christine lagarde

ENTRIAMO IN GUERRA CON IL BAZOOKA SCARICO - CHRISTINE LAGARDE INGRANA LA RETROMARCIA E CAMBIA POSIZIONE DI FRONTE A UNA POSSIBILE STRETTA DELLA POLITICA MONETARIA: PAROLA D’ORDINE “FLESSIBILITÀ”, MA ANCORA NIENTE EXIT STRATEGY DAL PIANO DI ACQUISTI - L’ALLARME DELLA PRESIDENTE DELLA BCE SULLA GUERRA: “HA GETTATO UN’OMBRA SULL’EUROPA E HA RIVELATO LA NOSTRA VULNERABILITÀ COLLETTIVA. ABBIAMO DECISO CHE LA NOSTRA POLITICA MONETARIA DEVE ESSERE GOVERNATA DA TRE PRINCIPI: FACOLTATIVITÀ, GRADUALITÀ E FLESSIBILITÀ” - VISCO: “RISCHI ESTREMI PER L’ECONOMIA”

CHRISTINE LAGARDE

Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

Pericolo massimo. E retromarcia sulla retromarcia. La Banca centrale europea cambia la sua posizione sugli effetti dell'invasione della Federazione Russa in Ucraina. Otto giorni fa, Christine Lagarde si era detta possibilista a una stretta poderosa della politica monetaria dell'area euro. Ieri ha ricordato agli operatori che tutte le decisioni «terranno necessariamente conto delle ricadute economiche della guerra».

 

Lo stallo delle trattative tra Mosca e Kiev, e il prolungamento dell'assedio russo verso le città ucraine, rischia di trainare l'intera eurozona in una flessione prima, e una recessione dopo. Il pragmatismo adattivo che fu alla base della politica monetaria di Janet Yellen del suo mandato alla Federal Reserve, impegnata nel ritorno alla normalità dopo il crac di Lehman Brothers, ha fatto scuola.

reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 5

 

Ora è Lagarde a utilizzare il bilancino per valutare il migliore approccio di fronte a scenari così incerti come quelli bellici. Parlando al consueto appuntamento annuale "The Ecb and its watchers", giunto alla 22esima edizione, ha spiegato che l'invasione ha «gettato un'ombra sull'Europa».

 

Questo perché «ha messo in discussione i principi fondamentali della nostra sicurezza, basati sulla sovranità territoriale e sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani». Inoltre, ha rimarcato Lagarde, «ha rivelato la nostra vulnerabilità collettiva, nata dalla dipendenza economica da attori ostili».

 

christine lagarde mario draghi

Ecco perché i piani di politica monetaria della Bce devono essere il più possibile orientati alla flessibilità, non curandosi dunque delle mosse della Federal Reserve, che invece ha cominciato l'exit strategy dalla maxi liquidità emergenziale. «Quando le condizioni necessarie saranno soddisfatte», ha sottolineato Lagarde, si potranno «compiere ulteriori passi verso la normalizzazione delle politiche».

 

C'è tuttavia la consapevolezza dei rischi di fondo causati dalla guerra e dell'incertezza che si sta amplificando in tutte le direzioni. Non parla in modo esplicito di economia di guerra, Lagarde, ma lo lascia intendere.

 

ignazio visco mario draghi

L'ultimo scenario di base dello staff della Bce, che includono una prima valutazione dell'impatto dello scenario bellico in Ucraina, non è roseo. L'inflazione è stata rivista al rialzo per l'anno in corso, +5,1%, ma a preoccupare è lo scenario avverso, che vede una fiammata dei prezzi al consumo del 7,1 per cento. In questo caso, il messaggio di Lagarde è stato netto, le decisioni dell'Eurotower saranno aggiornate in modo tempestivo.

 

«Abbiamo deciso che la nostra politica monetaria deve essere governata da tre principi: facoltatività, gradualità e flessibilità», ha assicurato Lagarde. Analoga la visione, con temi anche più drammatici, del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che ha parlato di «rischi estremi» per l'economia dell'eurozona.

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

«Tutte le opzioni sono aperte», ha detto, facendo notare quale sia il grado di severità della situazione odierna. «L'invasione russa dell'Ucraina ha cambiato lo scenario macroeconomico quasi da un giorno all'altro», ha commentato il numero uno di Palazzo Koch, spiegando che «anche la stabilità finanziaria è esposta a rischi significativi, derivanti da potenziali interruzioni dell'approvvigionamento energetico e dalla loro conseguenze per l'economia reale e gli intermediari, nonché dalle dislocazioni in mercati finanziari».

 

In altre parole, non si possono escludere razionamenti su larga scala per energia elettrica e gas. Allineato è stato anche il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, il quale ha spiegato che la guerra non porterà in modo automatico a una stagnazione o addirittura a una recessione, ma «a una riduzione del ritmo della crescita».

christine lagarde 1

 

 Necessario, ha detto, sarà una risposta univoca, in modo da poter sostenere il Pil dell'area euro. Anche attraverso soluzioni straordinarie sul fronte del Patto di stabilità e crescita, come una nuova sospensione considerata «possibile in caso di crisi forte» da Gentiloni.

 

 

reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 6

christine lagarde 2

reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 3

christine lagarde 1christine lagardechristine lagarde.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...