TREMONTI: NON SOLO IL SISTEMA AMERICANO, HA FATTO CRAC ANCHE MARIO DRAGHI
"I BANCHIERI PORTANO A CASA LA LIQUIDAZIONE, E CHI CI PERDE È LA POVERA GENTE"
IL GOVERNATORE PRESIEDE IL FINANCIAL STABILITY, FORUM ANTI-CRISI VOLUTO DAL G8

Elena Polidori per "la Repubblica"

 
Per Mario Draghi la crisi finanziaria che sta scuotendo i mercati è «una delle più severe e complesse dei nostri tempi». Il governatore della Banca d´Italia parla alla Bundesbank di Berlino mentre le banche centrali di mezzo mondo - Fed, Bce, Banca del Giappone, Banca d´Inghilterra - decidono una nuova, maxi immissione di liquidità per cercare di calmare la turbolenza, l´equivalente di un fiume di miliardi di dollari: 50 dagli americani, 100 dagli europei, 23 dai nipponici, circa 30 dagli inglesi. Perfino la banca cinese si muove, optando per un taglio ai tassi, il primo da sei anni.
 
Al Tg1 parla anche il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti. Dice: con il crac Lehman, «non è fallita una banca, ma un sistema. Non è il principio della fine, ma la fine del principio». La sua analisi suona un tantino polemica anche verso lo stesso Draghi, che presiede il Financial Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dal G8: «E´ fallito il sistema di sorveglianza e di vigilanza. Solo che i banchieri portano a casa la liquidazione, i vigilanti e i sorveglianti vengono a farci lezione, e chi ci perde è la povera gente». Perciò: servono «nuove regole» per ristabilire la fiducia. Tremonti porrà la questione proprio al G8, ora che l´Italia presiede il «club». Comunque, le crisi «prima o poi finiscono» e il paese ne uscirà «più forte» perché le banche nazionali sono solide.
 
Anche Draghi pensa che il sistema bancario italiano corra «rischi limitati». Come lui la pensa lo stesso presidente Abi, l´associazione di categoria, Corrado Faissola. Già all´indomani del crac, la maggior parte delle banche ha pubblicato la propria esposizione verso Lehman. Ieri è toccato al gruppo Intesa: 51 milioni di euro con crediti per cassa; circa 3 milioni di euro in crediti di firma e in titoli obbligazionari per un nominale di circa 166 milioni. Nessuna esposizione di Poste Italiane.
 
Draghi ripete che il capitale del sistema bancario nel suo complesso basta per «resistere» agli scossoni. Però le perdite globali «aumenteranno» e perciò servono «almeno» altri 350 miliardi di capitali, «un´altra volta l´ammontare già raccolto all´inizio della crisi». A differenza di Tremonti, il governatore non menziona mai direttamente il crac Lehman. Ma fa capire che se la crisi dovesse diventare sistemica - «e lo scorso fine settimana ha mostrato quanto improvviso e drammatico possa essere il corso degli eventi»- allora sarà necessario «uno sforzo coordinato a livello internazionale». Il corso degli eventi appare davvero imprevedibile. Gli analisi si aspettano altri tonfi; ora soffre Aig. Come sempre nei momenti di tensione, il differenziale tra i bund tedeschi e i Btp decennali sale: 74 punti-base, record dal 1999.



Crisi grave, dunque. «Senza precedenti», nell´analisi di Dominique Strauss Kahn, numero uno del Fmi. «La peggiore da decenni», rincara Peer Steinbruek, ministro tedesco delle Finanze. «E non ancora finita», prevede il commissario Ue Joaquin Almunia. Le «sfide» del domani, Draghi le sintetizza così: «Ripristinare la stabilità dei prezzi per sostenere la crescita, assicurare aggiustamenti ordinati nei bilanci delle banche e delle famiglie e negli squilibri macro». Serviranno «interventi sul fronte monetario, fiscale e regolamentare».
 
ALTRE STAFFILATE BY TREMONTI AL TG1
"Il Sole 24 Ore"
 
«Le crisi finiscono prima o poi» e alla fine di questa turbolenza l'Italia «sarà più forte di prima e più forte degli altri, perché ha un sistema bancario,assicurativo e pensionistico solido».
 
«Non si tratta del principio della fine, ma della fine di un principio» ovvero della «scelta pazzesca di finanziare la globalizzazione con il debito». Il mondo «senza regole» è un«mondo finito» ha detto il ministro, «ora bisogna fare nuove regole e le regole devono farle i governi» vietando paradisi fiscali e bilanci falsi.
 
Le banche italiane siano più solide che nel resto del mondo: «Hanno gli sportelli, fanno raccolta; le altre hanno i grattacieli di lusso»
«In America - ha spiegato - se la Borsa va male vai a mangiare il kitkat nelle roulotte, da noi no. Le famiglie non sono indebitate, non sono state prese dalla vertigine del consumo a debito e con i mutui sono abbastanza a posto».
«Dopo la finanza e la speculazione, si tornerà alla manifattura e l'Italia ha la seconda manifattura dopo la Germania».
 

Dagospia 17 Settembre 2008