CAFONAL DELLA VERGOGNA/2 - "PANORAMA": PERCHÉ GIORNALI E TALK SHOW HANNO IGNORATO IL DIBATTITO DI DAGOSPIA? PER UNA SORTA DI COMODA CATARSI COLLETTIVA: COME A DIRE, GLI ANNI DI PIOMBO SONO FINITI - VERO, MA IL PIOMBO DI QUEGLI ANNI C'È ANCORA.

Denise Pardo per "Panorama" in edicola domani


Dopo l'armadio della vergogna, ecco il «Cafonal» della vergogna. Dove di fronte a un'amena scampagnata di terroristi, rossi e neri, di compagni e camerati di merende, l'unica voce di protesta a farsi avanti e a farsi sentire è quella di un paparazzo. Il più geniale dei paparazzi: quell'Umberto Pizzi che con i suoi scatti di facce e salotti, commistioni e manierismi, con la sua antologia dei «Cafonal», ha ritratto l'Italia dei Dorian Gray della Seconda repubblica; e che negli anni a venire, probabilmente, sarà considerato l'entomologo del Palazzo e del grande inciucio all'italiana.

È stato Pizzi a dire: «Vergogna!». E a scriverlo sul sito di Dagospia, alter ego di una formidabile coppia di hacker del potere e museo dove appende le sue foto. È stato Pizzi, vecchio cuore di sinistra, a ricordare cosa è stato il terrorismo e le sue centinaia di vittime. Un dibattito rimasto isolato sul sito, lettissimo, di Roberto D'Agostino. Senza che nessuno per giorni abbia raccolto il guanto lanciato, la sua dichiarazione pubblica di un sentimento evidentemente antico: l'indignazione. Lasciando non ai politici, non agli editorialisti, non agli intellettuali, ma a lui, paparazzo simpatico e onesto, il ruolo di coscienza critica e politica di un'Italia dalla morale a fisarmonica.

La storia di un'evoluzione del costume da studiare antropologicamente. La miccia è la presentazione del libro di Andrea Colombo, ex Potere operaio, giornalista del Manifesto, passato dall'attacco al cuore dello Stato all'attacco al cuore del Senato, lato buvette, però, visto che ora è portavoce a Palazzo Madama di Giovanni Russo Spena. Colombo ha scritto Storia nera, libro sulla strage di Bologna. Tesi molto argomentata: Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, pluricondannati, sono innocenti.

Pizzi arriva per fotografare il volto degli ex terroristi, trent'anni dopo. Ma assiste a un incredibile ricongiungimento fra ex combattenti, non più nemici divisi da ideologie, ambedue deviate. Ma divini complici molto fotogenici di una mondanità bipartisan che li assolve e li unisce.

Ecco l'ex br Adriana Faranda e l'ex Nar Francesca Mambro. Ecco Valerio Morucci (delitto Moro) e Giusva Fioravanti. Si mescolano a giornalisti e politici di destra e di sinistra, dell'ex Fuan e dell'ex Pci. C'è Anna Maria Cossiga («Elegantissima come sempre» annota nella sua cronaca il giornalista Luca Telese), figlia del presidente emerito Francesco, ministro dell'Interno al tempo del rapimento di Aldo Moro, presidente del Consiglio al tempo della strage di Bologna. L'atmosfera è quella di un cocktail di ex dannati usciti finalmente allo scoperto. Pallottole e vecchi merletti. Le ferite, i morti, le bombe nere, le P38 rosse lontane, anzi rese presentabili con grande agio e convenienza da una radice comune: c'era la guerra civile, eravamo tutti cattivi.

Sono più o meno gli stessi giorni in cui si inaugura la lapide in ricordo del commissario Luigi Calabresi, in cui arrivano nuove minacce al sindaco di Bologna Sergio Cofferati, in cui il ministro dell'Interno Giuliano Amato lancia l'allarme sul terrorismo. Ed esce anche il bellissimo libro Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo di Mario Calabresi.



È il figlio di Luigi. È un giornalista di grande avvenire, vittima di una tragedia, certo, ma con i mezzi e gli strumenti giusti per farsi ascoltare e per sottolineare cosa sono stati quegli anni. E infatti va a Otto e mezzo, la trasmissione di Giuliano Ferrara, dove «Il punto» è competenza di Lanfranco Pace, militante di Potere operaio, fuori dalla lotta armata a causa della sua pigrizia oblomoviana. Ma è stato lui a rivelare in un'intervista a Claudio Sabelli Fioretti il nome dell'uccisore materiale di Aldo Moro.

Pizzi scatta. D'Agostino pubblica. Anche il commento del fotografo: «In Italia, tutto finisce a tarallucci e vino. Ma non è stato un bello spettacolo vedere i superstiti delle lotte armate che parlavano amabilmente di stragi e misteri. I familiari dei caduti del terrorismo non ringraziano».

Gli risponde Luca Telese: «Non è stata Vergogna». Gli risponde anche Mambro, sempre su Dagospia, rivendicando il diritto di incontrare «vecchi nemici per capire e condannare meglio». Sul web un blogger di peso come Mario Adinolfi si schiera con Pizzi. «Agghiacciante vedere quelle pacche sulle spalle, quel collettivo "è passata la nottata" come se niente fosse. Bravo e coraggioso Pizzi» scrive a Dagospia Eugenio Occorsio, penna della Repubblica e figlio di Vittorio, magistrato ucciso dagli estremisti di destra.

La polemica corre. Ma solo online, nella libera repubblica di D'Agostino. Eppure, per molto meno, i giornali, i conduttori di talk-show vanno in brodo di giuggiole e cavalcano alla grande anche il minimo dibattito. Senso di colpa di tanti protagonisti degli anni di piombo presenti nei media? Voglia di non riaprire storie dolorose di amici, fastidiosi scheletri nell'armadio? Potere ancora forte dei terroristi?

D'altronde Rodolfo Brancoli, autorevole giornalista, gran sacerdote della comunicazione del premier Romano Prodi, accorso alla presentazione del libro, non è forse amico di Mambro e Fioravanti? Non è proprio lui a definirli al suo entourage «persone squisite»? A Pasqua, quest'anno, non ha fatto con loro la marcia contro la pena di morte a Roma? E Maria Giovanna Maglie non è forse madrina della figlia dei due ex Nar?

Invitato da Colombo, c'era mezzo Manifesto, e sotto gli occhi del padre nobile Valentino Parlato Morucci e Fioravanti si sono quasi abbracciati, e Adriana Faranda ha esclamato: «Gran donna la Mambro». Una sorta di comoda catarsi collettiva. Come a dire: quegli anni di piombo sono finiti. Vero, ma il piombo di quegli anni c'è ancora. Oltre che per i parenti delle vittime e per gran parte del Paese, anche per Pizzi, almeno per lui.


Dagospia 24 Maggio 2007