di marzio maradona

QUANDO GIANNI DI MARZIO SCOPRI’ MARADONA - LO SCOVO’ RAGAZZINO A BUENOS AIRES. “HA SOLO 13 ANNI, DEVO FARE DI TUTTO PER PORTARLO QUI A NAPOLI”, DISSE. MA LE FRONTIERE ERANO CHIUSE E FERLAINO NON FU LUNGIMIRANTE NELL'ASCOLTARE LA SUA PROPOSTA DI FARGLI AVERE LA CITTADINANZA ITALIANA CON QUALCHE ESCAMOTAGE. OGGI NON SI SCANDALIZZEREBBE NESSUNO….

Mimmo Di Marzio per “Il Giornale”

 

A noi nipotini, e anche al figlio Gianluca futuro guru del calciomercato, ripeteva come un mantra: «Da grandi dovete fare i giornalisti», categoria cercata e temuta dai protagonisti dello sport ma nei cui confronti zio Gianni nutriva un profondo rispetto misto ad ammirazione. Al punto da riuscire a prendersi, grazie alle innumerevoli collaborazioni televisive, il tesserino da pubblicista che ostentava con orgoglio. In realtà i motivi di orgoglio, non solo agli occhi di noi bambini affascinati dallo zio allenatore, erano ben altri.

 

DI MARZIO MARADONA

Sono gli attestati di affetto che oggi piovono da ogni parte del mondo per il mister del Sud scomparso all'improvviso; ed è anche quel murales che in autunno è comparso a Napoli in un museo a cielo aperto dedicato a coloro che hanno fatto la storia del club azzurro e che lo ritrae, giovanissimo allenatore, col pallone in mano al fianco del «Petisso» Pesaola. Mi mandò quella foto prima di Natale e mi annunciò l'ingresso in quella galleria con una punta di commozione che avrebbe dovuto insospettirmi.

 

Anche perché Gianni Di Marzio è stato l'ennesimo esempio che nessuno è profeta in patria e sulla panchina di Fuorigrotta non ci è rimasto molto tempo, appena quello di un'annata da quinto posto e una finale di Coppa Italia persa con l'Inter, per poi cedere il posto al rivale Vinicio.

 

gianni gianluca di marzio

Ma quel tempo fu più che sufficiente per restare a vita nel cuore non solo dei tifosi partenopei come il primo scopritore del piccolo Maradona. Ero un ragazzino quando, in macchina con mio padre per la nativa Mergellina, raccontò di quell'enfant prodige scovato a Buenos Aires. «Ha solo 13 anni - disse - devo fare di tutto per portarlo qui a Napoli». Ma le frontiere erano chiuse e Ferlaino non fu lungimirante nell'ascoltare la sua proposta di fargli avere la cittadinanza italiana con qualche escamotage.

 

Oggi non si scandalizzerebbe nessuno. Con il Pibe de Oro, al di là della foto storica che li ritrae all'aeroporto, sarebbe nata per sempre un'amicizia e una stima reciproca profonde. Del resto, del Sudamerica e dei suoi talenti da scoprire, zio Gianni aveva un amore rimasto intatto fino a prima della pandemia, che lui sviscerava in continui viaggi dal Brasile all'Argentina.

 

GIANNI DI MARZIO

Ma gli anni della panchina, precedenti alla carriera di osservatore e commentatore, sono quelli che hanno segnato la mia infanzia e la mia passione calcistica, impregnandola di una vena campanilistica di cui lui divenne una specie di portabandiera. Le traÈ scomparso a 82 anni Gianni Di Marzio. A dare l'annuncio sui social il figlio Gianluca: «E adesso potrai finalmente allenarlo il tuo caro Diego». Di Marzio infatti è anche noto per essere stato il primo scopritore di Maradona, sferte al Nord alla testa di compagini di quasi tutto il Mezzogiorno - dal Catanzaro al Catania, dal Napoli al Lecce, dal Palermo al Cosenza - assurgevano a una sorta di guerre puniche, epopee dove Davide sfidava Golia, e più di una volta faceva centro. Le accuse di catenacciaro non lo sfioravano; quando arrivavo in hotel mi abbracciava e mi presentava i gioquando le frontiere erano chiuse agli stranieri. In carriera ha allenato Nocerina, Juve Stabia, Brindisi, Catanzaro che portò in A. Poi il Napoli, Genoa, Lecce, Catania, Padova, Cosenza e infine il Palermo, diventando poi osservatore. catori che lo veneravano come un fratello maggiore, perdonandogli le volte che ne sfotteva qualcuno dicendogli che se la stava facendo addosso al pensiero di San Siro.

 

DI MARZIO GILARDINO

Oppure quando «sfruttava» qualche riserva per andare a prendere un amico all'aeroporto. Ma i suoi ragazzi, quando scendevano in campo spesso sotto qualche coro razzista, per lui davano tutto e di palloni ne passavano pochi. Anche perché, mi ripeteva più volte, «noi allenatori ci possiamo inventare qualsiasi cosa, ma poi quelli che vanno in campo sono loro». Era terribilmente scaramantico e se perdeva una trasferta, la volta successiva era attentissimo a non ripetere alcun dettaglio, a cominciare dalla scelta dell'albergo fino al menu della squadra. Di quei giocatori, ce ne sono alcuni rimasti amici per la vita.

 

gianni di marzio

Come Claudio Ranieri, uno degli eroi del Catanzaro della promozione in A, con cui ha condiviso tante vacanze e che oggi dall'Inghilterra scrive: «Addio Gianni, sei stato il mio allenatore per 5 anni e mio grande amico per tutta la vita: se sono allenatore lo devo a te. Mi mancherai, tantissimo». L'altra promozione storica fu quella con il Catania del presidente Massimino (quello dell'«amalgama») evento che lo consacrò a vita nel cuore dei tifosi siciliani;

 

la Trinacria divenne la sua seconda patria, con la casa ad Acitrezza a fare da quartier generale delle vacanze con l'adorata moglie Tucci, e l'amicizia con il presidente del Palermo Zamparini che per il matrimonio di Gianluca gli fece recapitare con un aereo privato un quintale di gamberi rossi di Mazara. Gli aneddoti pittoreschi sulle sortite paracalcistiche si sprecano: dal campo di Catanzaro fatto allagare di notte alla vigilia con la partita con la Juve, ai sassolini contro l'Avellino ai tempi della panchina con la Juve Stabia.

corrado ferlaino maradona

 

«Tutte chiacchiere» rideva facendo l'occhiolino e dandoti un pizzicotto. Dal mare magno di amici e parenti c'era sempre chi gli proponeva qualche presunto giovane talento; una volta gli presentarono per un provino il figlio di un'attrice, ragazzino biondo ed elegante, aspirante centravanti. Lui lo incoraggiò, lo congedò e poi, da consumato allenatore «del popolo» quale era, mi disse con una smorfia: «Sai qual è il problema? Quel ragazzo non ha fame».

gianni di marzio

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…