denis verdini

“CON TUTTO IL TEMPO CHE HO A DISPOSIZIONE, SONO LA PERSONA PIÙ INFORMATA D’ITALIA” – LA VITA SPERICOLATA DI DENIS VERDINI BY RONCONE, DA BRACCIO DESTRO DEL CAV ALLA DETENZIONE DOMICILIARE NEL VILLONE FIORENTINO DI PIAN DE’ GIULLARI – IL CAV (“IMPOSSIBILE RESISTERE AL SUO FASCINO. MA IO M’INNAMORO DELLE DONNE. NON VORREI DICESTE CHE OLTRE A ESSERE MASSONE, SONO PURE GAY”) - LA LITE CON BRUNETTA, L’INSEGUIMENTO A 200 ALL’ORA SULL’AUTOSTRADA A NICOLA COSENTINO CHE SI ERA FREGATO IL DOSSIER CON LE LISTE ELETTORALI, I CONSIGLI AL GENERO SALVINI E LA SPERANZA DI…

Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera

 

Verdini? «Sì, dai: Verdini».

 

denis e francesca verdini

Chiedono un pezzo su Denis Verdini. Il progetto è di impaginarlo tipo «personaggio parlante», un po’ ritratto e un po’ colloquio (piano, ragazzi: guardate che è un detenuto).

 

A quelli che stanno in via Solferino è venuta un’idea davvero poco natalizia, perché questa è una storia senza lieto fine, senza buoni e anzi con un cattivo che, nell’immaginario collettivo (la fisicità non l’aiuta), è di quelli seri: però bisogna ammettere che Verdini sta dentro un racconto emblematico, una grandiosa parabola di vita e di politica, vecchia e pure nuova (è il papà di Francesca, la fidanzata di Matteo Salvini, quindi è il suo simil suocero),

 

denis e francesca verdini foto barillari

con tanto berlusconismo vissuto e goduto, a lungo consigliere fidato del Cavaliere e comandante in capo delle sue truppe parlamentari, contemporaneamente anche faccendiere e imprenditore, tra intrighi che i magistrati chiamarono P3 e molte scabrose amicizie (compresa quella fraterna con Marcello Dell’Utri), perciò protagonista assoluto di stagioni piene di grazia e di potere che non sono eterne per nessuno, finiscono quasi per tutti e infatti sono finite anche per lui, prima a colpi d’inchieste e dopo con le sentenze, dure e definitive, ben due, mica una, e sempre per bancarotta (6 anni e 6 mesi per il crac del Credito Cooperativo fiorentino, di cui è stato per un ventennio presidente, e altri 5 anni e mezzo per le macerie in cui ha lasciato la Società Toscana di Edizioni-Ste).

 

L’ex senatore avrà sempre lo stesso numero di cellulare? (forse sì: ma — per adesso — squilla a vuoto).

TOMMASO E DENIS VERDINI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

 

Chi rovista nelle esistenze delle persone è abituato a (quasi) tutto: certo è un’esperienza nuova telefonare a un recluso. Se risponde, la curiosità primaria è capire come abbia accolto l’ultima umiliazione (i titoli, su alcuni quotidiani, dicevano più o meno così: «Un tutore gestirà il suo conto corrente»).

 

Intanto: spedirgli un WhatsApp. E aspettare. Non scappa.

 

Avendo 70 anni suonati, Verdini è potuto passare dal carcere a una cella magnifica che nemmeno è la sua leggendaria regia fiorentina di Pian de’ Giullari, ma un villone accanto, tra glicini sontuosi, altrettanto confortevole. Lui inchiodato lì — può uscire, come previsto dal regolamento penitenziario, dalle 11 alle 15, ma senza lasciare la città, senza incontrare pregiudicati — e noi cronisti inchiodati a certi ricordi nitidi. Sembra ieri.

 

DENIS VERDINI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

(...) Però sa fare il suo lavoro. Ai berluscones ripete: «Chi deve fare la pipì, la faccia subito. Dall’Aula uscirete solo quando ve lo dirò io».

 

Verdini è stato forse l’uomo più potente dell’ultima stagione di luci accese a Palazzo Grazioli. Con lui c’erano Daniela Santanchè e Daniele Capezzone, detestato da Dudù, il barboncino di Francesca Pascale, che gli ringhiava saltando tra i divani. Lei, in cucina, nel ruolo dell’aspirante moglie del capo, che controllava il prezzo dei fagiolini («15 euro al chilo? Ma siete pazzi?») e gli altri in salotto, tra i putti e le trame. Poi un pomeriggio Renato Brunetta osa contraddire Verdini e si ritrova preso alla gola, e appeso — letteralmente — al muro.

 

denis verdini renato brunetta niccolo ghedini

Che anni. Che storie. Un’altra volta Denis è costretto a salire sulla sua Mercedes (sempre macchine fiammanti come astronavi) per correre dietro a Nicola Cosentino, detto «Nick o’ americano», deputato casertano vicino al clan dei Casalesi. Berlusconi non lo vuole ricandidare e quello allora ha afferrato il dossier con le liste elettorali e scappa, si butta sull’autostrada per Napoli, e Denis dietro, nel buio, a duecento all’ora, insieme a Nitto Palma. «Nick, brutto idiota: ti ordino di fermarti» — perché Denis risolveva anche questo tipi di problemi.

 

AUGUSTO MINZOLINI ANTONIO ANGELUCCI DENIS VERDINI

Personaggione. Cresciuto tra i vicoli di Fivizzano — la Lunigiana dei Malaspina e poi del mite Sandro Bondi, poeta — trasferitosi in seguito a Campi Bisenzio, il padre, rigido ufficiale degli alpini, lo cresce con regole militari: quando il ragazzo è troppo vivace, lo chiude in biblioteca. Così impara a memoria interi canti della Divina Commedia, s’appassiona a Montale, ma all’Università di Firenze, dove si laurea in Scienze politiche, incontra due docenti — Giovanni Spadolini e Giovanni Sartori — che gli scatenano la passione per la politica. Ben presto, s’accende però anche quella per gli affari. Di ogni tipo. Dal commercio internazionale di carni all’eolico, passando per le banche, l’editoria. Il Cavaliere ne apprezza il cinismo feroce, l’efferata spregiudicatezza.

denis verdini

 

Denis contraccambia: «Impossibile resistere al suo fascino. Ma io, sia chiaro, m’innamoro delle donne. Non vorrei scriveste che oltre ad essere massone, sono pure gay». È lui che presenta Matteo Renzi ad Arcore. Dicendo: «Non è dei nostri, ma è molto bravo. E poi non ho mai visto un comunista più anticomunista». Il cosiddetto Patto del Nazareno sarà il capolavoro di Denis: con Renzi, segretario del Pd, seduto sotto la foto del Che, e il Cavaliere sotto quella di Bob Kennedy.

 

I neuroni sfrigolano: abbiamo visto davvero di tutto, in questi tragici anni. Ma squilla il cellulare. È lui.

 

«Buonasera: l’ho richiamata per pura cortesia... Però mi è vietato parlare con i giornalisti. La prego di non mettermi nei guai. Anche se, ovviamente, possono togliermi la libertà, ma non le idee. E io, attualmente, con tutto il tempo che ho a disposizione, sono pure la persona più informata d’Italia».

 

Allora meglio restare ai retroscena. In cui lui, con la scusa di venire a Roma dal dentista, e non potendo più sedersi nel suo ufficio all’aperto (il bar Ciampini), si chiude nell’ufficio del figlio Tommaso (imprenditore nella ristorazione) e telefona, suggerisce, cerca di incidere ancora. Ma pure osserva: la Meloni, ad esempio, pensa che debba essere valutata sui fatti, e per adesso sono pochi. Riflette sul berlusconismo: stagione piena di speranze e, certo, di fallimenti.

 

denis e francesca verdini

E immagina un libro per raccontare la sua vicenda giudiziaria. Che attraversa con l’obiettivo d’essere affidato ai «servizi sociali», non del fine pena. Quanto al genero Salvini: gli ha consigliato di non travestirsi più da guardia forestale, di smetterla con i selfie mentre mangia pane e Nutella. Gli ha detto: sei un ministro, datti un contegno da ministro (questi suoceri sempre un po’ brontoloni, no?).

denis verdini luca lottipaolo romani denis verdinidenis verdini simonetta fossombronidenis verdini simonetta fossombronidenis verdini simonetta fossombronidenis e francesca verdini foto barillariDANIELA SANTANCHE E DENIS VERDINI AL RISTORANTEmaria elena boschi denis verdiniVerdini DenisDENIS VERDINIdenis verdinidenis verdini anselma dall olio daniela santanche giancarlo galanDENIS VERDINI NEL E OGGI nicola latorre, denis verdini luca lotti

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...