PROFUMO DI INTESA - ALLORA È FATTA: SARÀ ENRICO TOMMASO CUCCHIANI A PRENDERE POSSESSO DELLA SCRIVANIA DI PASSERA - E DOPO DAGOSPIA, ANCHE REPUBBLICA.IT (CORRIERE.IT NISBA) SCODELLA LE INTERCETTAZIONI TRA BISIGNANI, PALENZONA, CUCCHIANI E ALTRI BANCHIERI (COSTAMAGNA) EMERSE NELL' INCHIESTA SULLA P4 PER FAR FUORI PROFUMO DA UNICREDIT - COSA UNISCE CUCCHIANI E PASSERA, ACERRIMO NEMICO DI BISIGNANI? FACILE: PROVENGONO DALLA STESSA LOBBY MCKINSEY…

Giovanni Pons per Repubblica.it

«Vogliono mettere le mani sulla banca», aveva gridato Alessandro Profumo lo scorso settembre, in uno sfogo con Repubblica, parlando della sua imminente defenestrazione dal vertice di Unicredit. In quel momento era difficile capire a chi e a che cosa si riferisse il banchiere che aveva costruito uno dei più grandi gruppi bancari europei a colpi di acquisizioni, più o meno fortunate. Dalla tedesca Hypovereinsbank alla più nostrana Capitalia.

Ora leggendo le intercettazioni tra Luigi Bisignani, Fabrizio Palenzona, Enrico Tommaso Cucchiani e altri banchieri emerse nell' ambito dell' inchiesta napoletana si comincia a capire che cosa intendeva Profumo. Da una conversazione tra Bisignani e l' ex ministro Paolo Cirino Pomicino quest' ultimo riferisce di aver scritto un pezzo «su Unicredit dove Profumo aveva chiesto l' aiuto della politica, cioè di Tremonti, cosa che aveva fatto molto incazzare Fabrizio Palenzona (vicepresidente Unicredit, ndr.), compreso le furbate di Geronzi, che si era tirato fuori dalla questione, lasciando solo lo stesso Palenzona e Paolo Biasi (presidente della Fondazione Cariverona ed azionista di Unicredit, ndr.).

E la congiura potrebbe essere stata messa a punto verso la metà di agosto 2010, quando Bisignani ha ospiti a cena presso la sua villa di Ansedonia proprio Palenzona e Manfredi Lefevre D' Ovidio. Viene invitato anche un banchiere con un' utenza londinese che dovrebbe essere Massimo Tosato, scrivono gli inquirenti, ma questi non può partecipare.

Il 7 settembre, cioè pochi giorni prima dello show down, Cucchiani, presidente di Allianz in Italia e consigliere di amministrazione di Unicredit, riferisce a Bisignani il contenuto di un' agenzia di stampa che attraverso il suo addetto stampa sta per far uscire da Londra. Titolo: "Il problema non sono i libici, è Profumo". L' ex ad di Piazza Cordusio non poteva non sapere dell' ingresso del fondo libico e ha taciuto la cosa al suo presidente, ultimo garante della governance della banca. Inoltre Profumo si è comportato da padrone assoluto, come se la banca fosse sua. Lo stesso giorno Bisignani parla ancora con Cucchiani e gli dice «che il mio amico, quello grosso, è decisissimo, ha parlato con tutti, ci sta da vedere come muoversi».

Cucchiani raccomanda di muoversi con prudenza, «nel senso di non fare la crisi a quel comitato, perché prima devi istruire la pratica, avere la cosa, avere il consenso di tutti, e una volta maturata una scelta a quel punto la si fa formalmente precipitare». Cucchiani si preoccupa anche delle ripercussioni sul titolo conseguenti all' uscita di Profumo. Enrico dice che «un conto sono le soluzioni che vanno bene al ciccione piuttosto che alle fondazioni, e un conto è quello che pensa il mercato».

La vicinanza di Palenzona a Bisignani si comprende meglio in un' altra telefonata del 21 settembre, probabilmente con l' ex assistente di Palenzona, Roberto Mercuri. In sottofondo si sentono fare le seguenti affermazioni: «L' unico amico che ho io è Bisignani e Geronzi, invece, mi fa la guerra. Porca puttana, io so contento di avere amico Bisignani, ricordatelo. È un onore per me».

A tale affermazione Bisignani replica: «Vai Fabrizio». D' altronde che l' estromissione di Profumo non sia avvenuta per caso è dimostrato dall' attivismo dei vari interlocutori per la nomina del suo successore in Unicredit. Bisignani afferma in varie conversazioni che il candidato di Mario Draghi è Andrea Orcel, banchiere d' affari della banca americana Bofa Merrill Lynch.

Ma Bisignani non lo conosce, prende informazioni su di lui, parla con Claudio Costamagna, ex banchiere della Goldman Sachs, capisce che Orcel ha fatto molte operazioni per Profumo e riesce a far saltare la sua candidatura. «Già morto», dice a Cucchiani. Poi parte la corsa vera al sostituto. Bisignani e Palenzona vorrebbero Andrea Nicastro al vertice, il presidente Dieter Rampl, invece, punta su Sergio Ermotti, che era il braccio destro di Profumo.

Infine si decide di nominare Ghizzoni, «quello dell' estero con sotto due amministratori delegati come Nicastro e Fiorentino». Ma la scelta non accontenta nessuno. »Stanno mettendo uno veramente di nessuno spessore», dice Bisignani in una telefonata con l' ambasciatore libico Gaddur. E al suo socio in affari Vittorio Farina Bisignani indica la strategia da seguire: «Ho parlato con Robby (assistente di Palenzona), a quello bisogna fargli un progettino vero».

 

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