renzi malago

IL VENTENNIO DI MALAGO' - CON LA RIFORMA DELL'AMICO LOTTI POTREBBE GUIDARE IL CONI PER CINQUE MANDATI - MA E' FONDAMENTALE ESSERE RIELETTO A MAGGIO - SE L'ETERNO NEMICO BARELLI NUOTA CONTRO E SI CANDIDA I GIOCHI SI COMPLICANO - OGNI ANNI LO STATO SBORSA UN ASSEGNO DI 410 MILIONI AL CONI…

Dagoreport

 

MALAGO'MALAGO'

Due partite in meno in 6 mesi per lo sport italiano: la prima porta all’elezione del presidente del Coni prefissata per l’11 maggio, la seconda la gioca in prima persona l’attuale numero 1 dello sport Giovanni Malagò e chiama direttamente in causa il governo e più precisamente Luca Lotti, nominato ministro dello sport, nel rimpasto Gentiloni dello scorso 12 dicembre. Una partita che potrebbe portare l'imprenditore romano a guidare il Coni per cinque mandati: vent'anni. Il ventennio di Malagò.

palomba19 francesco soro giovanni malagopalomba19 francesco soro giovanni malago

 

Negli ultimi tre mesi che hanno accompagnato il rinnovo delle cariche di tutte le federazioni sportive, con la nomina di 15 nuovi presidenti su 44, si è assistito al più classico degli assalti alla diligenza dello sport che, va ricordato, è ancora oggi interamente finanziato dal Mef, il ministero dell'Economia e Finanze, il quale, una volta messo alle spalle il boom del totocalcio anni '80-90, firma annualmente al Coni un assegno di poco superiore ai 410 milioni di euro.

 

tribuna di roma bayern richetti lotti malago delrio georg gaenswein vanzina malago seniortribuna di roma bayern richetti lotti malago delrio georg gaenswein vanzina malago senior

Ed è proprio per non perdere privilegi e vantaggi economici di una vita da presidente, che si è assistito in questa occasione al classico campionario di colpi bassi e ipocrisie pur di leggere il proprio nome sulla targhetta più luccicante della singola federazione sportiva. E' vero: la macchina rielezione di Carlo Magri al volley, andato in mano a Bruno Cattaneo, e di Francesco Purromuto alla pallamano, ora guidata da Pasquale Loria (federazioni considerate per 20 anni dei veri e propri feudi personali) ha colto di sorpresa i massimi dirigenti Coni che sulla continuità d’esercizio avevano voluto puntare (spendendosi però ben poco).

malago 153 foto mezzelani gmt malago 153 foto mezzelani gmt

 

Giuseppe Leoni Giuseppe Leoni

Ma è altrettanto vero che Luciano Buonfiglio si è visto invece riconfermare al vertice della canoa dopo la sfida lanciata dall’ex olimpionico Antonio Rossi, N che assessore allo Sport della Lombardia. Un voto aspramente contestato perché il presidente uscente aveva superato il quorum del 55% (necessario dopo il terzo mandato) solo escludendo dal conteggio le schede bianche e nulle. Senza contare che quelle stesse schede non riportavano nè un timbro nè un segno di vidimazione.

 

Dettaglio poco credibile anche per le elezioni di un consiglio studentesco. E sul quale ora prende la scure del Tar. Nel corridoio del Coni che affaccia sulla stanza di presidenza, tutti gli uomini più vicini a Malagò ripetono centinaia di volte sempre lo stesso ordine: “Non alziamo i toni”.

 

PAOLO BARELLI PAOLO BARELLI

Una vicenda ormai buona per esperti legali, cosi come quella di Ernfied Oobrist al tiro al segno o di Giorgio Scarso alla scherma, protagonisti di veri e propri esercizi di avvicinamento dello statuto alle personali esigenze. A anche qui l’ordine dall’alto è lo stesso: “ Non alzate i toni”.

 

FRANCO CHIMENTI FRANCO CHIMENTI cnv03 francesco soros giuliano da empolicnv03 francesco soros giuliano da empoli

Fino ad arrivare al cambio di poltrona delle bocce che a poche ore dal voto e dalla netta vittoria di Giunio De Santis sullo storico presidente Romolo Rizzoli si è arricchita dell’imbarazzante capitolo di una registrazione nascosta dell’ultimo incontro tra i due contendenti alla poltrona da presidente. Un incarico col quale Rizzoli voleva festeggiare il suo settimo mandato. Prima di minacciare da perdente il ricorso alla magistratura ordinaria. Ma anche sulle bocce la linea del basso profilo voluta dai vertici del Coni non è cambiata.

 

Per arrivare infine alla conferma all’Aeroclub di Giuseppe Leoni, già parlamentare della Lega Nord e assolutamente distante da qualsiasi interpretazione sgradita della legge Severino che lo potesse tenere lontano da quella poltrona. Dal Coni, una volta di più, nessun commento.

 

Giovanni Malagò vorrebbe tenere Giunta, Consiglio, Coni Servizi e singole federazioni, lontano da ogni eccesso. Il suo orizzonte è più lontano del voto di maggio e guarda con insistenza al lavoro della Camera che attraverso il convincimento del ministro Lotti dovrebbe portare alla votazione di una legge che ridefinisce il numero dei mandati dei presidenti federali e dello stesso numero uno del Coni.

barellirutelli foto mezzelani gmt barellirutelli foto mezzelani gmt

 

Tre elezioni al massimo, congelando però quelle ottenute in precedenza. Per puro calcolo algebrico, Malagò, se tutto andasse in questa direzione, potrebbe arrivare a toccare le cinque elezioni e i 20 anni di regno sul Coni. Ricalcolando in parte la sua storia alla guida del blasonatissimo circolo Aniene.

 

Il presidente dello sport italiano vede la sua rielezione come cosa fatta, sempre che Paolo Barelli, presidente della Federnuoto, non trovi il coraggio di caricarsi sulle spalle il malcontento da lui stesso registrato nei corridoi delle federazioni, ritagliandosi così il ruolo di sfidante per il vertice del Foro Italico.

 

IL PRESIDENTE DEL NUOTO BARELLI SCHIACCIA PISOLINO SULLA MANO DI RATZINGERIL PRESIDENTE DEL NUOTO BARELLI SCHIACCIA PISOLINO SULLA MANO DI RATZINGER

Una possibilità che ha gettato scompiglio tra i dirigenti più vicini a Malagò, a cominciare dal capo di Gabinetto Francesco Soro passando per il segretario generale Roberto Fabbricini fino al presidente della ConiServizi Franco Chimenti. Tutti continuano a ripetere ossessivamente, una telefonata dopo l’altra, che i numeri sono dalla parte del presidente uscente. Bastano 40 voti, ma i conti ogni giorno si fanno più complessi.

bell27 francesco soro fidanzatabell27 francesco soro fidanzata

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)