giorgia meloni giancarlo giorgetti irpef

È SOLO UNA PRESA PER IL CUNEO! – IL GOVERNO PROMETTE DI TAGLIARE LE TASSE RIVEDENDO LE ALIQUOTE IRPEF, MA CI VOGLIONO DAI 6 AI 10 MILIARDI DI EURO AFFINCHÉ LA RIFORMA ABBIA QUALCHE EFFETTO SULLE TASCHE DEGLI ITALIANI, E I SOLDI NON CI SONO – LE TRE IPOTESI PER RIDURRE IL CUNEO SUI LAVORATORI DIPENDENTI, CHE, AVENDO IL PRELIEVO DIRETTO IN BUSTA PAGA E NON POTENDO EVADERE MANCO UN EURO, PAGANO LE IMPOSTE PER TUTTI - LE SIMULAZIONI DEI COMMERCIALISTI

1. TAGLIO DELL'IRPEF, SFIDA IN SALITA ANCORA DA TROVARE 6-10 MILIARDI

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Il termine «gradualità» ricorre più volte nel testo della delega fiscale votata definitivamente venerdì dal Senato, e a ragione, perché sia che si tratti della madre di tutte le imposte, ovvero l'Irpef, sia che si ragioni su Ires, Irap o Iva basta un intervento minimo per perdere miliardi di gettito. Anche per questa ragione la tanto propagandata flat tax estesa a tutti gli italiani, lavoratori dipendenti compresi, è già stata rinviata da tempo a fine legislatura. Stime molto prudenziali, infatti, segnalano che applicare a tutti un'aliquota del 15% costerebbe almeno 65 miliardi di euro.

 

QUANTO COSTA IL TAGLILO DELL IRPEF

Per questo si procederà per gradi, ma già il primo step ipotizzato, ovvero il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef, ha un costo significativo per le casse pubbliche. Secondo il governo per avviare da subito un'operazione del genere potrebbero bastare anche solo 4 miliardi di euro.

 

Ma in vista del varo della prossima legge di Bilancio, per quanto relativamente contenuta, una spesa del genere non è facile da mettere in conto. Anche perché […[ l'anno prossimo il governo non potrà non confermare il taglio del cuneo fiscale che scade a fine anno e si stima costi 10 miliardi di euro. E questa è solamente una delle spese da mettere in conto, poi ci sono le pensioni (compresa la nuova tornata di rivalutazioni), il rinnovo dei contratti pubblici, la necessità di rifinanziare per 4-5 miliardi la sanità e tanto altro ancora.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

[…]  le spese sono tante e le risorse sul tavolo certamente molto poche, visto che si parte infatti da una dotazione certa di appena 5-6 miliardi di euro. Rispetto all'Irpef, secondo alcune stime, passare dalle 4 aliquote di oggi costa tra 6 e 10 miliardi a seconda delle ipotesi. La prima, la più economica, prevede di lasciare invariata l'aliquota più bassa, quella del 23%, e la relativa fascia di reddito per accorpare al 28% le due aliquote centrali (oggi al 25 e 35%), lasciando invariata quella più alta. Per realizzare questa operazione occorre reperire all'incirca 6 miliardi.

 

IPOTESI SUL TAGLIO DELLE ALIQUOTE IRPEF

Una seconda ipotesi costa, invece, 10 miliardi e prevede di mantenere sempre al 23% l'aliquota più bassa, alzando però da 15 a 28 mila euro la fascia di reddito a cui si applica e di fissare al 33% l'aliquota intermedia tra 28 e 50 mila euro, lasciando poi immutato il 43% di prelievo sopra 50 mila euro. […]

 

2. I CONTI IN BUSTA PAGA

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

Cosa cambia passando da 4 a 3 aliquote Irpef come pensa di fare il governo […] ? E, soprattutto, chi ci guadagna (e quanto)? In generale, secondo le simulazioni della Fondazione nazionale dei commercialisti, le modifiche di riforma dell'Irpef ipotizzate sino ad oggi comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell'Irpef a scaglioni, ma in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse. Con qualche eccezione.

 

IRPEF NETTA PER TIPOLOGIA DI REDDITO - ALIQUOTE ATTUALI

Se non si introducono correzioni, magari ampliando la no tax area, infatti, in base all'ipotesi che prevede di fissare al 28% l'aliquota centrale per i redditi compresi tra 15 e 50 mila euro, un contribuente che in un anno dichiara al Fisco 20 mila euro rischia di vedere aumentare (anziché scendere) il proprio carico fiscale che salirebbe di 150 euro l'anno, sia per i lavoratori dipendenti, che per i pensionati e gli autonomi. I primi, infatti, passerebbero dal dover versare 2.207 euro di tasse all'anno invece di 2.057, i secondi salirebbero a 3.635,13 mentre chi lavora in proprio dovrà versare 4.078 euro. In tutti gli altri casi, invece, il contribuente (da poco a tanto) ci guadagna.

 

[…]   Conti alla mano si vede che l'ipotesi di abbassare di 7 punti l'aliquota del 35% produce un guadagno abbastanza elevato in corrispondenza delle fasce reddituali dai 50.000 euro in su, qualcosa nell'ordine di 1.150 euro all'anno: entrambe le tre tipologie di contribuenti, infatti, con 50 mila euro di reddito lordo sarebbero chiamate a versare 13.250 euro anziché 14.400, mentre a quota 60 mila euro invece da 18.700 euro dovrebbero pagare 17.550 euro.

i contribuenti italiani per fascia di reddito

 

Nella fascia dei 35 mila euro, invece, si risparmierebbero 11 volte in meno delle fasce più alte, 100 euro appena, col lavoratore dipendente che verserà 7.682 euro anziché 7.782, il pensionato 8.572 anziché 8.672 e l'autonomo 8.709 invece di 8.809.

 

Nell'altra ipotesi, che prevede di alzare a quota 28 mila euro la prima fascia dell'Irpef tassata con l'aliquota più bassa del 23% e di fissare al 33% il prelievo sino a 50 mila euro, invece, in proporzione i guadagni sarebbero maggiori per le prime due soglie individuate e minori per quelle da 50.000 euro in su: sino a 20 mila euro si risparmierebbero infatti 100 euro l'anno (col dipendente che dovrebbe versare 1.957 euro anziché 2.057, il pensionato 3.385 e l'autonomo 3.828), per salire poi ad un risparmio di 400 euro annui dichiarandone 35 mila euro. Il dipendente, in questo caso, verserebbe 7.382 anziché 7.782, il pensionato 8.272 invece di 8.672 euro e l'autonomo 8.409 invece di 8.809.

 

irpef

Dai 50 mila euro in su per tutte e tre le categorie il risparmio sarebbe di 700 euro: dichiarando 50 mila si pagherebbero infatti 13.700 invece 14.400, con 60 mila andrebbero versati 18.000 euro anziché 18.700.

 

La Fondazione nazionale commercialisti ha elaborato una terza soluzione, una modifica più limitata abbassando di appena due punti la seconda aliquota intervenendo quindi solo sui redditi o sulla quota di redditi compresa tra 15 e 28 mila euro. In questo caso sino a 20 mila euro di reddito si avrebbe un risparmio di 100 e di 260 per tutte le fasce dai 28 mila euro in su.

 

meloni giorgetti

Questi, dunque, i numeri che potremmo definire «grezzi» e che inevitabilmente dovranno essere corretti. Se si parla di No tax area, ad esempio l'indicazione è di privilegiare l'equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione. Oggi, la fascia, entro la quale non si pagano tasse è differente da soggetto a soggetto: vale infatti 8.174 euro per i dipendenti, 8.500 per chi è andato in quiescenza e 5.500 per gli autonomi.

 

Come conferma la stessa Fondazione nazionale dei commercialisti - in ogni caso - l'effetto finale della riforma dell'Irpef dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla No tax rea e al sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate». p. bar. —

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)