giuseppe conte marco bonometti

“SIAMO DI FRONTE A UN DANNO INCALCOLABILE” – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA LOMBARDIA MARCO BONOMETTI SUONA LA SVEGLIA A CONTE E CASALINO: “IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO È UN PALLIATIVO. SI È GESTITA MALE LA COMUNICAZIONE, L’IDEA NEL MONDO È CHE SIAMO APPESTATI, CHE LE FABBRICHE SIANO CHIUSE E CHE NESSUNO POSSA VENIRE QUI. IL CONTO ARRIVERÀ NEL MEDIO PERIODO”

 

 

Da “la Stampa”

 

marco bonometti

«Un palliativo». Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e di Officine meccaniche rezzatesi, dà atto al governo di aver recepito le richieste degli imprenditori sulle zone rosse, ma «tutto il Nord arranca, per cui serve subito un piano nazionale per il rilancio dell' industria o sarà recessione sicura».

 

Il centro di ricerche Ref stima una perdita del pil da -1 a -3 nei primi due trimestri, ovvero da 9 a 27 miliardi, le pare possibile?

«Presto per parlare di numeri. Il conto arriverà nel medio periodo, ma sono allarmato perché siamo di fronte a un danno incalcolabile. Non solo per ragioni industriali, ma di immagine dell' Italia».

 

Che intende?

GIUSEPPE CONTE AL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

«Si è gestita male la comunicazione. Sull' onda della Cina e del boom dei contagi nel lodigiano si è pensato a un disastro imminente anche in Italia. D' accordo che prima viene la salute, ma ora bisogna tornare a un clima normale se no il danno economico rischia di superare quello sanitario».

 

LARA COMI MARCO BONOMETTI

Nella sua azienda di telai in alluminio e componentistica per auto cosa è cambiato questa settimana?

«Le telefonate dei clienti, che volevano sapere se potevamo dare continuità agli ordini e che futuro prevedevamo. L' idea nel mondo è che siamo appestati, che le fabbriche siano chiuse come in Cina, che l' Italia sia isolata, che nessuno possa venire qui e che i nostri collaboratori non possono andare all' estero».

giuseppe conte con rocco casalino al dipartimento della protezione civile

 

E lei cosa ha risposto?

«Che siamo pronti, anche perché abbiamo sedi in cinque continenti in grado di provvedere alle richieste».

 

Compresa la Cina?

«Sì, anche se per fortuna in una zona non contagiata, anche se l' azienda ha dovuto restare chiusa qualche giorno per sicurezza. La Cina sta ripartendo, si è riorganizzata, ha costruito due ospedali da 10mila persone in 10 giorni.

marco bonometti 4

Resta qualche problema di logistica, ma lo affrontano».

 

E l' Italia invece?

«Ci sono ancora aziende chiuse, gli industriali vivono nell' incertezza, si teme un rallentamento dell' economia e una riduzione degli ordini. Un mondo globale cambia idea in fretta. Produzione, investimenti e esportazioni già calavano prima, figuriamoci ora».

milano al tempo del coronavirusmilano bloccata emergenza coronavirus 6

 

Le misure del governo per le zone rosse non bastano?

«Do atto che ha recepito le richieste, ma bisogna andare oltre. Negli ultimi 10 anni abbiamo persi 20 punti di produttività. Stiamo molto peggio del 2008 e rischiamo di perdere ancora più competitività. Serve subito un piano nazionale per il rilancio dell' industria o sarà recessione sicura».

milano al tempo del coronavirus

 

A cosa pensa?

«Alla creazione di un clima favorevole all' impresa. Investimenti pubblico-privati sulle grandi opere infrastrutturali, che farebbero crescere pil e occupazione. Regole e finanziamenti di almeno 4 anni per Industria 4.0. Infine, semplificazione burocratica: via le leggi inutili e la prescrizione».

 

Può essere l' occasione per rimpatriare qualche produzione?

«E' un' opportunità, ma servono regole giuridiche e fiscali, se no è chiaro che in Portogallo, in Spagna o in Slovacchia conviene di più. L' Italia deve recuperare credibilità nei confronti degli investitori».

 

E l' Unione europea aiuta gli imprenditori?

marco bonometti 1

«E' mancata nel coordinamento sanitario, ora speriamo produca un piano dell' industria manifatturiera, come c' è negli Stati Uniti e in Cina. La ricchezza si crea ancora aiutando gli imprenditori».

donne con la mascherina alla fermata porta venezia della metro di milano

 

Che non sbagliano mai nulla?

«Sì, per esempio pensiamo alle nostre fabbriche e poco alla situazione generale, sperando che si sistemi da sola. E poi certe volte siamo divisi».

coppia con mascherina in metro a milano

 

Non avete innovato meno dei colleghi europei?

«Se siamo ancora la seconda manifattura d' Europa è perché qualcosa abbiamo fatto».

 

Infine, il governo: ne serve uno di unità nazionale?

CORONAVIRUS A MILANO BY SPINOZA

«Non è il momento di avventure, ma che tutti tirino nella stessa direzione. Non servono nuove formule o persone, bensì misure per aiutare le imprese e mettere più soldi in tasca ai lavoratori».

un uomo con la mascherina in mezzo ai piccioni a milanoCORONAVIRUS MILANO

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)