stefano donnarumma gianfranco battisti ferrovie dario scannapieco gorno tempini rossi sergio

DAGOREPORT – A CHE PUNTO SIAMO CON LE NOMINE DELLE PARTECIPATE? A CDP È TUTTO GIÀ SCRITTO: RIMANGONO SCANNAPIECO E GORNO TEMPINI – PER FERROVIE IN POLE C’È STEFANO DONNARUMMA (CHE PIACE NON SOLO A MELONI MA ANCHE A SALVINI). FORZA ITALIA METTE SUL TAVOLO L’EX AD GIANFRANCO BATTISTI PER LA PRESIDENZA – CAPITOLO RAI: ROSSI AD, AGNES PRESIDENTE. E SALVINI? SUBISCE LA CORTE DI ROBERTO SERGIO, CHE SOFFRE E S’OFFRE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT

A che punto siamo con le nomine nelle partecipate? Il dossier era stato rinviato a dopo le europee da Giorgia Meloni, che voleva “pesare” i partiti di maggioranza nella speranza di ridimensionare le ambizioni di Matteo Salvini.

 

E così, in parte, sarà: la Lega, uscita con le ossa rotte dalle europee (ma meno fracassate del previsto grazie al traino di Vannacci), avrà all’apparenza meno voce in capitolo sulle poltrone da spartire.

 

Che sono, principalmente, tre.

 

DARIO SCANNAPIECO GIOVANNI GORNO TEMPINI

A Cdp tutto è già scritto: rimarranno gli attuali vertici. Dario Scannapieco resterà amministratore delegato e Giovanni Gorno Tempini continuerà il suo lavoro da presidente della società di via Goito.

 

L’unica opposizione alla conferma di Scannapieco era quella di Giancarlo Giorgetti, rimasto scottato, pare, da qualche diversità di vedute con l’ex Draghi boy sulla partita della rete Tim.

 

Ma, come scrive Giovanni Pons su “Repubblica”, “la compagine di Palazzo Chigi, dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari al capo di gabinetto Gaetano Caputi, ha fatto fronte comune a favore di Scannapieco grazie anche ai buoni uffici di Fabio Barchiesi, direttore sviluppo di Cdp Equity. E anche la premier Giorgia Meloni si è allineata recependo i consigli di Mario Draghi, che tre anni fa da presidente del Consiglio, aveva nominato Scannapieco al vertice della Cassa”.

 

STEFANO DONNARUMMA

Risolto il capitolo Cdp, a cascata si sblocca anche quello di Ferrovie. Con qualche dubbio. Se da un lato Stefano Donnarumma è in pole position per la carica di amministratore delegato di Fs, società cruciale per il Pnrr con finanziamenti monstre da 25 miliardi, dall’altro iniziano a emergere voci contrastanti.

 

Paradossalmente, il manager, che lo scorso anno, da turbo-meloniano, perse la partita per Enel, ora è diventato il candidato di Matteo Salvini per guidare il colosso (con il placet della sora Giorgia).

danilo toninelli gianfranco battisti

 

I distinguo, stavolta, vengono da Forza Italia: il partito di Tajani, uscito rafforzato dalle euro-urne, vorrebbe avocare a sé la poltrona di presidenza, e per l’occasione ha tirato fuori dalla naftalina l’ex ad Gianfranco Battisti (nominato nel 2018 da Toninelli, in quota Movimento 5 stelle). Il diretto interessato nicchia: vorrebbe tornare, ma non necessariamente al vertice.

 

roberto sergio con rossi

Donnarumma è in pole position per i binari. L’ex ad di Terna, in caso di designazione, avrebbe dato la sua disponibilità a cedere la sua società di consulenza energetica a terzi.

 

La decisione sarà rinviata al 27 giugno (l’assemblea era stata convocata in prima battuta per il 20). L’attuale ad, Luigi Ferraris, non si dispera: per lui Kkr ha tenuto in caldo la poltrona di capo di Netco, la società della rete scorporata da Tim.

 

simona agnes foto di bacco

La terza società coinvolta nel risiko di nomine è la Rai. Fratelli d’Italia ha già prenotato la poltrona di amministrato delegato per il “filosofo di Colle Oppio”, Giampaolo Rossi; Forza Italia avrà la presidenza con la sempiterna Simona Agnes.

 

E alla Lega? Salvini vorrebbe partecipare al buffet di viale Mazzini, ma archiviata l’ipotesi Marcello Ciannamea come dg, non ha carte da giocare. In soccorso è arrivato l’ad uscente, l’ubiquo Roberto Sergio che dopo anni di “giannilettismo” in salsa democristiana, tenta di “riverniciarsi” di verde Carroccio.

 

LEGA BATTUTA, CDP CONFERMA SCANNAPIECO E GORNO TEMPINI

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef e azionista della Cdp all'83%, ha sostanzialmente dato via libera al rinnovo del cda con Dario Scannapieco confermato nel ruolo di ad. «Con tranquillità andremo a rinnovo delle cariche scegliendo le persone che possono garantire i progetti che abbiamo in mente, anche su Cdp, dove non credo che ci saranno grandi stravolgimenti», ha detto ieri il ministro.

 

DARIO SCANNAPIECO

Pare quindi scontato che giovedì l'assemblea di Cdp verrà riaperta […] e nominerà ufficialmente il nuovo cda, con Giovanni Gorno Tempini confermato nella carica di presidente, su indicazione delle Fondazioni azioniste, e Scannapieco ad per conto del Mef. Gli altri due nomi indicati dalle Fondazioni per il consiglio sono l'economista Luigi Guiso e la giurista Lucia Calvosa, già presidente di Eni e nei board di Mps e Tim.

 

Le parole di Giorgetti erano importanti perché era l'unico nella compagine governativa non convinto della riconferma di Scannapieco, con cui non si era trovato in sintonia nella partita della rete Tim. E con lui qualche perplessità le nutriva anche Matteo Salvini.

luigi ferraris premio guido carli 2023

 

Ma la compagine di Palazzo Chigi, dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari al capo di gabinetto Gaetano Caputi, ha fatto fronte comune a favore di Scannapieco grazie anche ai buoni uffici di Fabio Barchiesi, direttore sviluppo di Cdp Equity. E anche la premier Giorgia Meloni si è allineata recependo i consigli di Mario Draghi, che tre anni fa da presidente del Consiglio, aveva nominato Scannapieco al vertice della Cassa.

 

[…] Lo sblocco […]  in Cdp si porta con sè anche quello delle Ferrovie dello Stato […]. Non a caso è stata convocata un'assemblea per il 20 giugno in prima convocazione e per il 27 in seconda. Per il ruolo di capoazienda sembra ormai scontata la sostituzione di Luigi Ferraris con Stefano Donnarumma, ex ad di Terna che un anno fa era il candidato della Meloni a guidare l'Enel ma venne escluso in dirittura finale.

 

STEFANO CUZZILLA

Ora invece Donnarumma è diventato il manager caro a Salvini per guidare le Fs con il beneplacito di Meloni. Anche se Ferraris non dovrebbe rimanere senza impiego dal momento che è in cima alla lista delle preferenze del fondo Kkr per andare a guidare Netco, la società della rete scorporata da Tim. Le nomine Fs potrebbero però slittare al 27 giugno in quanto c'è ancora indecisione sul nome del futuro presidente che andrà a sostituire Nicoletta Giandrossi, nominata tre anni fa. […]

 

in corsa […] ci sarebbero tre possibilità: Stefano Cuzzilla, leader di Federmanager e attuale presidente di Trenitalia, sponsorizzato da Forza Italia; Tommaso Tanzilli, attuale consigliere di amministrazione di Fs spinto da Fratelli d'Italia e Paolo Bracco, in quota Lega, anch'esso già nel cda di Fs.

 

TOMMASO TANZILLI

Se entro due giorni i partiti che guidano la maggioranza troveranno la quadra anche sul nome del presidente allora si potrà procedere spediti sul rinnovo del cda. In caso contrario si andrà a settimana prossima.

 

Intanto sembra che Donnarumma stia già formando la sua squadra di governo delle Fs, che nei piani del governo dovrebbe entrare nella lista delle società da privatizzare. Due uomini chiave […]  potrebbero essere Giuseppe Inchingolo, fedelissimo di Salvini, nominato lo scorso gennaio direttore della strategia e della comunicazione digitale di Fs, e Antonio Cannalire, anch'egli già nel gruppo Fs.

gianfranco battisti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…