“IL TORINO NON ESISTE FORSE NEANCHE PIÙ NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO” – "LA STAMPA" DI ELKANN SFERRA UN DURISSIMO ATTACCO A CAIRO: "CHE COSA NE SA DEL TORINO? POCO E QUEL POCO L'HA SFASCIATO IN VENTI ANNI. UNA COTTURA A FUOCO LENTO DEI SENTIMENTI (BRUCIATI INVECE I RISULTATI), UNA SERIE DI ANNATE ALIMENTATE DA SLOGAN RIDICOLI E INSIGNIFICANTI. CHIEDIAMO AL PRESIDENTE DEL TORINO: PERCHÉ ANCORA NON L'HA VENDUTO? E NON TIRI IN BALLO LA FROTTOLA DEGLI ACQUIRENTI CHE NON CI SONO. NEL MERCATO DI OGGI, TUTTO SI PUÒ VENDERE…”
marcia tifosi torino contro cairo
Paolo Brusorio per “la Stampa” - Estratti
Che cosa è il Torino oggi? È una maglia, un colore, una storia, i tifosi. E basta. Non c'è nemmeno Pino Daniele: lui avrebbe detto, come ha detto di Napoli, è «na' carta sporca».
Il Torino non esiste forse neanche più nell'immaginario collettivo, ogni tifoso lo vive a vario titolo e con varie declinazioni, ma ormai l'unico rito di gruppo, il filo granata che ancora resiste, è quello della contestazione, della rabbia che diventa rassegnazione. In tutti questi anni il Torino è stato in piedi grazie alla sua epica e tragica storia e poi per merito di uno scudetto che si perde nella notte dei tempi, il cui seme, è incredibile solo a dirlo, continua ad essere sparso dai protagonisti di mezzo secolo fa.
Uomini di un museo vivente, figurine animate che non smettono di raccontare e di ricordare che cosa è stato il Torino, che cosa sono stati loro. E quelli prima di loro. E più raccontano, più il tifoso realizza che non solo quel tempo non tornerà più, ma che oggi chi pensa e dice di impersonare il Torino è ampiamente riuscito ad uccidere anche i ricordi.
Che cosa ne sa Urbano Cairo del Torino? Poco e quel poco l'ha sfasciato in venti anni. Una cottura a fuoco lento dei sentimenti (bruciati invece i risultati), una serie di annate alimentate da slogan ridicoli, vuoti e insignificanti.
Che cosa ne sa Davide Vagnati del Torino? Niente, nemmeno quel poco che dice di sapere Cairo. Ecco, Vagnati. In un mondo normale farebbe un altro lavoro dopo i fallimenti infilati come perle (false) su un filo che ha finito per strangolare la gente granata. Invece
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Davide Vagnati, uno che ha fatto a cazzotti con il suo allenatore nel parcheggio di un hotel insultando pure il presidente, sta (e starà) al proprio posto per meriti assolutamente sconosciuti. Nonostante la serie di bidoni spacciati per affari portati al Torino.
Che cosa ne sa Marco Baroni del Torino? Niente e non è nemmeno tutta colpa sua. (…) Classifica ridicola, sconfitte umilianti, prospettive azzerate.
Che cosa ne sanno i giocatori del Torino? Niente. È un club di passaggio dove prendere lo stipendio, dove si arriva in prestito e da dove si ripartirà intonsi e immuni. Stazione di passaggio (e spesso sbagliato). Ma guardateli in campo: anche qui, la retorica del calcione all'avversario non fa gol, ma l'apatia e il menefreghismo sono come la muleta davanti al toro.
marcia tifosi torino contro cairo baricco
Davanti ai tifosi del Toro.
Chiediamo al presidente del Torino: perché ancora non l'ha venduto? E non tiri in ballo la frottola degli acquirenti che non ci sono. Nel mercato di oggi tutto si può vendere. Perché Urbano Cairo, un uomo e un imprenditore di successo, preferisce stare in tribuna a pigliare insulti ad ogni partita? Per il bene del Torino? No, permetteteci di non crederci. Perché crede nel futuro? Ma dove. Perché ha investito i capitali negli impianti, nel Museo e sta al suo posto per coglierne i frutti? Ma quando mai. Domande che rimbalzano come un pallone sgonfio in attesa di risposte che non arriveranno.
Il Torino è un archivio storico dei sentimenti, così l'hanno ridotto. Hanno staccato la spina e nessuno è innocente: oggi per restare tifosi bisogna avere molta fiducia. Nel passato.
urbano cairo - presentazione palinsesti la7 - foto lapresse
urbano cairo (2)
