CONFALONIERI: IL GOVERNO FAVORISCE SKY - IL SUCCESSO DI MURDOCH (7%) METTE PAURA PIÙ A MEDIASET CHE ALLA RAI - SALEM: "IL PUBBLICO DISPOSTO A PAGARE LA TV È PROPRIO IL PUBBLICO MEDIASET" - MOCKRIDGE: "VINCENTI OFFERTA E TECNOLOGIE.
Dal "Corriere della Sera"
Non e più una nicchia. Non e più per un'elite. Sky in Italia è cresciuta in modo esponenziale e ormai rappresenta un "pericolo" per Rai (meno) e Mediaset (di più). Gli ascolti crescono - Sky oggi sfiora il 7% nella giornata media e nelle serate di grande calcio arriva al 12% - la pubblicità dilaga. E se il telespettatore, soprattutto di telefilm su Fox, non e felice dell'inserimento dei molti spot, i vertici della pay tv lo sono. Eccome. Perche questo aumenta i ricavi a dismisura. Del resto ieri perfino il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, lo ha ammesso, lanciando un grido d'accusa. A causa del ddl Gentiloni, Mediaset rischia di perdere almeno "un quarto del suo fatturato". All'assemblea Frt (Federazione Radio Televisioni), Confalonieri parla addirittura di "vendetta politica" contro l'azienda di Berlusconi (una tesi, questa, respinta dal ministro Gentiloni che sottolinea la "coerenza con le posizioni del centrosinistra che ha da anni") e di "atteggiamento totalmente favorevole nei confronti di Sky". Il massimo vertice di Cologno Monzese non ha esitato a parlare dell'ex amico Rupert Murdoch come del nemico: "Lo chiamano il Cavaliere Bianco o anche "The Shark" (lo squalo), e lui il convitato di pietra e ha il completo favore di questa legge".
E tra gli uomini pin vicini a Murdoch c'e Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia che, forte dei 4 milioni di abbonati in tre anni, spiega cosi il successo: "Sky e cresciuta moltissimo dal lancio perché abbiamo fornito una vasta scelta di intrattenimento e di informazione agli utenti italiani. Una scelta sempre più ampia, grazie a nuovi canali e tecnologie innovative: l'Alta definizione, le funzioni active per lo sport e Sky Tg24, My Sky, ovvero il decoder intelligente che registra in qualità digitale. E poi la gente ha capito che Sky e la tv per tutta la famiglia, ciascuno può scegliere l'offerta che preferisce in ogni momento del giorno. Per questo il nostro tasso di fedeltà e tra i più alti in Europa per una pay tv".
Ma Mockridge signorilmente "rifiuta" che vi sia una crisi di Rai e Mediaset per "colpa" di Sky: "È sbagliato parlare di crisi della tv generalista in Italia. Rai, Mediaset, La7 e le tv locali rimangono forti ed, insieme, sono viste da milioni di spettatori. Come ovunque in Europa, c'e spazio per una pay tv e altre piattaforme. La sola differenza e che, in Italia, il cambiamento e avvenuto in ritardo rispetto ai cambiamenti internazionali".
E anche i vertici di Mediaset e Rai sono convinti che il nostro Paese viaggi più lentamente rispetto al mercato televisivo europeo. È ovvio, pero, che ognuno cerchi di venirne fuori al meglio. Spiega Alessandro Salem, direttore generale Mediaset: "Sky certamente e un polo forte, il duopolio non esiste più, come accade in molti mercati esteri. Quella che invece e un'anomalia solo italiana e la rilevante presenza pubblicitaria sulla pay tv. Perche Sky ha limiti di affollamento diversi da quelli della tv commerciale gratuita e questo e molto penalizzante per noi che viviamo solo di pubblicita. In più, loro possono trasmettere un numero illimitato di canali mentre noi abbiamo vincoli molto rigidi".
A questo punto e evidente che nel mercato Sky e Mediaset sono proprio rivali. Aggiunge Salem: "Il pubblico disposto a pagare la tv è proprio il pubblico Mediaset, quello attivo, commerciale, più giovane: il target più interessante per la pubblicità. Un target ora conteso anche da Sky ma su cui stiamo mantenendo la nostra quota di mercato. Su questo target è invece la Rai a essere un po' in difficoltà, con un pubblico piuttosto invecchiato".
Ma da viale Mazzini non ci stanno. Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, arringa: "In realtà, se andiamo a fare i conti, nessuno perde davvero poiché c'e una crescita assoluta di telespettatori. Tutte le analisi dimostrano che cresce il tempo libero e la tv tematica sta aiutando l'incremento della televisione. La Rai certo quest'anno non ha perso nulla. Diverso è il discorso per Mediaset. Detto questo - conclude Leone - dobbiamo parlare di più ai giovani. Stiamo organizzando seminari interni su come rivolgerci e catturare quel pubblico che ora sceglie Sky".
Su una cosa sono d'accordo entrambi: la tv generalista deve dire addio al calcio e al cinema, due generi troppo costosi. Meglio puntare su prodotti fatti in casa, come fiction e intrattenimento.
Dagospia 30 Novembre 2006
Non e più una nicchia. Non e più per un'elite. Sky in Italia è cresciuta in modo esponenziale e ormai rappresenta un "pericolo" per Rai (meno) e Mediaset (di più). Gli ascolti crescono - Sky oggi sfiora il 7% nella giornata media e nelle serate di grande calcio arriva al 12% - la pubblicità dilaga. E se il telespettatore, soprattutto di telefilm su Fox, non e felice dell'inserimento dei molti spot, i vertici della pay tv lo sono. Eccome. Perche questo aumenta i ricavi a dismisura. Del resto ieri perfino il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, lo ha ammesso, lanciando un grido d'accusa. A causa del ddl Gentiloni, Mediaset rischia di perdere almeno "un quarto del suo fatturato". All'assemblea Frt (Federazione Radio Televisioni), Confalonieri parla addirittura di "vendetta politica" contro l'azienda di Berlusconi (una tesi, questa, respinta dal ministro Gentiloni che sottolinea la "coerenza con le posizioni del centrosinistra che ha da anni") e di "atteggiamento totalmente favorevole nei confronti di Sky". Il massimo vertice di Cologno Monzese non ha esitato a parlare dell'ex amico Rupert Murdoch come del nemico: "Lo chiamano il Cavaliere Bianco o anche "The Shark" (lo squalo), e lui il convitato di pietra e ha il completo favore di questa legge".
E tra gli uomini pin vicini a Murdoch c'e Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia che, forte dei 4 milioni di abbonati in tre anni, spiega cosi il successo: "Sky e cresciuta moltissimo dal lancio perché abbiamo fornito una vasta scelta di intrattenimento e di informazione agli utenti italiani. Una scelta sempre più ampia, grazie a nuovi canali e tecnologie innovative: l'Alta definizione, le funzioni active per lo sport e Sky Tg24, My Sky, ovvero il decoder intelligente che registra in qualità digitale. E poi la gente ha capito che Sky e la tv per tutta la famiglia, ciascuno può scegliere l'offerta che preferisce in ogni momento del giorno. Per questo il nostro tasso di fedeltà e tra i più alti in Europa per una pay tv".
Ma Mockridge signorilmente "rifiuta" che vi sia una crisi di Rai e Mediaset per "colpa" di Sky: "È sbagliato parlare di crisi della tv generalista in Italia. Rai, Mediaset, La7 e le tv locali rimangono forti ed, insieme, sono viste da milioni di spettatori. Come ovunque in Europa, c'e spazio per una pay tv e altre piattaforme. La sola differenza e che, in Italia, il cambiamento e avvenuto in ritardo rispetto ai cambiamenti internazionali".
E anche i vertici di Mediaset e Rai sono convinti che il nostro Paese viaggi più lentamente rispetto al mercato televisivo europeo. È ovvio, pero, che ognuno cerchi di venirne fuori al meglio. Spiega Alessandro Salem, direttore generale Mediaset: "Sky certamente e un polo forte, il duopolio non esiste più, come accade in molti mercati esteri. Quella che invece e un'anomalia solo italiana e la rilevante presenza pubblicitaria sulla pay tv. Perche Sky ha limiti di affollamento diversi da quelli della tv commerciale gratuita e questo e molto penalizzante per noi che viviamo solo di pubblicita. In più, loro possono trasmettere un numero illimitato di canali mentre noi abbiamo vincoli molto rigidi".
A questo punto e evidente che nel mercato Sky e Mediaset sono proprio rivali. Aggiunge Salem: "Il pubblico disposto a pagare la tv è proprio il pubblico Mediaset, quello attivo, commerciale, più giovane: il target più interessante per la pubblicità. Un target ora conteso anche da Sky ma su cui stiamo mantenendo la nostra quota di mercato. Su questo target è invece la Rai a essere un po' in difficoltà, con un pubblico piuttosto invecchiato".
Ma da viale Mazzini non ci stanno. Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, arringa: "In realtà, se andiamo a fare i conti, nessuno perde davvero poiché c'e una crescita assoluta di telespettatori. Tutte le analisi dimostrano che cresce il tempo libero e la tv tematica sta aiutando l'incremento della televisione. La Rai certo quest'anno non ha perso nulla. Diverso è il discorso per Mediaset. Detto questo - conclude Leone - dobbiamo parlare di più ai giovani. Stiamo organizzando seminari interni su come rivolgerci e catturare quel pubblico che ora sceglie Sky".
Su una cosa sono d'accordo entrambi: la tv generalista deve dire addio al calcio e al cinema, due generi troppo costosi. Meglio puntare su prodotti fatti in casa, come fiction e intrattenimento.
Dagospia 30 Novembre 2006