singer arnault

MILAN, C’E’ CHI DICE ARNAULT! - COME DAGO-ANTICIPATO SI RIAPRE IL TAVOLO TRA SINGER (FONDO ELLIOTT) E IL RE DELLA MODA: I SOGNI SONO MESSI E GUARDIOLA, IN SUBORDINE MBAPPE’ E KLOPP - LA VARIABILE DECISIVA DELLO STADIO E DELL' ANNESSA NUOVA CITTADELLA COMMERCIALE, L’OPERAZIONE DA 1000 MILIARDI – LA POSSIBILE NOMINA A CONSULENTE ESTERNO DI TAVECCHIO (TIFOSO DELL’INTER)

 

https://m.dagospia.com/arnault-compra-il-milan-nonostante-le-smentite-la-trattativa-con-elliott-non-e-tramontata-219176

 

 

Enrico Currò per “la Repubblica”

 

bernard arnault

Un nuovo proprietario: il francese Bernard Arnault, re del lusso, fra i tre uomini più ricchi del mondo. Un nuovo numero 10: Leo Messi. Un nuovo stratega: Pep Guardiola. Sempre più immalinconiti dal campionato di retroguardia, dall' esilio dalla Champions che dura dal 2013-14, dai vaghi progetti di rilancio legati alla demolizione di San Siro e dal sorpasso dell' Inter alla Juventus, i milanisti si rifugiano nelle grandi speranze. La più nota era il ritorno a gennaio di Ibrahimovic, reduce da due stagioni nella periferica Mls americana, eppure immaginato come salvatore della patria: una trattativa complicata anche dalle contemporanee offerte allo svedese dall' Inghilterra, migliori sia per durata contrattuale (18 mesi contro 6 più eventuale rinnovo) sia per condizioni ambientali (nessuno gli chiede l' impossibile).

 

Secondo il Telegraph le ha rifiutate, preferendo Milano. Ma nelle ultime ore la speranza più corposa sta ridiventando un' altra: che Bernard Arnault, fresco di acquisizione con la sua LVMH delle gioiellerie Tiffany per oltre 16 miliardi di dollari, si convinca a investire nel marchio del Milan e lo riporti ai fasti di un passato ingiallito.

paul singer

Il rilancio di Arnault L' ipotesi, in piedi senza clamore da maggio, avrebbe ripreso corpo per il pressing su Arnault di alcuni consiglieri economici, con risvolti potenzialmente clamorosi: gli obiettivi massimi Messi e Guardiola, appunto, o in subordine Mbappé e Klopp.

 

A chi ne caldeggia con insistenza lo sbarco in A e sottolinea l' effetto Brexit sul nuovo triangolo finanziario Parigi-Francoforte-Milano ai danni di Londra - la prospettiva è di estendere la già corposa presenza nella città italiana della moda e del lusso al calcio, che dell' industria del lusso è ormai un settore aggiunto - Arnault stesso avrebbe lasciato la porta socchiusa. E di fronte al nome di un grande allenatore come Allegri avrebbe mosso un' obiezione da capitano d' azienda nient' affatto disinteressato: «Se mai dovessi fare un passo del genere, vorrei il migliore calciatore del mondo e il migliore allenatore ». Cioè Messi e Guardiola: i profili più rinomati e costosi (40 milioni l' anno la base d' ingaggio dell' argentino, 19 quella del tecnico), non irraggiungibili però per chi punta ai gioielli più preziosi. Il Barça vorrebbe a vita il suo campione, il City non ha un sostituto. Entrambi, tuttavia, possono liberarsi.

BERNARD ARNAULT DONALD E IVANKA TRUMP

 

Le smentite Ce n' è abbastanza per sognare, anche se la distanza dalla realtà si è allargata parecchio tra settembre e ottobre, quando le parti interessate smentirono qualunque trattativa.

antoine arnault

Antoine Arnault, uno dei figli del patriarca francese, si rivolse su Instagram agli 82 milioni di tifosi milanisti nel mondo, negando l' interessamento della sua famiglia. E il fondo americano Elliott, controllato dalla famiglia Singer e proprietario del Milan per l' insolvenza del debitore, l' ex proprietario cinese Yonghong Li, non manifestò l' intenzione di vendere, sottolineando anzi come l' operazione nuovo stadio sottintendesse un rinnovato impegno nel calcio italiano. Cadevano, di conseguenza, le voci connesse al presunto passaggio di proprietà (per una cifra intorno ai 595 milioni, con una "riserva" di 380 per le emergenze debitorie, totale 975): le voci sulla candidatura nella futura dirigenza sportiva dell' ex ds rossonero dell' era Berlusconi, Ariedo Braida, corteggiato in Turchia da Besiktas e Galatasaray; quelle sulla consulenza esterna, grazie ai suoi influenti rapporti internazionali, dell' ex presidente della Figc Carlo Tavecchio, che aveva smentito a sua volta con decisione; quelle su un progetto per la ristrutturazione del vecchio San Siro e per la realizzazione di una cittadella del lusso. Infine, quelle sulla due diligence, l' esame approfondito dei conti del club, già ultimato da una società statunitense.

 

bernard arnault

Qualcosa è cambiato Nel frattempo lo scenario è un po' cambiato. Ai mediocri risultati della squadra si sono aggiunte tante variabili: il parziale stop del Comune di Milano al progetto congiunto Milan- Inter per l' abbattimento del Meazza e per la costruzione di un nuovo stadio, il bilancio 2019 in profondo rosso di 146 milioni, la rischiosa stasi nelle sponsorizzazioni a pochi mesi dalla scadenza del contratto con Emirates, le tensioni tra parte sportiva e finanziaria, con la posizione dell' ad sudafricano Gazidis indebolita. Non sembrano le condizioni ideali per indurre Elliott, che ha speso circa mezzo miliardo tra il prestito a Li e il mercato, a investire di più.

 

donald trump bernard arnault

Il più importante cambiamento di scenario sarebbe avvenuto a Parigi, anche se il rampollo Antoine Arnault resterebbe sfavorevole a una spesa così ingente nel calcio. Adesso parrebbe una questione tra patriarchi.

 

Paul Singer

Sul tavolo di Elliott La potenziale apertura di Arnault senior sarebbe infatti sul tavolo di Paul Singer, meno coinvolto del figlio Gordon nelle vicende milaniste.

 

La partita si giocherebbe entro fine anno, con la variabile decisiva dello stadio e dell' annessa nuova cittadella commerciale: i consulenti di Elliott spingono sempre per realizzarla insieme alla demolizione di San Siro, quelli dei francesi la collegherebbero invece alla ristrutturazione.

 

Che il marchio Milan abbia ancora valore lo dimostra un fatto: a metà novembre il presidente del Real, Florentino Perez, lo ha inserito, unico altro club europeo, tra gli otto fondatori della World Club Football Association, che organizzerà con la Fifa il nuovo Mondiale per club dal 2021.

Per il concreto rilancio sportivo servono investimenti sul mercato, limitati anche dal fair-play finanziario.

tavecchio infantinopaul singer

Chi ha in testa Messi e Guardiola ha gli argomenti per convincere l' Uefa.

paul singer

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?