davide tabarelli fotovoltaico impianto solare energia

FINIREMO AL VERDE PER IL GREEN! – DAVIDE TABARELLI, PRESIDENTE DI NOMISMA ENERGIA STRONCA LE RINNOVABILI: “QUELLO CHE FAI SU 500 ETTARI CON UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO LO FAI IN UNA NORMALE CENTRALE CONVENZIONALE CHE OCCUPA MEZZO ETTARO” – “BISOGNA AGIRE SUL CARBONE E SULLE NAVI GALLEGGIANTI. L’ITALIA È RICCA DI GAS. ESTRAENDOLO QUI COSTEREBBE 5 EURO AL MEGAWATTORA (ADESSO LO PAGHIAMO 300)”

Fabio Dragoni per “La Verità”

 

davide tabarelli

Mi sa che voi esperti di energia rimarrete di moda parecchio a lungo, con i tempi che corrono

«Almeno finché non scoppia la pace!». Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, la Russia invade l'Ucraina. Gli esperti si dividono subito in due partiti. Gli ottimisti, quelli che «si può fare a meno della Russia e avanti con le sanzioni».

 

I pessimisti come lei. Le secca avere ragione?

GAS RUSSO BRUCIATO AL CONFINE CON LA FINLANDIA

«Contento fra virgolette. Sì, sono vanitoso, però mi dispiace non aver urlato più forte e mi intristisce ancor più avere interlocutori fuori dalla realtà. Quelli che "risolviamo tutto con le rinnovabili". Era una crisi imprevedibile. Ci abbiamo messo del nostro. L'ansia del cambiamento climatico è la madre di tutto. Dispiace non essermi spiegato bene. Dire "l'avevo detto" è sciocco».

 

Sintesi del «Tabarelli pensiero»: l'ansia del cambiamento climatico ha indotto i produttori di gas e petrolio a ridurre gli investimenti sulla capacità produttiva. Il risultato è la scarsità dell'offerta e i prezzi salgono. Giusto?

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

«Esatto. Poi si è aggiunta la questione Russia. Le radici sono lontane, però. L'ambientalismo antindustriale a sinistra ha avuto il sopravvento sulla critica al sistema capitalistico in senso stretto tipica del vecchio partito comunista. Io ho avuto una piacevole discussione con un esponente dei Verdi pochi giorni fa. Vivono nel loro mondo.

 

Enrico Letta è stato ministro dell'Industria nei primi anni Duemila. Ha firmato le prime direttive gas. Ma dopo 22 anni lo vedo poco attento alle questioni industriali. Da qui nasce anche la "distrazione europea" espressa dalla von der Leyen e da Timmermans. Per non parlare degli ambientalisti al governo in Germania».

 

Hanno anche un alleato in più. La grande finanza!

davide tabarelli di nomisma 1

«Che si è innamorata di questa bolla alimentata dalla "certezza" che fra pochi mesi avremo l'acqua sopra il Colosseo a causa del cambiamento climatico. Ma se fosse vero ciò che dicono, noi dovremmo smettere. Da ieri».

 

La narrazione è che tutto il mondo scientifico è d'accordo su questi temi. Ma non è vero. «Mi trovo a disagio se provo ad argomentare sulla complessità del problema. Sono tacciato di essere "di destra" e negazionista».

 

La Germania sta peggio dell'Italia quanto a energia?

vladimir putin angela merkel

«Usa più gas in valore assoluto; su 90 miliardi di metri cubi di fabbisogno, 55 arrivano dalla Russia. La sua industria chimica usa tantissimo gas: penso al polo industriale Basf sul Reno. Solo lì hanno bisogno di 1 miliardo di metri cubi.

 

Ma attenzione. Il peso del gas sul loro bilancio energetico è più basso del nostro. Da loro arriva al 18%. Noi siamo al 35%. Da noi l'energia elettrica si fa soprattutto con il gas.

 

Questo è il nostro grande elemento di debolezza. In Germania si usa in proporzione molto più carbone nella generazione elettrica. E stanno ripensando al nucleare. L'elettricità, che è il sistema nervoso di un Paese, in Germania non dipende così tanto dal gas come da noi».

 

Poi c'è la Francia, variabile impazzita che da esportatore di energia elettrica è diventato importatore.

VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008

«La Francia era lo zoccolo duro del sistema elettrico europeo: 56 centrali nucleari che ovviamente stanno invecchiando con normative sulla sicurezza sempre più stringenti ma talvolta sclerotiche e che impongono manutenzioni a man bassa. È terribile per l'Europa ma soprattutto per l'Italia. E qui dopo la dipendenza dal gas arriva la nostra seconda debolezza. Importiamo strutturalmente energia elettrica. Quasi tutta dalla Francia. Questo 10%-15% di energia importata che viene meno diventa tutta domanda addizionale di gas.

E il gas non c'è».

nord stream

 

Vi sono praticamente due gasdotti fermi: il Nordstream 1 e il 2

«Lo scontro iniziale fra Russia e Ucraina viene da lontano. Fin dai primi anni Duemila, con quest' ultima accusata di "rubare" il gas in transito dalla Russia verso l'Europa. Da lì arriva il gas in Italia. Nordstream 2 parte anche da qui. Dall'insicurezza del sistema di trasporto che attraversa l'Ucraina.

 

Investendo un decimo di quanto speso per Nordstream2, avremmo oggi un'infrastruttura da 400 miliardi di metri cubi. Avremmo prezzi del gas che sarebbero più bassi di quelli americani».

 

davide tabarelli di nomisma 2

Investimenti impossibili da fare se si litiga. Lei ne ha scritto e parlato. Si parla tanto di globalizzazione. Ma in Usa il gas costa dieci volte meno che in Europa.

«Dobbiamo tenerne conto. L'energia è un fattore critico. Incide sulla capacità di lavorare dell'industria. Sulla sua competitività.

 

Corriamo dietro il cambiamento climatico. Lavoriamo di più. Spendiamo di più. Il tutto a parità di prodotto finito. Mentre il resto del mondo va da tutta un'altra parte».

 

Un'importante azienda veneta produce libri di pregio - industria «gasivora» per definizione - e sta delocalizzando a Chicago. Non in Vietnam.

«Basf ha già delocalizzato in America parte della produzione nel 2017».

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Perché - quanto a energia - Spagna e Portogallo stanno meglio?

«Perché sono isolate e hanno interconnessioni limitate con il resto del continente. Le distanze dal centro della penisola iberica sono enormi. Portare gasdotti lì sarebbe stato costoso.

 

La Francia si è sempre opposta. Hanno rigassificatori stabili e a terra con tantissima capacità. Hanno una forte capacità politica che consente di regolamentare il prezzo da un punto di vista amministrativo intervenendo anche, se necessario, a coprire con fondi statali perdite di fatturato. Contano su un atteggiamento più morbido della Commissione Ue in materia di aiuti di stato».

 

Facciamo un gioco. Il prossimo premier chiama Davide Tabarelli a Palazzo Chigi a gestire l'emergenza. Cosa proporrebbe come misura immediata per i primi sei mesi?

rigassificatore di rovigo 2

«Si fa subito un esercizio. Il piano di razionamento per i mesi di gennaio e febbraio nel caso in cui i picchi di domanda superino i 400 milioni di metri cubi di gas al giorno. È in quei mesi che fa più freddo.

 

È allora che le scorte cominciano a calare. Se non hai pressione sulle scorte perché le hai utilizzate prima, devi tagliare la domanda. Serve un elenco accurato e dettagliato di tutti gli stabilimenti con capacità di consumo e possibilità di interruzione dei relativi cicli produttivi. Se sì, per quanto tempo. Da qui si individuano le aree da tagliare.

 

centrale a carbone di la spezia

Ovviamente ipotizzando indennizzi adeguati per i danni delle eventuali interruzioni. Il compito varia a seconda di quanti milioni di metri cubi al giorno devono essere recuperati. Bisogna essere preparati a tutto. Magari siamo fortunati. Il gas dalla Russia arriva e non farà freddissimo. Magari arriva la recessione e i consumi diminuiscono».

 

Eh già. Il prezzo stratosfericamente alto concorre già di per sé a razionare l'utilizzo del gas.

«Esatto. Bisogna anche agire sul carbone. Aprire subito La Spezia. Vi sono unità chiuse a Fusina e Brindisi. Nei giorni in cui fa più freddo possono dare una mano».

 

Subito dopo i primi sei mesi?

impianto fotovoltaico

«Bisognerà avere in linea le due navi galleggianti. Riscrivere il piano di trivellazione. Riaprire le autorizzazioni per tutta l'attività di ricerca e produzione in Italia ferma al 2018. La Snam deve espandere la capacità di trasporto nel centro Italia».

 

Lei ha scritto che il gas estratto in Italia costerebbe 10 euro a megawattora. Lo stiamo pagando oltre 300.

«Ho sbagliato. In realtà gli euro sarebbero 5. Sia chiaro; non è che producendo 4 miliardi di metri cubi in più in Italia il prezzo crolla. Ma farebbero comunque Pil e alimenterebbero le entrate fiscali».

LA CORSA DELL ENERGIA - PREZZO DEL GAS

 

Ma in Italia abbiamo veramente così tanto gas?

«Siamo ricchi di gas. Ancora di più di petrolio. Ma non è quello il tema. Siamo ricchi di capacità di andare a trovare giacimenti e di imbastire produzioni a regola d'arte nel rispetto dell'ambiente. E quindi portarlo al consumatore in tempi ragionevolmente brevi. Eni ha trovato giacimenti importanti a Cipro.

 

Abbiamo un tessuto economico e di ricerca che ci consentirebbe di valorizzare al meglio 100 miliardi di metri cubi di riserve. Una professionalità quasi unica al mondo. L'Eni è al mondo quella che trova più gas e che in meno tempo lo porta sul mercato. Questo conta più delle riserve».

centrale a carbone enel la spezia 2

 

Voliamo più in alto. Un piano strategico a cinque-dieci anni.

«Sia chiaro, facciamo le rinnovabili là dove possono essere realizzate. E finiamola con l'alibi di mettere in croce le soprintendenze. Questi impianti sono "invasivi". Il paesaggio, soprattutto in Italia, ha un valore economico. Si ritorna sempre lì.

 

Al tema della densità energetica. Quello che tu fai su 500 ettari con un impianto fotovoltaico lo fai in una normale centrale convenzionale che occupa mezzo ettaro».

 

Nucleare sì o no?

impianto fotovoltaico

«Sì, se non altro nel rispetto di Enrico Fermi. Ma occorre che ci inventiamo qualcosa di nuovo. Le difficoltà sono enormi. Le democrazie non sono in grado di risolvere il problema oggi dell'opposizione della popolazione».

 

Il mercato Ttf ad Amsterdam dove si stabilisce il prezzo delle rinnovabili ha un senso?

«Nessun mercato ha senso quando si raggiungono questi livelli di prezzo. Trovare alternative è difficile. Ma è stato complicato anche abbandonare vecchi contratti che dominavano fino al 2010. Il mercato Ttf è privo di spessore. Inventato dai regolatori drogati dall'entusiasmo della competizione. Ma un sistema del genere non può reggere quando i tuoi fornitori sono Paesi come Algeria, Libia, Qatar e Russia. Paesi che decidono di fare guerre mettendo in crisi un sistema congegnato per tempi di pace».

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....