raiola

I CALCI DI RAIOLA - “VOLEVO LA ROMA. AVREI CACCIATO TOTTI" - "IL PROPRIETARIO DI UN CLUB? NON POSSIEDE UN CAZZO. SOLO 60 STIPENDI DA PAGARE" - IL PRIMO AFFARE CON FERLAINO DEL NAPOLI, “E LA PRIMA INCULATA” - L’ODIO DI FERGUSON - "IBRA? PUO’ TORNARE AL MILAN"

RAIOLARAIOLA

Malcom Pagani per “www.gqitalia.it”

 

Mino Raiola conosce 8 lingue «e non ne parlo bene nessuna». Dice «guarizione» invece di guarigione e trasforma «incredibile» in «incredibilità». Ha il naso di Cyrano e il ventre di Sancho Panza («La mia prossima battaglia è la dieta»), ma gregario non si è mai sentito: «Se qualcuno mi ordina di fare una cosa, io per principio faccio il contrario, mi impunto e gli dimostro di essere libero».

ZemanZeman

 

Mino Raiola, procuratore, scarpe grosse e cervello rapido, è milionario. E milionari sono i suoi assistiti − Ibrahimovic, Pogba, Balotelli, Donnarumma − che agitano estati, conti correnti e desideri dei presidenti: «Ai calciatori domando: “Vuoi diventare il più pagato o il migliore?”. Se rispondono “il più pagato” gli indico la porta.

 

Il pittore che dipinge un quadro per denaro e non per passione non lo vende. I soldi sono molto importanti, ma se li insegui non arriveranno mai e con il tempo finisci per capire che c’è sempre qualcuno più ricco di te». Montecarlo. Sul porto splende un sole freddo. Raiola illustra il panorama: «Fino a quel punto è Francia, Monaco inizia al di là del muro».

 

Mino RaiolaMino Raiola

Lei qui ha la residenza.

Sono sempre in giro, a Monaco vivono i miei figli e mia moglie. Convincerla è stato difficile. Per anni mi ha tormentato con Foggia, la sua città: «Il paradiso, il posto più bello del mondo». Io sono ignorante e 25 anni fa Foggia non sapevo neanche dove fosse.

 

A Foggia portò Bryan Roy dall’Ajax.

Si trovò ad allenarsi nel parcheggio: «Ma dove mi hai portato?». Poi cambiò idea. Lo adoravano, gli dedicavano i cori: Abbiamo un angioletto biondo/adesso è diventato nero/ segnerà presto per noi/si chiama Bryan Roy. A Foggia mi trasferii per un anno. Con quel genio di Casillo e con Zeman diventammo amici. Fumavamo, scherzavamo: «Zdenek, tu di calcio non capisci veramente un cazzo».

Vittorio Cecchi GoriVittorio Cecchi Gori

 

Litigavate mai?

Si ferma il campionato per le nazionali, partono tutti e parto anch’io. Resto due giorni ad Angri e poi torno da Zeman: «Ciao mister, come stai?». Silenzio. Gli offro una sigaretta. Lui è tirchissimo e accetta, ma non mi rivolge la parola: «Oh, ma che cazzo hai?». «Dove sei stato? Se lasci Foggia mi devi avvertire, non conosci le Tavole della Legge?». «Hai bevuto ieri sera, mister? Io non sono un calciatore e tu non sei Dio, faccio come voglio». «O sei nel gruppo e rispetti le regole o sei fuori», rispose. Ci pensai. Aveva ragione. Gli chiesi scusa. Gli ho voluto veramente bene.

 

Siete ancora amici?

Mino RaiolaMino Raiola

Ci siamo un po’ persi e mai veramente ripresi. Anni fa, con un colpo pazzesco, presi la procura di Nedved. Glielo dissi e sbiancò. Gli rodeva che avessi trovato un giocatore ceco e temeva che qualcuno pensasse: Zeman ci guadagna. Mi disse: «Lo devi lasciare stare», gli risposi di no. Gli promisi di portarlo alla Lazio. Un giorno, Zdenek mi telefonò in piena trattativa: «Tu sei pezzo di merda, non hai rispettato parola».

 

Per un equivoco con l’intermediario, Nedved rischiava di andare al Psv. Risolsi la grana e Pavel approdò a Roma. Zeman ne decise arbitrariamente lo stipendio: «200 milioni per ragazzo sono più che sufficienti». Il resto della rosa guadagnava il quadruplo, litigammo e non ci parlammo per mesi. L’ingiustizia la sanò Zoff. Un signore. Come Cragnotti.

 

Calciatori, presidenti, agenti. Gente in continua emigrazione.

FERLAINOFERLAINO

Da Angri, capitale mondiale del pomodoro pelato, i miei si erano spostati in Olanda, ad Haarlem, in cerca di fortuna. Annunziata Cannavacciuolo, mia madre, era l’ambizione e l’orgoglio. Mio padre Mario, l’idealismo. Vivevamo con uno zio panettiere e, se toglie la parte criminale, la casetta sembrava il set de Il Padrino. Ragù, salami, spettacolini. Il periodo più felice della mia vita.

 

I suoi aprirono un ristorante.

Napoli, aperto 24 ore al giorno. Volevano rieducare gli olandesi: «Il cibo fa schifo, insegniamogli a mangiare». Papà rientrava alle 4 del mattino, non lo vedevo mai, decisi di dargli una mano. Un giorno arriva un cliente. È vestito male e sembra sporco. Non mi muovo. Sento la voce di papà che mi dice: «Mino». Io scatto subito, meglio non contraddirlo. Devo a lui se oggi sul lavoro sono molto duro.

Mino RaiolaMino Raiola

 

E lei?

Silenzio assoluto. In un ristorante cresci in fretta. Impari a prenderti le tue responsabilità. Oggi quando un affare fallisce non penso mai: È colpa degli altri, ma sempre: È colpa mia.

 

Come andò con quel cliente?

Vedo che ha scelto la bottiglia più costosa e dico a papà: «Sei sicuro che possa pagare?». «Mino, esistono due tipi di clienti. Il cliente e il cliente. Stappa il Sassicaia e sbrigati». Lo straccione era ricchissimo. Fu una lezione. Non giudico più dalle apparenze. Come mi insegnò il mio professore di storia, chiedo sempre: perché? Se la risposta non mi convince, non muovo un dito.

 

GQ ITALIA COVERGQ ITALIA COVER

Avrebbe voluto diventare calciatore.

RITA RUSIC MIAMIRITA RUSIC MIAMI

Ora mi vede grasso, ma ero forte. Poi smisi e pensai di diventare avvocato. Qualche esame di Legge l’ho anche sostenuto. Su certi aspetti legali ancora oggi non ascolto nessuno.

 

È stato ingannato agli inizi?

Primo affare con Ferlaino, del Napoli, e prima inculata. Mi doveva 10 milioni di lire. Mi ricevette mieloso: «Siamo napoletani, Mino. Abbiamo una parola sola, noi». I soldi non li vidi mai. Papà diceva: «La parola la perdi un’unica volta, poi perdi il diritto di averla».

 

I presidenti di una volta...

Un altro mondo. Molto prima di portare Roy a Foggia, ballò l’ipotesi Fiorentina. Andai da Cecchi Gori. Era indeciso se prendere Laudrup o Roy. Mostrò le foto a Rita Rusic: «Prendiamo il Brian biondo o il Bryan nero, amore?».

IBRA GALLIANI RAIOLAIBRA GALLIANI RAIOLA

 

«Io preferirei il cioccolatino, ha una faccia molto più dolce». Andai da Mario Cecchi Gori per chiudere l’affare. «Mi girano le palle», mi disse. Era convinto che la nuora avrebbe finito per spolparlo. Poi Van Gaal pose il veto e Cecchi Gori risparmiò i suoi soldi. 

 

Quanto è cambiato il calcio?

La percezione dei dirigenti italiani era quella che oggi abbiamo di arabi o cinesi. Ricche teste di cazzo pronte a svenarsi. L’acquisto di Maradona creò scandalo: «Come fa una città come Napoli a spendere tanto per un calciatore?».

 

E come sta il calcio italiano?

TAVECCHIOTAVECCHIO

Se perde la passione della gente che tiene ancora in vita l’Arca dei diritti tv, si ritrova nella merda. Non si è investito a tempo debito. Nessuno ha cercato un’evoluzione o creduto nell’incredibile: si fa politica per ostruire, non per costruire. Finché ci sarà gente come Tavecchio, moriremo ogni giorno. Non è un fatto personale: vuoi dargli un posto perché non ha niente da fare? Daglielo.  Ma, parlo anche di Uefa e Fifa, mettiamo al comando i rivoluzionari. Sa una cosa?

 

Dica, Raiola.

RAIOLA BALOTELLIRAIOLA BALOTELLI

In Italia il proprietario di un club non è proprietario di un cazzo. Possiede solo 60 stipendi da pagare. Se la squadra vince, è un eroe; se perde, è un coglione da impalare. Comandano i tifosi. Oggi chi è intelligente nel calcio italiano. Se butti 90 milioni dalla finestra senza ritorni non hai un valore, ma una perdita secca. I Glazer nel Manchester United non hanno messo un pound, ma hanno portato managerialità e strategia. Hanno trovato una squadra nello sprofondo, sono in attivo di un po’ di miliardi.

 

Comprerebbe mai un club?

RAIOLA E POGBARAIOLA E POGBA

Fui più vicino di Pallotta a comprare la Roma con alcuni soci. Avrei voluto rifondarla iniziando dall’allontanamento di Totti. Lui è un pezzo di storia, ma volevo partire con volti nuovi e senza pesanti eredità. All’epoca, UniCredit, piena di sportelli in città, non era proprio entusiasta.

 

Pogba andrà al Chelsea?

Non adesso, non credo, ma non escludo mai niente. Il mio lavoro non è portare tutti al Chelsea. Non sono un tassista. Gestisco gente, di cui sono orgogliosissimo, che non è mai uscita dalla provincia. Il mio mestiere è aiutare le persone a trovare la loro dimensione, a credere nell’incredibile. Con i ragazzi non ci sono contratti. Basta una stretta di mano: o tutto o niente. Ci troviamo e ci capiamo, però se non ci capiamo più, poi, liberi tutti.

 

Come ha convinto Pogba?

Non l’ho convinto né lui ha convinto me. Fu un amico a dirmi: «Mino, segui quel ragazzo». Gli diedi retta. Lo vidi giocare e mi innamorai. Poi ho anche scoperto che condividevamo gli stessi valori.  

 

TOTTITOTTI

Lei si piace?

In verità mi trovo noioso.

Ogni tanto la spara grossa: ha detto che Donnarumma varrà presto 170 milioni di euro.

Rivediamoci fra tre anni per riparlarne.

 

Ibrahimovic tornerà in Italia?

Potrebbe. C’è un discorso avviato con una squadra in cui ha lasciato il segno.

 

È il Milan?

Sì. Ibra ha dimostrato di poter fare gesti incredibili. Anche di rinunciare a tanti milioni per andare al Milan. A oggi, ancora non ha scelto.

 

Balotelli è finito?

DONNARUMMADONNARUMMA

Vale sempre la livella di Totò. Uno è finito solo quando è morto. Mario ha fatto passi importantissimi nella sua vita privata, e ora che non fa più stronzate deve ritrovare il suo equilibrio da calciatore. Perché è un grande calciatore. Se Balotelli avesse avuto la mentalità di Zlatan, Messi avrebbe avuto qualche pallone d’oro in meno. Mi dispiace per Mihajlovic, con Mario si è comportato da grande uomo.

 

Con lui e con Cruijff ha litigato molto.

PALLOTTAPALLOTTA

Cruijff, grandissimo giocatore, prendeva applausi a prescindere, anche se diceva che il pallone è quadrato. Io dissentivo. Con Mihajlovic andò anche peggio. Gli avevo dato del razzista e lui a me del pizzaiolo. Ma ho dovuto ricredermi e si è ricreduto anche Ibra. Una volta, anni fa, voleva partire in macchina di notte per picchiarlo, ora sono grandi amici.

 

FERGUSON BECKHAMFERGUSON BECKHAM

Raiola ha più amici o nemici?

Ferguson dice di non aver mai odiato nessuno tranne me. È un grande complimento. Se non hai nemici, non hai lavorato bene. Le cose normali le fanno tutti. Io muovo l’aria. Muovo i sogni. E ogni tanto faccio incazzare qualcuno. 

cruyff 6cruyff 6mihajlovic balotellimihajlovic balotelliRAIOLARAIOLA

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…