“CARENZA DI MOTIVAZIONI A DIR POCO CLAMOROSA”, “RICOSTRUZIONE LACUNOSA”, “ERRORI GROSSOLANI”. I LEGALI DI TRONCHETTI IMPUGNANO LA SENTENZA KROLL

Luigi Ferrarella per "Il Corriere della Sera"

La difesa di Marco Tronchetti Provera chiede alla Corte d'Appello di Milano anche di sospendere l'esecuzione del pagamento dei 900.000 euro di provvisionale sui danni d'immagine a Telecom e di 400.000 euro a Daniel Dantas nell'attesa che si celebri il processo di secondo grado, al quale chiede l'annullamento della condanna in Tribunale dell'ex presidente Telecom il 17 luglio scorso: 1 anno e 8 mesi inflitti dalla giudice monocratica Anna Calabi per ricettazione, e cioè per avere acconsentito all'acquisizione e così legittimato l'utilizzo di file informatici, prima integralmente intercettati e poi sottratti ai computer della Kroll, l'agenzia di investigazione che operava in Brasile per conto dei rivali sudamericani Cico e Dantas.

«Carenza di motivazioni a dir poco clamorosa», «ricostruzione lacunosa», «assoluta evanescenza», «elementi di grave distorsione» e «errori a dir poco grossolani» sono asseriti dalle 44 pagine di motivi d'appello firmati dal nuovo difensore di Tronchetti, l'avvocato Marco De Luca. Il processo ruota attorno all'interrogatorio il 13 dicembre 2010 dell'ex capo della Security di Telecom, Giuliano Tavaroli, circa una riunione nel 2004 con il capo area legale di Telecom, Francesco Chiappetta, e il penalista Francesco Mucciarelli:

«Feci presente loro che un hacker russo ci aveva fornito, dietro pagamento, materiale riservato della Kroll sulle indagini contro Telecom, e posi il problema di come utilizzarlo contro Kroll. Proposi di compendiarlo in un dvd da far recapitare in forma anonima alla segreteria di Tronchetti. Chiappetta gli prospettò la soluzione. Il presidente accettò la proposta, chiamò la segretaria e le disse che sarebbero arrivate informazioni in forma anonima».

Per l'avvocato De Luca «è certo che Tronchetti consentì all'acquisizione delle informazioni che Tavaroli disse di potersi procurare», ma «al solo fine di denunziare all'autorità giudiziaria le attività delittuose che le informazioni ricevute gli segnalavano essere in atto ai danni delle sue società, della sua persona e della sua famiglia» da parte di Kroll. Il cd in realtà fu utilizzato per innescare in Brasile un'indagine sugli avversari, ma «la scelta di ricorrere all'autorità giudiziaria brasiliana, piuttosto che a quella italiana, è un dato - ritiene De Luca - certamente non ascrivibile a Tronchetti».

Sul problema della provenienza illecita dei dati rubati alla Kroll, «da un lato Tavaroli ha affermato che nel corso della riunione se ne discusse, dall'altro lato l'avvocato Chiappetta e il professor Mucciarelli escludono recisamente tale circostanza». De Luca contesta che la giudice abbia creduto a Tavaroli (che ha patteggiato 4 anni): «Gli atti documentano come la fonte conclamata da Tavaroli, e cioè "l'hacker russo", sia stata assolutamente un falso», visto che i dati erano stati carpiti «dalla stessa struttura investigativa alle dipendenze di Tavaroli».

Infine, sul piano giuridico, la difesa nega comunque la ricettazione perché ad essere utilizzati sarebbero stati «esclusivamente dati e informazioni, non supporti magnetici, non supporti cartacei, non file».

 

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