crisi de ceto medio

CETO E SOTTACETO – LA VERA EMERGENZA ECONOMICA IN ITALIA RIGUARDA LA CLASSE MEDIA: TARTASSATA, CON IL PESO DEL WELFARE SULLE SPALLE, HA VISTO RIDURRE IL SUO POTERE D'ACQUISTO DEL 10% IN 5 ANNI – IN VISTA DELLA MANOVRA, GIORGETTI E MELONI DOVREBBERO LEGGERE IL RAPPORTO CENSIS-CIDA, CHE SOTTOLINEA LA CORRELAZIONE DIRETTA TRA L'ANDAMENTO DEL PIL E LO STATO DI SALUTE DI QUESTO "CORPACCIONE" SOCIALE, CHE HA TRAINATO LO SVILUPPO DEL PAESE E ORA È INVECCHIATO E DEPRESSO…

Estratto dell’articolo Andrea Bassi per “il Messaggero”

 

crisi del ceto medio

È invecchiato, depresso e tartassato. Il ceto medio italiano non gode di buona salute. È in crisi. Una crisi esistenziale diventata una questione nazionale. Un'emergenza da affrontare. Per capire cosa è successo e ancora sta succedendo alla classe media del Paese, protagonista negli anni del boom economico dell'impetuosa crescita italiana, vale la pena leggere l'ultimo rapporto del Censis-Cida sul «Valore del ceto medio per l'economia e la società».

 

C'è una correlazione diretta tra l'andamento del Pil e la nascita di questo "corpaccione" sociale che ha trainato lo sviluppo del Paese. Così come c'è una correlazione con il suo declino. Tra il 1926 e il 1941, i consumi degli italiani erano cresciuti poco, solo il 12,6 per cento in termini reali. Tra il 1946 e il 1961 sono decollati del 159,6 per cento. Nel decennio che va dal 1970 al 1980, il prodotto interno italiano è salito del 41,6 per cento. Nel decennio successivo del 25,5 per cento. Negli anni novanta del 17,9 per cento. Nel primo decennio del nuovo millennio è salito solo del 3,2 per cento. Tra il 2010 e il 2019 solo dello zero virgola nove per cento.

 

crisi del ceto medio

[…] Oggi il ceto medio sopravvive, il 60 per cento della popolazione sente ancora di appartenere a questa classe sociale, ma il modo di pensare, lo "state of mind", è totalmente cambiato.

Chi ne fa parte ha l'impressione di stare aggrappato a una parete liscia che lo sta facendo scivolare verso gli strati inferiori.

La spinta non è più verso l'alto, ma a non cadere verso il basso.

 

Cosa è accaduto? Secondo le analisi del Censis c'è una data spartiacque: il 2008. L'anno dell'inizio della grande crisi finanziaria sfociata poi, nella crisi del debito sovrano. In soli cinque anni, in questo periodo, il reddito delle famiglie italiane ha subito un calo di quasi nove punti percentuali. Oltre che alla depressione economica, c'è stata una depressione sociale, che ha fatto percepire alle famiglie della classe media una sorta di «downsizing», di retrocessione.

 

crisi del ceto medio

Una percezione sulla quale hanno pesato anche i tagli al welfare. Per anni lo Stato sociale ha fatto sentire gli italiani con le «spalle coperte». Su pensioni, sanità, infortuni, era percepita una tutela collettiva dai grandi rischi. E chi sente di avere un paracadute ha una propensione maggiore a rischiare. Nel lavoro come nell'impresa. E poi la classe media è "invecchiata".

 

Gli anziani in generale, e i pensionati in particolare, spiega il Censis, beneficiano di una condizione economica mediamente migliore di quella delle altre generazioni. Tanto che si sentono in larga parte ceto medio. Ma è anche vero dall'altro lato, che dai pensionati difficilmente può arrivare una spinta alla crescita economica e all'investimento.

 

PERDITA DI RICCHEZZA DELLA CLASSE MEDIA - IL MESSAGGERO

Un altro colpo alla classe media è venuto dalla deindustrializzazione e dalla globalizzazione. Lo spostamento in altri Paesi di pezzi importanti della manifattura. E se in Italia e in Europa la classe media è stata azzoppata, ne è emersa una nuova in Cina e ora in India, Paesi che stanno vivendo uno sviluppo simile a quello italiano del Dopoguerra. La classe media italiana, ed europea, ha insomma iniziato a sentirsi "sconfitta". E le politiche comunitarie non hanno aiutato a risollevarla. Anzi. La doppia transizione, ecologica e digitale, ha diffuso un ulteriore senso di paura. […]

 

«Stiamo assistendo non da oggi a un declassamento del ceto medio», dice Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, che ha promosso una petizione per salvare la classe media che in poco tempo ha raccolto oltre 50 mila firme. «Vale a dire», aggiunge ancora «che stiamo assistendo a un progressivo impoverimento della classe produttiva del Paese, quella che a lungo ha rappresentato il motore della nostra economia e il pilastro dell'equilibrio sociale […]» […]

 

CRISI DEL CETO MEDIO

Ma c'è un altro punto che fino ad oggi, forse, è sfuggito al dibattito: il ceto medio è tartassato. Da troppo tempo, spiega il Censis, le politiche sociali tagliano fuori milioni di nuclei familiari italiani impropriamente considerati economicamente autosufficienti al punto di poter operare sempre e solo come "pagatori di tasse" e mai come beneficiari di trasferimenti sociali.

 

Una tesi da tempo sostenuta anche da Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare e presidente del Centro studi Itinerari previdenziali. «La crisi del ceto medio», dice, «dipende anche dal fatto che oggi in Italia non conviene lavorare e non conviene dichiarare». Un'affermazione forte, ma secondo Brambilla giustificata da alcune semplici considerazioni.

 

classe media

«Chi guadagna 60 mila euro lordi l'anno ne prende 32 mila netti. Chi guadagna 20 mila euro non paga nulla: non paga la sanità, non paga la scuola, i corsi di lingue, la mensa, i trasporti. E se ha un figlio che va all'Università, fosse pure la Bocconi, versa una retta da 1.500 euro contro i 13-14 mila di chi ne guadagna 60 mila. Non è», sostiene, «che la classe media non c'è più, è che non si dichiara per non perdere i benefici garantiti dallo stare nella fascia bassa dei redditi».

 

 In Italia, insomma, c'è ormai un disincentivo per i lavoratori al miglioramento, almeno in chiaro, della propria condizione economica. Ed è un cane che si morde la coda. Chi si nasconde al Fisco rifugiandosi nei redditi bassi e bassissimi, pesa anche sul sistema previdenziale. «Nei primi mesi del 2024», spiega ancora Brambilla, «sono state presentate 49 mila domande di pensionamento, i due terzi dei richiedenti sono sconosciuti al Fisco e all'Inps, non hanno mai versato tasse o contributi, ma avranno diritto alla pensione sociale». […]

giorgia meloni e giancarlo giorgetti 8

 

Gli stipendi italiani, secondo Cuzzilla, «sono troppo bassi e da troppo tempo». Devono crescere. Ma bisogna fare in modo che chi vuole migliorare la propria condizione economica decida di non farlo per evitare di entrare in quella piccola schiera di contribuenti chiamata a pagare il conto del welfare per tutti gli altri.

giorgia meloni e giancarlo giorgetti 7i numeri in italia reddito della classe media

Ultimi Dagoreport

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...