maradona cruijff ajax napoli

LA PARTITA DELLE LEGGENDE - MARCO CIRIELLO SU AJAX-NAPOLI, UN MATCH NEL SEGNO DI JOHAN CRUJIFF E MARADONA: "DUE FILOSOFIE, DUE ISOLE-PIANETI E DUE SQUADRE CHE SEMBRANO RIFLETTERE I CARATTERI DEI LORO DEI" - "CRUIJFF È RIUSCITO A DECLINARSI IN DECALOGO, A FARSI ASCOLTARE COME ALLENATORE, MARADONA NO. OGNI TANTO SALTA FUORI UN EREDE DI CRUIJFF CHE POI DELUDE, PER MARADONA NON CI SONO EREDI…"

diego maradona johan cruijff ajax napoli

Marco Ciriello per “il Mattino”

 

Due giostre per il pallone, lontanissime. Uno tutto azzardo, l'altro tutta previsione. Uno non ha mai fatto calcoli, l'altro fu il primo giocatore a farsi assicurare le gambe. Hanno fatto piovere gloria sui loro club e nazionali, stupito, esaltato, litigato, segnato. Poi sono diventati statue, categorie dello spirito e stadi. Diego Armando Maradona e Johan Cruijff, sinistro e destro (l'olandese usava anche il mancino, ma era l'esterno derecho il pezzo forte), Argentina e Olanda, ora rivivranno attraverso la sfida di Champions League: Ajax-Napoli.

 

 Hanno in comune il Barcellona; squadra colonizzata da Cruijff, prima in campo poi dalla panchina infine dalla tribuna; e squadra ostile a Maradona, ma senza quella ostilità di città e dirigenza non ci sarebbe il Maradona di Napoli, quindi i catalani diventano come il Giuda di Jorge Luis Borges: senza quel tradimento non c'è Gesù Cristo. Il resto sono gol memorabili, dribbling che sono divenuti cinema negli occhi e nella testa delle persone, e vite da romanzo.

diego maradona johan cruijff bernd schuster

 

Cruijff è un personaggio di Philip Roth, il migliore, che svetta e sa amministrare il suo genio, riesce persino ad avere la percentuale sugli incassi della sua squadra, come poi farà Jack Nicholson per l'interpretazione di Joker in Batman, un calciatore dominatore, tiranno in campo e democratico fuori, senza epica, solo classe su classe, in una continua ricerca dello stile Cruijff in modo da farne un marchio, poi un pensiero calcistico, infine una scelta di vita, con l'unico difetto delle sigarette, oltre quello del calcio, come raccontava in un celebre spot antifumo.

 

diego maradona johan cruijff

Maradona no, è hemingwayano, un continuo andare a caccia, contro corrente, saltando tra continenti, dove la parte esagerata col pallone si contende la scena con la parte esageratissima senza pallone, con l'epica che domina ogni gesto, respiro, gol, tutto un caricarsi addosso il peso del mondo, con una irrequietezza che è pari all'inafferrabilità calcistica. Niente di più diverso.

 

johan cruijff

E non c'è nemmeno storia tra i due, uno troppo spinoziano, l'altro troppo nietzschiano. Due filosofie, due isole-pianeti e due squadre che tornano con i loro volti tatuati sulle storie dei club: che sembrano riflettere i caratteri dei loro dei. Cruijff è una discesa in verticale, un attraversamento in diagonale; Maradona è un labirinto.

 

Cruijff è una giravolta, Maradona mille, Cruijff è un kolossal, Maradona una serie di kolossal, oltre i miti di Hollywood, i due vivono di continuo dai muri alle maglie, dai ricordi alle rievocazioni, dai vuoti alle preghiere, dai libri ai film (ne hanno avuti di bellissimi, uno da Sandro Ciotti, l'altro da Emir Kusturica) si sono solo assentati dai campi, stanno un po' più in là dove il bere non si paga e il pallone non rimbalza.

diego armando maradona al napoli 2

 

La loro lingua è il dribbling: una lingua declinata al singolare, che scava nei verbi di movimento, ne reinventa le forme e i tempi, e il risultato è oltre il montaggio di jzentejn: un continuo capovolgimento di spazi, con il pallone che diventa il mezzo di attraversamento della vita degli altri: dai difensori ai tifosi, per questo ora si sono allargati a portare i nomi di stadi. E la differenza di altezza a vantaggio di Cruijff, 13 centimetri contava moltissimo, perché variando il punto di vista, cambiavano anche le sovversioni di questo.

 

diego armando maradona al napoli 5

Il loro saper stare in campo era un dinamismo da insoddisfazione: non si bastavano mai, l'olandese era critico con le sue prestazioni o poi dopo con quelle degli altri, sempre con la severità dei maestri, un Socrate del pallone, con amore solo per sé; l'argentino, che aveva dalla sua una ironia e una forza scanzonata si sminuiva fino alla demolirsi, attentando continuamente al suo genio, ma fuori dal campo, si uccideva per risorgere. È curioso che entrambi palleggiassero con le mele prima che col pallone, quindi due newtoniani.

 

johan cruijff

Oggi che con le mele non palleggia più nessuno, mancano le illuminazioni newtoniane nel calcio. Maradona e Cruijff sono eroi fuoriusciti dal gioco, che creavano storia, non avevano bisogno di essere assist-iti ma assist-estavano compagni e tattiche. Cruijff è riuscito a declinarsi in decalogo, a farsi ascoltare come allenatore, Maradona no, ogni tentativo di smontarlo veniva rismontato. Ogni tanto salta fuori un erede di Cruijff che poi delude, per Maradona non ci sono eredi. Resta la loro capacità acrobatica di penetrare ovunque: dalle linee difensive alle esistenze.

 

CRUIJFF 6

CRUIJFFGuardiola Cruijff johan cruijff nazionale olandesCRUIJFF 7johan cruijff capitano barcellonaCRUIJFF 7johan cruijffjohan cruijff e le sigarettediego maradona johan cruijff bernd schuster

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...