donald trump jamie dimon jp morgan

DEL DIMON NON V’È CERTEZZA – LA GRANDE FINANZA AMERICANA SCARICA IL “DAZISTA” TRUMP: DA BILL ACKMAN A RAY DALIO FINO AI “TRUMPIANI” LARRY FINK E JAMIE DIMON – JP MORGAN ALZA AL 60% LA PROBABILITÀ DI UNA RECESSIONE QUEST’ANNO. E IL CEO JAMIE DIMON SI PREPARA: “PROBABILMENTE ASSISTEREMO A RISULTATI INFLAZIONISTICI... SE LA LISTA DEI DAZI CAUSERÀ O MENO UNA RECESSIONE RESTA UN INTERROGATIVO, MA RALLENTERÀ LA CRESCITA” – IL DURISSIMO AFFONDO DI BILL ACKMAN CONTRO IL SEGRETARIO AL COMMERCIO LUTNICK: “GUADAGNA MENTRE L’ECONOMIA IMPLODE” – IL SONDAGGIO DI “CNBC” TRA GLI AMMINISTRATORI DELEGATI: “QUESTA È LA RECESSIONE DI TRUMP”

1. DAZI, BILL ACKMAN ATTACCA LUTNICK: «GUADAGNA MENTRE L’ECONOMIA IMPLODE». DIMON: RISCHIO INFLAZIONE. LA CASA BIANCA: PIÙ FORTI CON TRUMP

Estratto da www.ilsole24ore.com

 

JAMIE DIMON A DAVOS

I grandi gestori di Wall Street intervengono contro l’impatto dei dazi voluti da Donald Trump e le conseguenze nefaste sulle Borse globali. E anche chi aveva sostenuto il tycoon durante la campagna elettorale comincia ad allontanarsi.

 

Da Bill Ackman a Ray Dalio fino a Larry Fink e Jamie Dimon. La Casa Bianca affida a un consigliere del presidente la replica: «Le politiche Trump ci stanno rendendo più forti».

 

JAMIE DIMON - DONALD TRUMP

Il ceo di JPMorgan Chase Jamie Dimon ha messo in guardia gli investitori che la turbolenza causata dai dazi statunitensi e da una guerra commerciale globale potrebbe rallentare la crescita della più grande economia del mondo, stimolare l’inflazione e potenzialmente portare a conseguenze negative durature.

 

Nella sua lettera annuale agli azionisti […] Dimon ha espresso preoccupazioni su come i dazi avrebbero avuto un impatto sulle alleanze economiche a lungo termine dell’America. «L’economia sta affrontando notevoli turbolenze (inclusa la geopolitica), con i potenziali aspetti positivi della riforma fiscale e della deregolamentazione e i potenziali aspetti negativi dei dazi e delle ”guerre commerciali”, l’inflazione persistente, gli elevati deficit fiscali e i prezzi delle attività ancora piuttosto elevati e la volatilità», ha scritto Dimon.

 

Donald Trump holding a Million Dollars - Harry Benson

Dimon, 69 anni, ha diretto la più grande banca statunitense per 19 anni ed è una delle voci più importanti nell’America aziendale. «Probabilmente assisteremo a risultati inflazionistici... Se la lista dei dazi causerà o meno una recessione resta un interrogativo, ma rallenterà la crescita».

 

Gli economisti di JPMorgan hanno aumentato il rischio di una recessione negli Stati Uniti e nel mondo quest’anno dal 40% al 60% dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha svelato la scorsa settimana le barriere commerciali più ripide degli ultimi 100 anni. […]

 

Dimon ha notato il potenziale di ritorsione da parte di altri paesi e ha detto che le tariffe potrebbero influenzare la fiducia economica, gli investimenti, i flussi di capitale, gli utili aziendali e il dollaro.

 

donald trump - forza dazio - immagine generata dall intelligenza artificiale

«Più rapidamente questo problema verrà risolto, meglio sarà perché alcuni degli effetti negativi aumenteranno cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire», ha scritto il ceo.

 

[…] Anche le aspettative di una modesta crescita degli Stati Uniti, nota come atterraggio morbido, potrebbero essere deragliate. «Entriamo in questo periodo di incertezza con prezzi elevati di azioni e obbligazioni, anche dopo il recente declino... i mercati sembrano ancora valutare gli asset partendo dal presupposto che continueremo ad avere un atterraggio abbastanza morbido. Non ne sono così sicuro», ha scritto Dimon.

 

L’attacco più duro arriva da Bill Ackman, grande gestore di hedge fund, che in un tweet prende di mira il segretario al Commercio Howard Lutnick, già Ceo e presidente del colosso finanzario Cantor Fitzgerald: «Ho appena capito - ha scritto Ackman su X – perché @howardlutnick è indifferente al mercato azionario e al crollo dell’economia. Lui e Cantor sono lunghi sulle obbligazioni. Lui guadagna quando la nostra economia implode. È una pessima idea scegliere un Segretario al Commercio la cui azienda ha massicci investimenti sul reddito fisso. È un conflitto di interessi inconciliabile».

 

americani si precipitano a fare acquisti dopo i dazi

[…]  «Imponendo tariffe massicce e sproporzionate sia ai nostri amici che ai nostri nemici e lanciando così una guerra economica globale contro il mondo intero in un colpo solo, stiamo distruggendo la fiducia nel nostro Paese come partner commerciale», ha scritto Ackman.

 

«Le conseguenze per il nostro Paese e per i milioni di cittadini che hanno sostenuto il Presidente - in particolare per i consumatori a basso reddito, già sottoposti a un enorme stress economico - saranno gravemente negative. Non è per questo che abbiamo votato», ha dichiarato il gestore di hedge fund.

 

DONALD TRUMP IN VERSIONE NERONE BRUCIA MILIARDI DI DOLLARI - IMMAGINE CREATA CON CHATGPT

La sua società Pershing Square ha solo un investimento - le opzioni call a 3 anni di Nike - direttamente interessato dalle tariffe, una posizione che rappresenta l’1,5% del portafoglio dell’azienda, ha dichiarato Ackman, secondo cui la società non sarà «venditrice in un mercato in declino», anche se subirà perdite mark-to-market in caso di crollo del mercato. «Saremo acquirenti di grandi aziende a prezzi altamente scontati che andranno a beneficio nostro e dei nostri investitori nel lungo periodo», si legge nel post.

 

La posizione di Ackman si aggiunge a quanto scritto recentemente da Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo: «Le conseguenze immediate - ha affermato Dalio - saranno significativamente stagflazionistiche negli Stati Uniti» […]

 

LA GUERRA DEI DAZI - VIGNETTA BY GIANNELLI

“QUESTA È LA RECESSIONE DI TRUMP”, DICONO I CEO: SONDAGGIO DI CNBC

Traduzione di un estratto dell'articolo di Eric Rosenbaum per https://www.cnbc.com/

 

Il mercato ha attraversato crisi immobiliari, bolle speculative, una pandemia globale e i venti contrari della guerra Russia-Ucraina uniti all’inflazione galoppante. Ma mai, finora, un crollo era stato innescato da una politica economica interna di un presidente americano. Ora la storia è cambiata.

 

«Questa è la recessione di Trump.»

 

Così ha commentato un CEO statunitense in risposta a un sondaggio lampo promosso da CNBC tra i membri del suo CEO Council nei giorni successivi all’annuncio, mercoledì scorso, dei dazi a tappeto voluti da Donald Trump.

 

[…]

 

MEME SUI DAZI DI TRUMP AI PINGUINI DELLE ISOLE HEARD E MCDONALD

Il sondaggio CNBC ha mostrato un’ampia diffusione delle preoccupazioni tra i vertici aziendali. Pur riconoscendo che l’incertezza è, per ora, la posizione di default, i CEO sono stati chiari su alcuni effetti inevitabili se l’attuale linea commerciale non cambierà: si profila una recessione, i prezzi aumenteranno e ci saranno tagli ai posti di lavoro.

 

Secondo l’indagine, il 69% dei CEO prevede una recessione, e oltre la metà di questi crede che arriverà entro il 2024. Tre quarti di loro si aspettano che sia moderata o lieve, in linea con il pessimismo emerso anche tra i CFO in un recente sondaggio CNBC.

 

donald trump rassicura wall street - vignetta by ellekappa

JPMorgan ha appena alzato la probabilità di recessione al 60% per quest’anno.

 

Il 37% dei CEO prevede tagli all’occupazione nel 2024, mentre un ulteriore 14% non ha ancora deciso ma considera l’ipotesi concreta. Il resto ritiene troppo presto per pronunciarsi.

 

La settimana scorsa, il presidente della Fed Jerome Powell ha definito i dazi «significativamente più alti del previsto» e ha avvertito: «Lo stesso varrà per gli effetti economici, che includeranno un’inflazione più alta e una crescita più lenta.»

 

Il sondaggio lampo ha coinvolto 22 CEO membri del CEO Council di CNBC.

 

[…]

L’incertezza che ha travolto i mercati si riflette anche nelle risposte dei CEO: il 46% ritiene che i dazi danneggeranno la propria azienda, mentre il 36% afferma che è troppo presto per dirlo. Molti stanno già lavorando su scenari di emergenza con fornitori e clienti.

elon musk donald trump

 

«Immaginiamo che i nostri fornitori dovranno assorbire parte dei dazi, ma anche noi saremo costretti a trasferire una parte sui clienti», ha detto un CEO. «Controlliamo ciò che possiamo: prezzi e approvvigionamento. Ma non possiamo controllare l’impatto psicologico dei dazi sui consumatori.»

 

Quasi tutti i CEO che vendono beni o servizi hanno anticipato aumenti di prezzo compresi tra il 5% e il 20%. L’82% prevede un ritorno dell’inflazione.

 

Il dirigente che ha parlato apertamente di “recessione di Trump” ha anche avvertito che la perdita di valore sui mercati metterà fine all’effetto ricchezza che sosteneva i consumi, in particolare nella fascia demografica chiave tra i 40 e i 60 anni.

I DAZI DI TRUMP - LE ESPORTAZIONI USA

 

Un’altra preoccupazione crescente riguarda il rischio di boicottaggio dei marchi americani nei mercati internazionali.

 

«La mia paura principale è che cresca il sentimento antiamericano e si arrivi a boicottare i nostri prodotti», ha detto un CEO che realizza il 45% del fatturato fuori dagli USA. «La reazione è reale.»

 

«Un boicottaggio avrebbe un impatto significativo: le aziende sarebbero costrette a tagliare personale. Il rischio di stagflazione è concreto», ha affermato un altro membro del CEO Council.

EFFETTO DEI DAZI SUL DOLLARO

 

Anche il settore dei servizi, finora motore dell’economia USA grazie a software, social media e cloud, potrebbe essere colpito. «I dazi vengono pensati per i beni, ma il mondo oggi è orientato ai servizi. Gli altri Paesi cercheranno di sviluppare le proprie industrie nazionali, limitando quelle straniere», ha osservato un CEO.

 

[…]

 

Trump e i suoi consiglieri sostengono che la ristrutturazione industriale e il “reshoring” – il ritorno della produzione in patria – finiranno per smentire le preoccupazioni.

 

Nel fine settimana, l’amministrazione ha ribadito la linea dura. Il segretario al Commercio Howard Lutnick ha dichiarato: «I dazi stanno arrivando», mentre il Tesoro Scott Bessent ha minimizzato i timori di recessione, dicendo che Trump sta «costruendo le fondamenta per una prosperità di lungo termine.»

 

TADAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Peter Navarro, consigliere commerciale di Trump, ha dichiarato lunedì che l’offerta del Vietnam di azzerare i dazi verso gli USA «non basta» e ha sottolineato che «il vero problema sono le pratiche sleali non tariffarie».

 

Domenica sera, Trump ha commentato il crollo dei mercati dicendo: «A volte bisogna prendere la medicina.» Ha giustificato i dazi come risposta al deficit commerciale con la Cina. «Abbiamo un disavanzo di mille miliardi di dollari con la Cina, centinaia di miliardi l’anno. Se non risolviamo questo problema, non farò nessun accordo.»

 

Parole che alimentano la confusione emersa nelle ultime settimane: perché ingaggiare una guerra commerciale con decine di Paesi, inclusi gli alleati più stretti, se il bersaglio è la Cina?

 

donald trump peter navarro 1

Nel frattempo, i CEO segnalano un rallentamento dei piani di investimento e costruzione. Pochi credono che le priorità dell’amministrazione porteranno davvero a nuova manifattura interna.

 

«L’aumento dei costi rallenterà o ridimensionerà i progetti», ha dichiarato un CEO del settore costruzioni.

 

Un altro ha previsto che i dazi sui materiali edili ritarderanno molti cantieri. E un terzo ha avvertito che il rallentamento si aggraverà con i tagli alla ricerca pubblica e possibili cambiamenti a Medicare, che colpiranno le costruzioni istituzionali, soprattutto in sanità e istruzione.

 

Il 45% dei CEO interpellati ritiene che qualunque reshoring richiederà almeno due anni, probabilmente tre o più.

 

TWEET SUI DAZI E GIORGIA MELONI

E sulla domanda cruciale – i dazi saranno una buona politica a lungo termine? – prevale il pessimismo. Solo un quarto crede che il sacrificio a breve possa valere il beneficio futuro. Il 45% è fortemente contrario a questa visione, e complessivamente il 59% dei CEO ritiene che i dazi non saranno considerati un successo.

 

È il mix di incertezza e pessimismo economico, dove la prima alimenta il secondo, a emergere con più chiarezza nel sentiment aziendale.

 

Lunedì, l’ex presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha spiegato a CNBC perché questa incertezza può trasformarsi in profezia autoavverante: «Gli effetti sono immediati perché incidono sulle aspettative di investimento a livello globale… Chi vuole investire quando non si sa quali saranno le regole? I grandi progetti saranno rimandati ovunque finché non ci sarà chiarezza.»

 

Un CEO ha sintetizzato così: «Tutta questa incertezza su come viene gestita la situazione danneggerà il nostro business e bloccherà gli investimenti fino a quando non sarà tutto finito.»

DAZIO MERDA - MEME BY GROKil consigliere peter navarro porta via dalla casa bianca una foto di trump con xi jinping I DAZI DI TRUMP - VIGNETTA BY GIANNELLIVLADIMIR PUTIN - ELON MUSK - DONALD TRUMP - MEME donald trump peter navarro TUTTI I DAZI PER MARY - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...