CARO IGOR, SONO KAROL.

Come un bulldozer Isidoro Manzella, per la patria giornalistica Igor Man, ha attraversato cinquant'anni di giornalismo, inciampando nella Storia del Mondo. Dal Vietnam al Medio Oriente, passando per la Cuba di Castro, il Grande Igor ha occupato la vita impegnato a raccontare e rievocare il carattere di un'epoca, i suoi cicli e ricicli (e tricicli), con una visione epica dei fatti umani, politici, artistici, sia remoti che moderni.

Voce baritonale e dizione biblica, le parole dell'inviato de "La Stampa" sono simile a frustate. Parole che alternano affermazioni gravissime e osservazioni futili, citazioni colte e battute facete, salti in avanti vertiginosi e fissazioni che continuano a tornare indietro.
Recentemente il Grande Igor ha ritirato il più prestigioso premio italiano di giornalismo, il Saint Vincent. Ma i giornali, sapete come sono fatti (invidie, rancori, megalomanie), hanno risolto la cosa in poche righe, tra i flash della cronaca. Per fortuna che c'è il Papa. Karol Wojtyla, infatti, ha scritto una bella letterina-telegramma a Igor Man che qui riproduciamo.

"Sommo Pontefice nello apprendere con compiacimento notizia conferimento at lei premio St. Vincent di giornalismo desidera farle pervenire vive felicitazioni et cordiali auguri esprimendo apprezzamento per suo lungo servizio nel campo informazione et incoraggiando at continuare nel suo impegno promozione valori che non tramontano et necessari per costruire società libera et solidale".

Come dicono i ragazzini ai concerti pop: Igor, grazie di esistere....

( Copyright dagospia.com )


RITRATTO DI IGOR MAN
di Pietrangelo Buttafuoco
Sceicco. Nobile islamista, pare che non abbia una vita borghese nonostante soggiorni a Sabaudia, ma avendo trascorso parte del suo tempo su un tappeto volante sulla rotta d'Oriente, ha acquisito una aurorale saggezza che lo rende simile a un Sufi rimasto incagliato nel pentagramma di Franco Battiato. Ciuffo bianco, sguardo "cinese", fu il prediletto di Renato Angiolillo al Tempo anche in virtù di un rocambolesco licenziamento che gli procurò un'ottima liquidazione. Come Georges Gurdjeff, adora il divertimento e la frivolezza facendo finta di indignarsi. Sulla polemica estiva dell'onda anomala (in odio a Capalbio, dove tutti speravano che gli intellettuali finalmente annegassero), dettò la sua opinione: "L'onda anomala è solo una minchia di mare". Di sangue russo, è di Catania.