BOLLORÉ DOVRÀ SGANCIARE I DANÉ? – DOMANI LA CORTE DI CASSAZIONE FRANCESE DECIDERÀ SE IL TYCOON BRETONE DEVE RIACQUISTARE IL 70% DEI TITOLI DI VIVENDI IN CIRCOLAZIONE, PER UN VALORE DI CIRCA 3,5 MILIARDI DI EURO – NEL DICEMBRE 2024 L’ASSEMBLEA GENERALE DEL GRUPPO HA APPROVATO LA SCISSIONE IN QUATTRO SOCIETA’. MA IL FONDO ATTIVISTA “CIAM” HA PRESENTATO RICORSO, SOSTENENDO CHE BOLLORÉ ESERCITAVA UN CONTROLLO DI FATTO SUL GRUPPO E DOVEVA QUINDI LANCIARE UN'OFFERTA PUBBLICA DI RITIRO DELLE AZIONI…
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
La Corte di Cassazione francese deciderà domani se un anno fa, prima della scissione di Vivendi, Vincent Bolloré esercitava un controllo di fatto sul gruppo. In quel caso, Bolloré potrebbe trovarsi costretto a riacquistare fino al 70% dei titoli in circolazione tramite un’Opr (operazione pubblica di ritiro). In gioco c’è una somma compresa tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro.
Nel 2024 Vivendi ha annuncia un progetto di scissione in quattro entità: Havas, Canal+, Louis Hachette Group e Vivendi SE. Il fondo attivista Ciam si è rivolto all’Autorità dei mercati finanziari (Amf) per obbligare il gruppo Bolloré a presentare un’offerta pubblica di ritiro (Opr), ma nel novembre 2024 l’Amf ha risposto che il gruppo Bolloré non poteva essere considerato come controllante della società Vivendi.
A dicembre 2024 l’assemblea generale di Vivendi ha approvato il progetto di scissione con oltre il 97,5% dei voti. Ciam ha fatto ricorso ma ha perso la prima battaglia [...]
Il 22 aprile 2025, la situazione è cambiata di colpo a favore di Ciam. La Corte d’appello di Parigi ha annullato la decisione dell’Amf, nonostante fosse stata confermata in primo grado, ritenendo che Vincent Bolloré esercitasse un controllo di fatto su Vivendi, grazie alla sua influenza personale.
Ieri gli avvocati del gruppo Bolloré e quelli del fondo attivista Ciam hanno esposto le loro argomentazioni durante un’udienza pubblica dinanzi alla Corte. L’avvocato di Vivendi, Alain Benabent, ha sostenuto che la corte d’appello aveva «oltrepassato i propri poteri» riconoscendo a Bolloré il controllo di fatto su Vivendi. «Il gruppo Bolloré non controlla Vivendi», ha dichiarato, minimizzando l’influenza personale di Vincent Bolloré.
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Una decisione sfavorevole a Bolloré metterebbe sotto pressione le finanze della famiglia. Gli analisti di JPMorgan stimano al 35% la probabilità che a Bolloré venga imposto un riacquisto.


