FECCIA SANREMESE - SACCA': "IO E TUTTA LA MIA FAMIGLIA VOTIAMO FORZA ITALIA"
1 - Claudio Cecchetto: "Voto a Baudo? 10. Ha le palle. Gli ospiti l'hanno verificato ogni sera".
2 - Fiorello: "Ci sono rimasto male per quello che ha scritto Enzo Biagi sul Corriere , un grande del giornalismo che stimo e ammiro. Ma perché ha detto che invece di toccare i testicoli di Pippo, potevo toccarmi la testa? Ci sono rimasto male, non voglio mettermi a far polemica: figurarsi: uno come me, con un cognome da mascarpone, che si mette a tu per tu con Biagi. Però... perché? Eppure l'anno passato, a "Il Fatto", mi elogiò dicendo che avevo salvato il Sanremo di Raffaella...».
3 - Agostino Saccà: "Io sono un aziendalista. Un uomo che ha il senso delle radici. Mio padre era socialista, io sono socialista. Resto uomo di sinistra, è la sinistra che si è spostata. Per questo voto Forza Italia. Io e tutta la mia famiglia votiamo Forza Italia, ma questo è un fatto privato".
4 - Giuliano Ferrara: "A Berlusconi gli ha fatto un monumento anche con quell'ultima battuta, poi ha fatto un monumento alla Madonna, all'amore, a Maria Vergine. Non so, forse i comici devono fare così. Io sapevo che dovevano mordere, ma a Sanremo si passa tutto. E' stato un po' vigliacchetto, buonista in linea con Sanremo e buonista anche in linea con il risultato delle elezioni, delle quali evidentemente ha tenuto conto più di chiunque altro. E' un gran furbone. Il mio amico Michele Serra dice che è l'Italia contadina: scarpe grosse e cervello fino. Scarpe grosse ce le ha, stasera era anche molto elegante; il cervello fino pure, perché non è stupido, ma è troppo furbo, troppo furbo. C' è un fondo di furbizia, d'ipocrisia. Se fossi stato lui non ci sarei andato a Sanremo, faceva migliore figura. E' andata a finire che gli hanno tirato i fiori marci. Con le uova ora potrei farci una bella carbonara".
5 - Agostino Saccà: "La settimana scorsa mi hanno telefonato alle 21.30 e mi hanno detto: "E' fatta. Rossella presidente, tu direttore". Alle 22.30 mi hanno richiamato per dirmi che Fini aveva fatto saltare tutto. Alle 23 sono andato a letto e ho dormito benissimo".
6 - Maurizio Gasparri: "Ogni tanto mi chiedo: ma perché la satira si occupa solo di una parte politica? Una sola volta ho visto una vera satira verso il centrosinistra: Nell'imitazione che Corrado Guzzanti fece di Francesco Rutelli. Sono tuttora convinto che quelle scenette durante la trasmissione L'ottavo nano abbiano massacrato la figura di Rutelli, più dei suoi stessi comizi in piazza. E ce ne vuole, accidente se ce ne vuole... Anzi, a ripensarci bene e ricostruendo il periodo che abbiamo alle spalle direi che l'imitazione dedicata da Guzzanti a Rutelli fu l'anticipazione mediatica dello schiaffo che Nanni Moretti ha poi davvero dato all'Ulivo durante il famoso comizio di piazza Navona. Quel personaggio televisivo sembrava già dire ai dirigenti del centro-sinistra: ma dove andate, che volete, chi siete?"
7 - Agostino Saccà: «Leone non è mai stato davvero candidato. E' tanto giovane».
8 - Dario Fo: «Un conto è fare il giullare un altro fare il buffone. Il primo fa ridere, fa pensare, il secondo spesso è solo patetico. La differenza tra Benigni e Ferrara è tutta lì. La sua buffonata Ferrara l'ha innescata per cercare di rendere un po' meno clandestino il suo giornalino. Ha berciato, minacciato e poi, al momento giusto, è sparito. Quanto a Benigni, il meglio l'ha dato nel "Giudizio universale", mentre quando è passato sul versante dell'amore e della poesia, lo scarto è stato troppo forte. Troppo sottile per un Festival dove, come ha sottolineato anche lui, tutto - comprese le pudenda di Baudo- si è mostrato fasullo».
9 - Luca Barbareschi: «Da 20 anni, da quando inventò il "wojtylaccio", Benigni fa sempre le stesse cose, che sia ospite di Letterman o di Baudo. Perché Benigni è senza dubbio un genio, un genio... del marketing. Avesse detto qualcosa anche contro la sinistra, sarebbe un comico completo ma con il suo film in uscita, sa quel che deve fare: nient'altro che una goliardata, un bel miscuglio di parole toscane strascicate, due pacche e via. Gli basta fare un'incursione sul video ben strombazzata anche una sola volta l'anno, giusto per dare il tempo ai telespettatori di dimenticare quella precedente, come fossero tutti in preda all'Alzheimer».
10 - Anonimo: "Ha cominciato a strizzare il pisello di Baudo, ha infilato la testa sotto le gonne della Arcuri, quindi amore e preghiera alla Madonna: questo Benigni è proprio un paraculo. Anzi, un "papa-culo".
Copyright Dagospia.com 11 Marzo 2002
2 - Fiorello: "Ci sono rimasto male per quello che ha scritto Enzo Biagi sul Corriere , un grande del giornalismo che stimo e ammiro. Ma perché ha detto che invece di toccare i testicoli di Pippo, potevo toccarmi la testa? Ci sono rimasto male, non voglio mettermi a far polemica: figurarsi: uno come me, con un cognome da mascarpone, che si mette a tu per tu con Biagi. Però... perché? Eppure l'anno passato, a "Il Fatto", mi elogiò dicendo che avevo salvato il Sanremo di Raffaella...».
3 - Agostino Saccà: "Io sono un aziendalista. Un uomo che ha il senso delle radici. Mio padre era socialista, io sono socialista. Resto uomo di sinistra, è la sinistra che si è spostata. Per questo voto Forza Italia. Io e tutta la mia famiglia votiamo Forza Italia, ma questo è un fatto privato".
4 - Giuliano Ferrara: "A Berlusconi gli ha fatto un monumento anche con quell'ultima battuta, poi ha fatto un monumento alla Madonna, all'amore, a Maria Vergine. Non so, forse i comici devono fare così. Io sapevo che dovevano mordere, ma a Sanremo si passa tutto. E' stato un po' vigliacchetto, buonista in linea con Sanremo e buonista anche in linea con il risultato delle elezioni, delle quali evidentemente ha tenuto conto più di chiunque altro. E' un gran furbone. Il mio amico Michele Serra dice che è l'Italia contadina: scarpe grosse e cervello fino. Scarpe grosse ce le ha, stasera era anche molto elegante; il cervello fino pure, perché non è stupido, ma è troppo furbo, troppo furbo. C' è un fondo di furbizia, d'ipocrisia. Se fossi stato lui non ci sarei andato a Sanremo, faceva migliore figura. E' andata a finire che gli hanno tirato i fiori marci. Con le uova ora potrei farci una bella carbonara".
5 - Agostino Saccà: "La settimana scorsa mi hanno telefonato alle 21.30 e mi hanno detto: "E' fatta. Rossella presidente, tu direttore". Alle 22.30 mi hanno richiamato per dirmi che Fini aveva fatto saltare tutto. Alle 23 sono andato a letto e ho dormito benissimo".
6 - Maurizio Gasparri: "Ogni tanto mi chiedo: ma perché la satira si occupa solo di una parte politica? Una sola volta ho visto una vera satira verso il centrosinistra: Nell'imitazione che Corrado Guzzanti fece di Francesco Rutelli. Sono tuttora convinto che quelle scenette durante la trasmissione L'ottavo nano abbiano massacrato la figura di Rutelli, più dei suoi stessi comizi in piazza. E ce ne vuole, accidente se ce ne vuole... Anzi, a ripensarci bene e ricostruendo il periodo che abbiamo alle spalle direi che l'imitazione dedicata da Guzzanti a Rutelli fu l'anticipazione mediatica dello schiaffo che Nanni Moretti ha poi davvero dato all'Ulivo durante il famoso comizio di piazza Navona. Quel personaggio televisivo sembrava già dire ai dirigenti del centro-sinistra: ma dove andate, che volete, chi siete?"
7 - Agostino Saccà: «Leone non è mai stato davvero candidato. E' tanto giovane».
8 - Dario Fo: «Un conto è fare il giullare un altro fare il buffone. Il primo fa ridere, fa pensare, il secondo spesso è solo patetico. La differenza tra Benigni e Ferrara è tutta lì. La sua buffonata Ferrara l'ha innescata per cercare di rendere un po' meno clandestino il suo giornalino. Ha berciato, minacciato e poi, al momento giusto, è sparito. Quanto a Benigni, il meglio l'ha dato nel "Giudizio universale", mentre quando è passato sul versante dell'amore e della poesia, lo scarto è stato troppo forte. Troppo sottile per un Festival dove, come ha sottolineato anche lui, tutto - comprese le pudenda di Baudo- si è mostrato fasullo».
9 - Luca Barbareschi: «Da 20 anni, da quando inventò il "wojtylaccio", Benigni fa sempre le stesse cose, che sia ospite di Letterman o di Baudo. Perché Benigni è senza dubbio un genio, un genio... del marketing. Avesse detto qualcosa anche contro la sinistra, sarebbe un comico completo ma con il suo film in uscita, sa quel che deve fare: nient'altro che una goliardata, un bel miscuglio di parole toscane strascicate, due pacche e via. Gli basta fare un'incursione sul video ben strombazzata anche una sola volta l'anno, giusto per dare il tempo ai telespettatori di dimenticare quella precedente, come fossero tutti in preda all'Alzheimer».
10 - Anonimo: "Ha cominciato a strizzare il pisello di Baudo, ha infilato la testa sotto le gonne della Arcuri, quindi amore e preghiera alla Madonna: questo Benigni è proprio un paraculo. Anzi, un "papa-culo".
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