schwazer

SCUSI, LEI È COLPEVOLISTA O COSPIRAZIONISTA? - ALEX SCHWAZER È VITTIMA DEI SIGNORI DEL DOPING O SI MERITA LA DANNAZIONE? ECCO LA RICOSTRUZIONE DEL GRANDE BUSINESS DELLE DROGHE SPORTIVE, E IL DOCU-FILM IN DIFESA DEL MARCIATORE ITALIANO ESCLUSO DA RIO. L’INTERCETTAZIONE DEL MEDICO: ‘QUESTO CRUCCO COMUNQUE ADDAMORI’ AMMAZZATO, DEVONO INCULARSI LA KOSTNER’

1. IL DOCUFILM DI ATTILIO BOLZONI PER ‘REPUBBLICA’: OPERAZIONE SCHWAZER, LE TRAME DEI SIGNORI DEL DOPING

 

Ricostruiti in un docufilm tutti i misteri dell'incredibile marcia di Alex Schwazer. Un instant movie firmato da Attilio Bolzoni e Massimo Cappello con la regia di Alberto Mascia che contiene inedite intercettazioni telefoniche. Su tentativi di pilotare gare internazionali di atletica e sui segreti del doping russo

 

 

 

 

 

2. ALLE OLIMPIADI IL DOPING È UNO DEI PROTAGONISTI PEGGIORI

Gianluca Ciucci per www.internazionale.it,

Ripubblicato da ‘Il Foglio del Lunedì

 

 

LANCE ARMSTRONGLANCE ARMSTRONG

C’era una volta the biggest lie. Il ciclista dei record Lance Armstrong, quello capace di sopravvivere a un cancro ai testicoli e poi vincere sette Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005, compare nel salotto di Oprah Winfrey e confessa: “È stata tutta una grossa bugia. Mi sono dopato per vincere i 7 Tour. Altrimenti, sarebbe stato impossibile”.

 

C’è oggi il figliol prodigo. Il più forte atleta italiano di questa generazione, il fenomeno della marcia mondiale Alex Schwazer che dice: “Datemi Rio, poi toglierò il disturbo”. Il 10 agosto, il tribunale di arbitrato sportivo (Tas), lo ha squalificato per otto anni.

 

La storia più bella dello sport degli ultimi cinquant’anni in realtà è una truffa. L’uomo che ha fatto riaccendere la passione dei tifosi delle due ruote e che ha fatto innamorare di uno sport poco conosciuto da quelle parti decine di milioni di americani, che ha costruito una piccola multinazionale con capitale sociale basato tutto sul proprio corpo vincente, in realtà è un baro.

 

Grido d’allarme

 

SANDRO DONATI E SCHWAZERSANDRO DONATI E SCHWAZER

Durante l’intervista al Winfrey Show del 17 gennaio 2013, Armstrong sottolinea più volte il fatto che tutte le vittorie conseguite sarebbero state impossibili senza l’utilizzo di eritropoietina (Epo), testosterone e corticosteroidi, cioè ormoni naturalmente presenti nel corpo umano, ma che se iniettati in dosi massicce e regolari sono capaci di aumentare forza fisica e resistenza agli sforzi, sostanzialmente attraverso un aumento della circolazione sanguigna e quindi una maggiore ossigenazione dei tessuti, ma anche incrementando la viscosità del sangue e quindi il rischio di trombosi.

 

THE PROGRAM ARMSTRONG 1THE PROGRAM ARMSTRONG 1

Impossibile vincere senza doping, una tesi ribadita anche in una lezione pubblica che Armstrong ha tenuto all’università del Colorado di fronte a un centinaio di studenti nel marzo scorso. In quell’occasione l’ex campione texano ha ricordato di quanto sia stato diffuso nel ciclismo l’uso di sostanze illecite, a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. Una tesi con un fondo di verità, sostenuta spesso da chi è stato squalificato per doping, di frequente letta come una excusatio non petita e troppo poco come un grido di allarme dello sport professionistico.

 

 

A quei tempi infatti (che sembrano una vita fa e invece sono l’altro ieri), l’Epo non era rintracciabile nei test antidoping e tantissimi sportivi (non solo ciclisti) ne approfittavano. Ma è una tesi che, se portata avanti dal più famoso e potente dei dopati recenti, rischia di apparire come una semplice giustificazione: tutti colpevoli nessun colpevole.

 

ALEX SCHWAZER E SANDRO DONATIALEX SCHWAZER E SANDRO DONATI

Il texano ha anche espresso un duro giudizio sul ruolo dell’agenzia antidoping statunitense (Usada). “Hanno un budget di 15 milioni di dollari e i test rivelano solo lo 0,7 per cento dei positivi”, ha dichiarato Armstrong. Ed è condivisibile il suo pensiero quando sostiene che realisticamente le cifre dovrebbero essere più alte. “Almeno il 15-20 per cento, questo vuol dire che il sistema non funziona”. Critiche fondate e fatte a ragion veduta dal momento che arrivano da chi per un decennio ha dominato il ciclismo professionistico facendo largo uso di sostanze illegali, pagando di tasca propria la complicità delle istituzioni ciclistiche mondiali. Il tutto perché la sua era una bellissima storia.

LANCE ARMSTRONG OSPITE DI OPRAH WINFREYLANCE ARMSTRONG OSPITE DI OPRAH WINFREY

 

Vuoto di potere

 

Lance Armstrong sottolinea una questione spinosa, e ancora oggi apertissima, e cioè il vuoto di potere in mezzo a tanti organismi che da un lato spadroneggiano e dall’altro si rimpallano le decisioni. Parliamo di Comitato olimpico internazionale (Cio), del Tas e delle varie federazioni sportive internazionali. Una triangolazione che non porta alla parola finale sul destino di atleti trovati positivi dall’agenzia internazionale antidoping, la Wada.

SCHWAZER DONATISCHWAZER DONATI

 

Si tratta dell’agenzia che è alla base di tutti gli ultimi scandali sull’utilizzo di sostanze proibite, in particolare quello che ha coinvolto l’atletica russa, spargendosi poi come una macchia oleosa di vergogna sull’ex presidente della Federazione internazionale dell’atletica leggera (Iaaf) Lamine Diack, finito in prigione con l’accusa, condivisa con il figlio Papa Massata, di intascare tangenti per chiudere gli occhi di fronte a un sistema che drogava massicciamente i suoi atleti per poter dominare gli ultimi appuntamenti tatticamente organizzati sul suolo russo.

 

Quello che era il direttore dell’antidoping della Iaaf, Gabriel Dollé, ha intascato una tangente da 70mila dollari per il caso della maratoneta russa Lilija Šobuchova, per la quale “mi era stato suggerito di differire il trattamento del caso in modo da non indisporre sponsor importanti della Iaaf”. Parole dello stesso Dollé di fronte ai giudici francesi nel novembre 2015.

 

 

SCHWAZERSCHWAZER

Lo scandalo che ne è seguito, partito dalla pista, ha finito per coinvolgere il nuoto e diversi sport invernali. Senza dimenticare tutta la questione intorno al Meldonium usato per “curare” la tennista Maria Sharapova (tutt’ora sotto squalifica) e diversi altri sportivi. A questo riguardo giova ricordare come la Russia abbia organizzato negli ultimi anni i Mondiali di atletica leggera del 2013 a Mosca, le Olimpiadi invernali di Soci 2014 e i Mondiali di nuoto a Kazan nel 2015.

 

Appuntamenti in cui i suoi atleti hanno raggiunto risultati straordinari, vincendo addirittura il medagliere a cinque cerchi con 33 podi conquistati (13 ori). Strana coincidenza soprattutto se confrontata con i Giochi di Vancouver di soli quattro anni prima, quando gli ex sovietici si piazzarono all’undicesimo posto con appena tre titoli vinti e 15 podi in totale.

 

Alle Olimpiadi di Rio la Russia si trova con tutta la squadra di atletica esclusa e con altre situazioni che vengono risolte mentre le gare sono in corso. E qui torniamo allo scontro tra poteri che non decidono: da una parte c’è il Cio, con il suo presidente Thomas Bach, che ha demandato le decisioni alle singole federazioni internazionali, entrando in collisione con l’agenzia antidoping che avrebbe voluto una parola ferma e definitiva da parte del Comitato olimpico.

 

In questo modo ogni atleta sospettato di doping deve attendere tre gradi di giudizio da parte di un pool di esperti convocati a Rio, in una sorta di sezione distaccata del Tribunale internazionale che solitamente ha sede a Losanna.

 

Il primo doping di stato

 

SCHWAZER 1SCHWAZER 1

Tutto questo porta a sentenze che possono essere in contraddizione tra loro da un grado all’altro e spesso anche, appunto, a una non decisione. Il risultato è il caos in cui atleti sicuramente dopati e altri inseriti in un database di sospettati (il cosiddetto rapporto McLaren, dal professore canadese che ha curato lo studio per la Wada) finiscono nello stesso calderone ed esclusi dai Giochi, oppure riammessi, senza una regola precisa. Ne è un esempio il caso della nuotatrice Julija Efimova, prima esclusa e poi ammessa ai Giochi (conquistando l’argento nel 100 metri rana) perché la sua squalifica è stata scontata a febbraio del 2015.

 

Il rapporto finale redatto da Richard McLaren è il primo documento ufficiale di un organo internazionale in cui si parla di “doping di stato” per quanto riguarda la Russia. Infatti l’accusa arriva direttamente al ministro dello sport Vitaly Mutko, che avrebbe “controllato, diretto e supervisionato con l’ausilio dei servizi segreti” un sistema di manomissione delle provette di urina degli atleti di diversi sport prima che queste arrivassero nei laboratori di analisi delle federazioni internazionali, andato avanti dal 2011 fino all’agosto del 2015.

 

SHARAPOVASHARAPOVA

Nel dossier McLaren l’atletica è in testa alla classifica per numero di coinvolti con 139 casi, seguita dal sollevamento pesi (117). Ci sono anche 35 casi relativi agli sport paralimpici (il Comitato paralimpico ha deciso di escludere tutti gli atleti russi da Rio), quindi lotta (28), canoa (27), ciclismo (26), pattinaggio (24), nuoto (18), hockey su ghiaccio (14), sci (13), biathlon (10), bob, judo e volley (8), boxe e pallamano (7), taekwondo (6), scherma e triathlon (4), pentathlon moderno e tiro (3), beach volley e curling (2), basket, vela, snowboard, tennis tavolo e water polo (1). Si è scoperto poi che sono inseriti nel dossier anche i nomi di undici calciatori. Questo fatto apre un altro scenario inquietante dal momento che la Russia ospiterà i Mondiali nel 2018.

 

 

Tornando ai Giochi di Rio, la delegazione russa ha visto il suo contingente tagliato, per ora, di circa il 30 per cento. Questo ha aperto le porte delle gare ad atleti di altre nazioni che non avevano di fatto ottenuto il pass in virtù delle loro prestazioni. Confermando la sensazione di precarietà e pure di scarsa chiarezza delle regole.

 

SHARAPOVASHARAPOVA

Dalla sezione distaccata del Tas a Rio è passato anche il nostro Alex Schwazer, campione olimpico nella 50 chilometri di marcia a Pechino 2008, e squalificato per tre anni anni e nove mesi alla vigilia di Londra 2012 a causa di una positività all’Epo. Schwazer è stato escluso dalle Olimpiadi in virtù di un controllo avvenuto il 1 gennaio scorso e che ha rivelato una presenza molto lieve di steroidi anabolizzanti nelle sue urine (si tratta di testosterone ed epitestosterone).

 

“Il più forte marciatore al mondo avrebbe fatto uso di un doping da scemo, inutile e a livelli bassissimi”, ha commentato a caldo il 22 giugno Sandro Donati, decano della lotta al doping e allenatore di Alex da quando è tornato a marciare. A quanto pare la risposta è sì, stando alla decisione arrivata il 10 agosto, con un giorno di anticipo. Il Tas accoglie le richieste della Iaaf e squalifica Schwazer per altri otto anni. Il marciatore può ancora presentare un ricorso alla Corte federale svizzera, ma comunque il sogno olimpico muore qui.

GIUSEPPE FISCHETTOGIUSEPPE FISCHETTO

 

Conflitto d’interessi palese

 

SCHWAZERSCHWAZER

In virtù delle dichiarazioni del marciatore di Racines, la procura di Bolzano è risalita a una lista di nomi di atleti con valori del sangue “sospetti”, in possesso del medico italiano Giuseppe Fischetto. Il Sunday Times e il canale tedesco ARD hanno parlato di cinquemila atleti, l’80 per cento dei quali russi.

 

Fischetto è stato primario del pronto soccorso di Frascati (andato in pensione nel 2012), dal 1990 è responsabile medico Fidal e dal 2003 è membro della commissione antidoping della Federazione internazionale di atletica per conto della quale programma e fa eseguire i controlli. Un conflitto di interessi abbastanza palese dal momento che in lui coincidono il controllore e il controllato, in quanto rappresenta l’Italia, una delle 200 nazioni affiliate alla Iaaf.

 

Mentre la procura di Bolzano continuava (e continua) a processare Fischetto in sede penale per favoreggiamento del doping, il dottore ha svolto il ruolo di responsabile antidoping ai Mondiali di atletica 2015 e anche alla gara di coppa del mondo a Roma l’8 maggio scorso, quella in cui Alex Schwazer è tornato a marciare dopo aver scontato la squalifica.

carolina kostner foto lapressecarolina kostner foto lapresse

 

Dice Fischetto di Schwazer, in una telefonata intercettata con Rita Bottiglieri, sotto processo pure lei, il 18 giugno 2013 (che Repubblica ha fatto sentire nel documentario di Attilio Bolzoni qualche giorno fa): “Questo crucco comunque addamorì ammazzato, devono inc*larsi la Kostner”.

 

Ma è più rilevante quanto afferma Fischetto alcuni minuti prima al telefono con un amico: “Io spero non ci siano fughe di notizie perché succede un casino internazionale: sai metti che vengono fuori dei dati dei russi più che non dei turchi più che non degli altri, perché io sono nella commissione mondiale, tu lo sai, della Iaaf”. Proprio la Iaaf di cui parla Fischetto, e della quale è collaboratore pur essendo sotto processo, ha deciso di inviare il controllo di capodanno.

 

KOSTNER KOSTNER

Un controllo controverso sotto tanti punti di vista, innanzitutto perché non rispetta la regola dell’anonimato visto che nel documento che accompagna le provette (se ne prendono sempre due per analisi e controanalisi) si legge la provenienza: Racines. Vale la pena ricordare che nel paese dell’Alto Adige vivono circa quattromila persone e un solo atleta professionista: Schwazer. Poi i tempi: perché il prelievo è stato fatto il 1 gennaio e la positività l’ha rivelata La Gazzetta dello Sport il 22 giugno, oltre sei mesi dopo e a una quarantina di giorni dall’inizio dei Giochi. Nel frattempo Schwazer si è sottoposto in tutto ad altri venti controlli delle urine e del sangue risultando sempre negativo, anche nell’ultimo fatto a giugno.

schwazerschwazer

 

Togliere il disturbo

 

Dalla rinascita, alla creazione di un cyber cowboy dalla storia lacrimevole, fino alla consacrazione nella geopolitica internazionale, oppure per semplici giochi di potere e ricchezza personali (è notizia recente l’arresto del team manager dell’atletica keniana per una mazzetta da diecimila dollari per elusione dei controlli), il doping in questi anni è diventato un mezzo per volare ben al di sopra dell’ambito sportivo.

alex schwazer carolina kostner alex schwazer carolina kostner

 

Un mondo opaco in cui sono coinvolti allenatori, medici, dirigenti, fino ai detentori del potere politico tout court, ma nel quale incredibilmente a rischiare tutto rimangono solo gli atleti e i loro corpi. E Schwazer ne rimarrà invischiato per sempre, mentre i Giochi sono in corso e mancano pochi giorni alla gara che voleva più di tutte, la 50 km di marcia che si terrà il 19 agosto. Lui non ci sarà, ormai è chiaro. Il Tas ha anticipato di un giorno la sentenza per dire al mondo che Alex Schwazer è un dopato recidivo, perché questo significa essere squalificati per otto anni. E significa anche la fine di una carriera. Perché al di là della prosecuzione dell’iter giuridico in cerca di giustizia, un dato è chiaro: non ci sarà mai più il marciatore Alex Schwazer.

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO