"SONO IN UNA CONDIZIONE DI INDIFFERENZA FILOSOFICA" - SENTITE CHE "INDIFFERENZA"
"UN CAPITALISMO DI MERDA, D'ACCATTO, TRIONFO DELLE SCATOLE CINESI, DEL DEBITO"
IERI FUORI DAL CALCIO, OGGI DA TELECOM, L'IRRESISTIBILE DISCESA DI GUIDO ROSSI

Ferruccio de Bortoli per "Il Sole 24 Ore"

"Sono in una condizione di indifferenza filosofica", confessa a tarda sera un Guido Rossi né sorpreso né amareggiato dopo essere stato estromesso, senza alcun reale preavviso (solo una telefonata martedì notte con l'offerta di Tronchetti di passare al ruolo di consulente) dalla lista che l'azionista di maggioranza relativa presenta per l'assemblea del 16 aprile. Se fossi solo indifferente sarei cinico, aggiunge il presidente uscente di Telecom.

Rossi considera la mossa Pirelli di dubbia, molto dubbia, legittimità giuridica. L'indifferenza filosofica appare una formula suggestiva come quella del conflitto epidemico, di cui il professore scrisse in un celebrato pamphlet sui difetti del capitalismo all'italiana pubblicato da Adelphi. Sono assolutamente al di sopra di queste cose, di questo modo di fare. Che bella immagine del Paese!Un capitalismo di m. (sic!), d'accatto, il trionfo delle scatole cinesi, del debito e della leva.



Il professore si presenterà in assemblea? No, non crede proprio. Non ha voglia di insistere Guido Rossi. Non vuole andare a rappresentare chi disprezza moralmente e culturalmente. Ha combattuto un'intera vita, come giurista, avvocato, scrittore, presidente Consob, per l'affermazione di un capitalismo di mercato, moderno e trasparente e si ritrova con la dimostrazione teatrale, plastica, che ogni sforzo intellettuale è stato vano.

La giornata, amara, gli appare come la dimostrazione che non vi è più nulla da fare. È stato lasciato fuori dalla porta senza tanti complimenti, un po' come avvenne qualche mese fa, in tutt'altro scenario, con la presidenza della Figc dopo la conquista del titolo mondiale.

Ma il mercato, il mercato vero, fatto di regole e trasparenza, non è nemmeno, continua, quello che preconizzano alcuni iperliberisti disponibili a spalancare le porte agli stranieri, con laissez faire assoluto e una esterofilia modaiola, magari presenti in lista alla prossima assemblea. Una riunione di soci che si annuncia già, nelle sue tensioni drammatiche, come il teatro dell'assurdo di una finanza italiana ripiegata su se stessa e forse impreparata all'apertura convulsa dei mercati di questi giorni.


Dagospia 05 Aprile 2007