udo matteo lupetti 2023dagogames

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - È IN LIBRERIA “UDO”, TESTO SEMINALE, VISIONARIO E ACCADEMICO DI MATTEO LUPETTI - UN TRATTATO SUL VIDEOGIOCO COME POSSIBILE "CURA" DEGLI ORRORI CAPITALISTICI, DELLO SFRUTTAMENTO E DELL’INQUINAMENTO DOVUTO ALL’ESTRAZIONE DEI MINERALI NECESSARI PER ASSEMBLARE SMART-PHONE E CONSOLE (MA ANCHE UNA RISPOSTA AI VIDEOGAME CHE SI EVOLVONO IN OSMOSI CON L’INDUSTRIA BELLICA) - UNA LETTURA DOVEROSA PER CHI VIDEOGIOCA…

Federico Ercole per Dagospia

 

matteo lupetti

Antropocene, ovvero un periodo  geologico come lo sono stati il Giurassico, Triassico e Cretaceo durante l’era del Mesozoico. Oppure l’Antropocene è una vera e propria era che segue il Cenozoico, nel cui periodo Quaternario ci si “illude” ancora di vivere.

 

Come teorizzato nei primi anni ’80 da biologi e geologi, l’Antropocene è “l’epoca in cui l’umanità è arrivata a causare cambiamenti tanto impattanti sul pianeta da essere ormai considerata una forza geologica i cui resti e gli effetti potrebbero essere ancora osservabili negli strati di roccia, nei ghiacci e nei sedimenti marini tra milioni di anni”. Scrive così Matteo Lupetti (critico per Art Tribune e Il Manifesto e scrittore di preziose e seminali derive ai margini del videogame) nel suo libro “UDO, guida ai videogiochi nell’Antropocene”, edito da Tebe. 

udo di matteo lupetti

 

Così come ogni era geologica comincia o finisce con eventi determinanti quali estinzioni di massa, catastrofi o con la comparsa di nuovi organismi, ecco che il videogioco può essere uno degli elementi o forse l’elemento fondamentale per determinare l’inizio dell’Antrapocene. Il videogioco inteso come UDO, secondo Lupetti un Oggetto Digitale non Identificato (unidentified digital object) che può essere sintomo e motivo di disastro o, possibilmente,  proprio per la sua qualità non umana e indefinibile, una lezione sul “non avere paura di perdere il controllo che pensiamo di avere sul mondo... perché il videogioco nasce dalla nostra volontà di controllo ma ci insegna che il controllo è impossibile”.

 

Attraverso sette capitoli, con una scrittura a tratti visionaria e quasi  “burroughsiana” anche quando è più rigorosa e accademica, Lupetti compone un trattato sul videogioco come disagio planetario e come possibile cura, trattando dell’imprevedibilità salvifica dei “glitch” e dei “bug”, degli orrori capitalistici, dello sfruttamento e dell’inquinamento attorno all’estrazione dei minerali necessari per assemblare smart-phone (la piattaforma più usata per giocare) e console, dei videogame che si evolvono in osmosi  con l’industria bellica mentre, con uno straordinario virtuosismo della citazione, egli  trascorre in poche righe dai manga di Junji Ito alla poesia di Eugenio Montale, da Eliot a Rodari, da Lovecraft a Super Mario.

super mario bros 2

 

Con il rischio assai minimo che vi passi la voglia di videogiocare, perché significherebbe non avere inteso il messaggio ultimo di Lupetti, oppure averlo frainteso per comodità (non importa perché potrebbe non esserci nessun messaggio o invece molteplici) UDO risulta una lettura doverosa per chi videogioca come quella di un manuale delle regole per un “master” che voglia giocare a D&D proprio per infrangere quelle stesse regole, un libro persino coinvolgente, senza dubbio necessario. Abbiamo rivolto qualche domanda a Matteo Lupetti.

red dead redemption 2. 6

 

Ci racconti lo storia della nascita di UDO

Avevo letto credo da poco, ma in ritardo, Ufociclismo. Tecniche illustrate di cartografia rivoluzionaria di Cobol Pongide (D Editore, 2018). Era il 2020, e ne avevo anche scritto intervistando l’autore e avevo fresco in mente il concetto di “UFO” raccontato nel libro: un’entità che non solo non è identificata ma di cui bisogna mantenere la non identificazione e di cui l’imperialismo capitalista e militarista cerca di conquistare il controllo. E mi pareva che il videogioco, anche con la sua relazione con la storia militare dell’informatica, avesse una qualche parentela con questo concetto.

 

call of duty: warzone 3

Dovevo fare in solitaria un paio di ore di viaggio in auto e improvvisai un discorso su questo tema, anche solo per non addormentarmi, ma poi ebbi l’occasione di scriverlo e sistemarlo e tenerlo veramente davanti a un pubblico per una lezione che mi invitò a fare il professor Emanuele Leonardi (di recente è uscito per Orthotes il suo L' era della giustizia climatica. Prospettive politiche per una transizione ecologica dal basso scritto con Paola Imperatore). Il libro è sostanzialmente uno sviluppo di quella mini conferenza, nato su idea dell’editore quando ha avuto l’occasione di sentirmi ripetere la lezione.

 

assassin’s creed origins 4

Scrivi che la volontà dell’autore di un’opera, umano o non umano che sia, potrebbe essere inconoscibile anche se ci si fonda sulle dichiarazioni dell’autore stesso. Hai scritto UDO con l’illusione di una volontà o con un intento definito? O questa volontà è per te solo esplicabile ma non comunicabile, soprattutto dalle parole stesse che compongono UDO, oggetto che si distingue dunque in qualsivoglia sia il “suo” fine solo nel momento in cui è letto da un soggetto?

Credo che intanto sia sbagliato dire che questo libro è stato scritto da una persona sola. Se c’è il mio nome in copertina è per uno sfortunato meccanismo che appartiene alla società capitalista e che mi obbliga a mettercelo per campare.UDO è nato su richiesta di una seconda persona, dell’editore, e sarebbe stato sicuramente un libro diverso in altre condizioni, poi è stato sviluppato sotto una precisa curatela, quella di Vita Roberta Cantarini che appunto cura la collana in cui è inserito, Tebe.

red dead redemption 2. 3

 

 È stato anche in gran parte un percorso di ricerca, dico un po’ scherzando che questo libro è un giallo con un suo percorso narrativo in cui a un certo punto si scopre l’assassino, ma non sapevo né che fosse un giallo né chi fosse l’assassino quando ho iniziato a scriverlo. E poi, certo, come ogni libro anche questo esiste solo al momento della lettura, e non ho molto controllo su come verrà letto. Non so neanche se inizieranno davvero dalla prima pagina.

 

Quando tratti di ecologia e dell’impatto dell’industria del videogame sul pianeta, oltre che sulle persone e le società intere che contribuiscono in maniere vieppiù traumatiche al recupero dei minerali che servono per assemblare gli hardware per il gioco, si è mossi verso un rifiuto, persino quando si considera questo medium una magnifica ossessione. Come riesci a continuare a videogiocare con questa consapevolezza?

call of duty modern warfare iii

Penso che si debba trattare di videogiochi, e in generale delle industrie del capitalismo globale, un po’ come alcune persone si occupano di reportage di guerra. Sono oggetti (o eventi) culturalmente, socialmente, politicamente rilevanti, e come di guerra scrivono tante persone che non sono ossessionate dalla guerra (anzi) penso che del videogioco possano o anzi debbano scriverne anche tante persone che non ne sono ossessionate. Il fatto che poi i videogiochi non siano guerre ma offrano a volte anche qualcosa di buono è un piacevole extra.

 

La regola non fa il gioco, dunque lo incatena o meglio lo nega?

red dead redemption 2. 1

Stephanie Boluke Patrick LeMieux (in Metagaming. Playing, Competing, Spectating, Cheating, Trading, Making, and Breaking Videogames, University of Minnesota Press, 2017) arrivano a dire che I videogiochi non sono giochi perché non hanno regole che, in quanto patti sociali, possono essere liberamente accettate o rifiutate (come quelle di un gioco da tavolo) ma solo regole che ci vengono imposte come parte del funzionamento elettromeccanico e digitale di software e hardware, del videogioco stesso. Io porrei la questione in un modo diverso: il gioco esiste nelle possibilità (volute o non volute dagli esseri umani, questo mi è indifferente) che queste regole ci lasciano, ed esiste in quanto le regole ci lasciano possibilità in qualche modo limitate.

 

call of duty: warzone 1

Se ci pensiamo, anche nel linguaggio comune l’espressione “gioco” indica qualcosa che ha bisogno di regole ma che esiste in un loro intervallo di incertezza. In un meccanismo il gioco è quel piccolo spazio che resta (o che si sviluppa) tra gli ingranaggi. “Lasciaci un po’ di gioco” diciamo, come dire “non stringere troppo,” o nel nostro caso “non fare delle regole troppo stringenti.” Già Roger Caillois notò la centralità di questo significato di “gioco” (e pure il francese “jeu” ha, tra i tanti, anche questa definizione).

 

Il tuo primo videogioco e l’ultimo, prima di teorizzarlo come UDO?

death stranding. 3

Il mio primo videogioco è stata la versione per Commodore 64 di Radar Rat Race di HAL Laboratory (di cui poi sarebbe diventato presidente Satoru Iwata che poi sarebbe stato presidente di Nintendo, ma è un’altra storia). Mentre avrei difficoltà a dire l’ultimo videogioco prima della svolta di UDO… forse è stato Death Stranding di Hideo Kojima, o almeno è il videogioco a cui giocavo mentre leggevo Ufociclismo di Cobol Pongide da cui poi è nata la definizione stessa di UDO. Essendo l’ultimo gioco prima di UDO, Death Stranding è stato in realtà anche il primo di UDO, nel senso che è stato il primo gioco di cui ho scritto anche alla luce di Ufociclismo e di altri libri che poi fanno da base a UDO.

death stranding. 2death stranding. 4call of duty: warzone 2super mario bros 5red dead redemption 2. 2red dead redemption 2. 4super mario bros 3super mario bros 4death stranding. 6call of duty. modern warfare ii death stranding. 5assassin’s creed origins 1assassin’s creed origins 2assassin’s creed origins 3call of duty modern warfare ii death stranding. 1

 

red dead redemption 2. 5super mario bros 1

Ultimi Dagoreport

gian marco chiocci giampaolo rossi alfredo mantovano giorgia meloni giovambattista giovanbattista fazzolari tg1

DAGOREPORT- CHE FRATELLI D’ITALIA, DOPO TRE ANNI DI PALAZZO CHIGI, NON SIA PIÙ IL PARTITO MONOLITICO NELLA SUA DEVOZIONE E OBBEDIENZA A GIORGIA MELONI È DIMOSTRATO DALL’ULTIMO SCAZZO NEL POLLAIO RAI TRA CHIOCCI E ROSSI - COL DIRETTORE DEL TG1 CHE SPUTTANA IN PIAZZA, CON APPOSITO COMUNICATO, I SUOI CONTATTI RISERVATI CON LA DUCETTA: ‘’NEI GIORNI SCORSI LA PREMIER MI HA SONDATO INFORMALMENTE PER CAPIRE UNA MIA EVENTUALE, FUTURA, DISPONIBILITÀ NELLA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE” - CON MASSIMO CINISMO E MINIMO RISERBO, CHIOCCI AGGIUNGE: “UNA CHIACCHIERATA, COME TANTE ALTRE IN QUESTI MESI...” - S'AVANZA "FRATELLI SERPENTI", UN PARTITO VITTIMA CRESCENTE DI INTRIGHI DI POTERE, CHE VIVE SCHIZOFRENICAMENTE LA PROPRIA EGEMONIA COME SABOTAGGIO DEL CAMERATA RIVALE - DALLA NOMINA DI FOTI A MINISTRO AL MURO DI IGNAZIO LA RUSSA A PROTEZIONE DI SANTANCHÉ FINO AL SUO ENDORSEMENT PER MAURIZIO LUPI PER IL DOPO-SALA IN BARBA AL MELONIANO FIDANZA, DAGLI SCAZZI CROSETTO-MANTOVANO A LOLLOBRIGIDA “COMMISSARIATO”, DALLA NOMINA DI GIULI ALLO SCONTRO SCHILLACI-GEMMATO. ESSI': A VOLTE IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA….

antonio barbera giulio base monda buttafuoco borgonzoni mantovano

FLASH! – BIENNALE DELLE MIE BRAME: IL MANDATO DI ALBERTO BARBERA ALLA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA TERMINA FRA UN ANNO MA DA MESI SI SUSSEGUONO VOCI SULLE ASPIRAZIONI DI ANTONIO MONDA (SPONSOR MANTOVANO) E DI GIULIO BASE, SUPPORTATO DALLO STRANA COPPIA FORMATA DALLA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA LUCIA BORGONZONI E DA IGNAZIO LA RUSSA (GRAZIE ALLO STRETTO RAPPORTO CON FABRIZIO ROCCA, FRATELLO DI TIZIANA, MOGLIE DI BASE) - IL PRESIDENTE ‘’SARACENO’’ BUTTAFUOCO, CHE TREMA AL PENSIERO DI MONDA E BASE, NON VUOLE PERDERE LA RICONOSCIUTA COMPETENZA INTERNAZIONALE DI BARBERA E GLI HA OFFERTO UN RUOLO DI ‘’CONSULENTE SPECIALE’’. RISPOSTA: O DIRETTORE O NIENTE…

peter thiel narendra modi xi jinping donald trump

DAGOREPORT - IL VERTICE ANNUALE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI SHANGHAI (SCO), SI AVVIA A DIVENTARE L’EVENTO POLITICO PIÙ CLAMOROSO DELL’ANNO - XI JINPING ATTENDE L’ARRIVO DEI LEADER DI OLTRE 20 PAESI PER ILLUSTRARE LA “VISIONE CINESE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE – ATTESI PUTIN, L’INDIANO MODI (PER LA PRIMA VOLTA IN CINA DOPO SETTE ANNI DI SCAZZI), IL BIELORUSSO LUKASHENKO, IL PAKISTANO SHARIF, L’IRANIANO PEZESHKIAN E IL TURCO ERDOGAN - SE DA UN LATO IL SUMMIT SCO RAPPRESENTA IL TRIONFO DEL DRAGONE, CHE È RIUSCITO A RICOMPATTARE MEZZO MONDO, DALL’INDIA AL BRASILE, MINACCIATO DALLA CLAVA DEL DAZISMO DI TRUMP, DALL’ALTRO ATTESTA IL MASSIMO FALLIMENTO DELL’IDIOTA DELLA CASA BIANCA – L’ANALISI SPIETATA DELL’EMINENZA NERA, PETER THIEL, A “THE DONALD”: "A COSA SONO SERVITI I TUOI AMOROSI SENSI CON PUTIN PER POI RITROVARTELO ALLA CORTE DI PECHINO? A COSA È SERVITO LO SFANCULAMENTO DELL’EUROPA, DAL DOPOGUERRA AD OGGI FEDELE VASSALLO AI PIEDI DEGLI STATI UNITI, CHE ORA È TENTATA, PER NON FINIRE TRAVOLTA DALLA RECESSIONE, DI RIAPRIRE IL CANALE DI AFFARI CON LA CINA, INDIA E I PAESI DEL BRICS?” – "DONALD, SEI AL BIVIO’’, HA CONCLUSO THIEL, "O SI FA UN’ALLEANZA CON LA CINA, MA A DETTAR LE CONDIZIONI SARÀ XI, OPPURE DEVI ALLEARTI CON L’EUROPA. UNA TERZA VIA NON C’È…”

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - MAI VISTA L’ARMATA BRANCAMELONI BRANCOLARE NEL BUIO COME PER LE REGIONALI IN VENETO - SENZA QUEL 40% DI VOTI DELLA LISTA ZAIA SIGNIFICHEREBBE LA PROBABILE SCONFITTA PER IL CENTRODESTRA. E DATO CHE IN VENETO SI VOTERÀ A NOVEMBRE, DUE MESI DOPO LE MARCHE, DOVE IL MELONIANO ACQUAROLI È SOTTO DI DUE PUNTI AL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA RICCI, PER IL GOVERNO MELONI PERDERE DUE REGIONI IN DUE MESI SAREBBE UNO SMACCO MICIDIALE CHE RADDRIZZEREBBE LE SPERANZE DELL’OPPOSIZIONE DI RIMANDARLA AL COLLE OPPIO A LEGGERE TOLKIEN - LA DUCETTA HA DOVUTO COSÌ INGOIARE IL PRIMO ROSPONE: IL CANDIDATO DI FDI, LUCA DE CARLO, È MISERAMENTE FINITO IN SOFFITTA – MA PER DISINNESCARE ZAIA, URGE BEN ALTRO DI UN CANDIDATO CIVICO: OCCORRE TROVARGLI UN POSTO DA MINISTRO O MAGARI LA PRESIDENZA DELL’ENI NEL 2026 - SE LA DUCETTA È RABBIOSA, SALVINI NON STA MEJO: I TRE GOVERNATORI DELLA LEGA HANNO DICHIARATO GUERRA ALLA SUA SVOLTA ULTRA-DESTRORSA, ZAVORRATA DAL POST-FASCIO VANNACCI - IL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL VENETO DEVE ESSERE COMUNQUE RISOLTO ENTRO IL 23 OTTOBRE, ULTIMA DATA PER PRESENTARE LISTE E CANDIDATI…

peter thiel donald trump

SE SIETE CURIOSI DI SAPERE DOVRÀ ANDRÀ A PARARE IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA TRUMPIANA, È INTERESSANTE SEGUIRE LE MOSSE DELLA SUA ‘’EMINENZA NERA’’, IL MILIARDARIO PETER THIEL - PUR NON COMPARENDO MAI IN PUBBLICO, ATTRAVERSO PALANTIR TECHNOLOGIES, UNO TRA I POCHI COLOSSI HI-TECH CHE COLLABORA CON LE AGENZIE MILITARI E DI INTELLIGENCE USA, THIEL HA CREATO UNA VERA E PROPRIA INFRASTRUTTURA DI POTERE CHE NON SOLO SOSTIENE IL TRUMPONE, MA CONTRIBUISCE A DEFINIRNE L’IDENTITÀ, LE PRIORITÀ E LA DIREZIONE FUTURA - LA SVOLTA AUTORITARIA DI TRUMP, CHE IN SEI MESI DI PRESIDENZA HA CAPOVOLTO I PARADIGMI DELLO STATO DI DIRITTO, HA LE SUE RADICI IN UN SAGGIO IN CUI THIEL SOSTIENE APERTAMENTE CHE ‘’LIBERTÀ E DEMOCRAZIA SONO INCOMPATIBILI’’ PERCHÉ IL POTERE SI COLLOCA “OLTRE LA LEGGE” – OLTRE A INTERMINABILI TELEFONATE CON L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA, THIEL GODE DI OTTIMI RAPPORTI CON LA POTENTE CAPOGABINETTO DEL PRESIDENTE, SUSIE WILES, E COL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT, CON CUI ORDISCE LE TRAME ECONOMICHE - SE MEZZO MONDO È FINITO A GAMBE ALL’ARIA, IL FUTURO DELLA MENTE STRATEGICA DEL TRUMPISMO SEMBRA TINTO DI “VERDONI”: LE AZIONI DI PALANTIR SONO QUINTUPLICATE NEGLI ULTIMI 12 MESI, E NON SOLO GRAZIE ALLE COMMESSE DI STATO MA ANCHE PER GLI STRETTI INTERESSI CON L’INTELLIGENCE ISRAELIANA (UNO DEI MOTIVI PER CUI TRUMP NON ROMPE CON NETANYAHU...)

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...