entra nulla».

 

Dunque nel momento dell’indecisione avrebbe voluto avvertire più fiducia. Questo sta dicendo? «Se mi avessero dimostrato che mi volevano comunque… Ho pensato una cosa che non mi è stata poi dimostrata. Io avevo bisogno di tranquillità per lavorare perché secondo me si è iniziato a toccare un po’ di cose, sono venute meno certe situazioni. Questo è il mio dispiacere».

 

roberto mancini a ibiza foto whoopse 7

Non si può dire che Gravina e la Federazione non l’abbiano difesa e protetta dopo l’esclusione dal Mondiale. Per quanto potessero esserci idee diverse su come andare avanti, gli italiani sono rimasti sorpresi. Mancini ha spiazzato tutti.

«Ma non è successo niente... Cambia l’allenatore. Ho vinto l’Europeo, è la cosa più bella che abbia vinto e che resta lì. Ho deciso di lasciare, non mi sentivo più di andare avanti, non perché abbia ricevuto altre off erte, lo ripeto».

 

Il sogno sarebbe stato lasciare l’Italia dopo il Mondiale 2026, sembrava questo il suo obiettivo.

«Eh... Molto, mi pesa molto non poterci arrivare, perché ci tenevo, ma la vita è così». Qualche contraddizione resta. «La decisione è mia, come ho detto prima. Il presidente Gravina non c’entra nulla, sicuramente credo che quando inizi a cambiare certe situazioni si rovina qualcosa. Tutto qui. Le cose poi finiscono, basta. Non c’è bisogno di buttare o far buttare addosso da altri della spazzatura, diciamo della rumenta, per forza. Sono state scritte cose assurde, come è successo in queste ore».

roberto mancini a ibiza foto whoopse 3

 

(…) Dopo la Pec con le dimisssioni, ha più sentito Gravina?

«No, non l’ho sentito».

E i suoi collaboratori, da Oriali a Lombardo che ha preso l’Under 20, che faranno?

«Non lo so, non li ho ancora sentiti, molti di loro non sapevano niente».

 

 

 

 

 

roberto mancini a ibiza foto whoopse 5

 

roberto mancini a ibiza foto whoopse 2silvia fortini e roberto mancini a ibiza foto whoopseechicco evani roberto mancini 3roberto mancini a ibiza foto whoopse 4

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…