giuseppe conte

FITCH AND CHIPS – L’AGENZIA DI RATING AMERICANA CONFERMA IL RATING DELL’ITALIA A BBB-: “L’ELEVATO DEBITO E LA DEBOLE CRESCITA STRUTTURALE CONTINUERANNO A PESARE” – LA PRODUZIONE INDUSTRIALE A MAGGIO FA +42,1% RISPETTO AD APRILE, BATTENDO OGNI ASPETTATIVA. MA NON DITELO A CONTE! AL PREMIER LA MINACCIA DELLA CATASTROFE SERVE PER RIMANERE INCOLLATO ALLA POLTRONA

 

 

1 – FITCH CONFERMA RATING ITALIA BBB-: PESA PANDEMIA MA VERSO NORMALIZZAZIONE

fitch

Da www.ansa.it

 

Fitch conferma il rating dell'Italia BBB-. L'outlook è stabile.

"L'elevato debito e la debole crescita strutturale continueranno a pesare sul rating" dell'Italia. Lo afferma Fitch, sottolineando che "le recenti iniziative dell'Ue, incluso il Recovery Plan, potrebbero limitare l'atteso deterioramento dei conti pubblici italiani dal 2021". Fitch mette quindi in evidenza come l'economia italiana ha pagato un caro prezzo a causa della pandemia, anche se con la fine del lockdown il governo ha mosso gradualmente i primi passi per aiutare la normalizzazione dell'economia.

CONTE E GUALTIERI

 

La produzione industriale a maggio schizza in alto, segnando un aumento del 42,1% rispetto ad aprile. Lo rileva l'Istat, parlando di una "significativa ripresa delle attività" dopo il lockdown. Il confronto congiunturale, infatti, è con un mese, l'Istituto di statistica lo ricorda, "caratterizzato dalle chiusure in molti settori produttivi in seguito ai provvedimenti connessi all'emergenza sanitaria". Su base annua il dato mostra ancora un calo ampio: corretto per gli effetti di calendario, a maggio l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 20,3%.

ROBERTO GUALTIERI AKA MAO TSE TUNG

 

Maggio, inoltre, vede la produzione industriale in impennata ma il livello dell'attività, l'Istat lo sottolinea nel commento ai dati, "risente ancora della situazione generata dall'epidemia di Covid-19: l'indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l'emergenza sanitaria". E ancora, viene fatto presente, "nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti".

 

conte meme

'È un risultato molto incoraggiante, in linea con il profilo dell'andamento produttivo prospettato nell'ultimo Documento di Economia e Finanza. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma il rimbalzo fatto segnare dalla produzione industriale a maggio è molto importante e stimiamo che proseguirà, anche se prevedibilmente a tassi più contenuti, nel bimestre giugno-luglio'.

 

È il commento del ministro dell'Economia e delle Finanze, Gualtieri, in merito ai dati Istat sulla produzione di maggio. "Proseguiamo con ancora più determinazione a lavorare per la ripresa e per il rilancio dell'economia", ha aggiunto.

coronavirus fabbrica

 

La produzione industriale di autoveicoli a maggio mostra su base annua un calo del 50,8%, rende inoltre noto l'Istat, fornendo il dato tendenziale corretto per gli effetti di calendario. Il ribasso in termini grezzi è pari al -54,5%. In sostanza l'attività nel settore si è dimezzata rispetto a maggio dello scorso anno.

 

Sempre a maggio, rispetto ad aprile, "tutti i comparti" dell'industria italiana "sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, in leggera flessione", (-0,5%). Settore questo che però aveva retto durante la fase più acuta dell'emergenza Covid. Rimbalzi addirittura a tre cifre si evidenziano invece per le attività che più avevano risentito del lockdown: +142,5% per il tessile e +140,2% per i mezzi di trasporto. E' quanto emerge dalla nota dell'Istat sulla produzione industriale a maggio. Su base annua la situazione è capovolta, con ribassi in tutti i settori.

coronavirus fabbrica

 

2 – MA L’INDUSTRIA CRESCE DEL 42%

Sandro Iacometti per “Libero Quotidiano”

 

L'industria riparte. E va pure veloce. Ma per carità, non ditelo troppo in giro. Non passa giorno senza che qualche istituto di ricerca non ci ricordi che il pil crollerà di oltre il 10%, che ci saranno milioni di disoccupati e che chiuderanno centinaia di migliaia di imprese. Gli alberghi sono vuoti, i consumi sono fermi, i contagi risalgono e pure le previsioni del tempo non promettono nulla di buono.

 

Il Viminale lancia l'allarme sulla rivolta sociale, i virologi assicurano che ci sarà una seconda ondata del Covid, il premier Giuseppe Conte proroga lo stato d'emergenza fino a Capodanno. Insomma, si salvi chi può. Eppure, in attesa di morire tutti tra qualche mese, c'è qualcosa che si muove all'orizzonte.

 

FITCH

Non si tratta delle cavallette, ma delle imprese che, malgrado i ritardi e i pasticci sugli aiuti e l'inerzia del governo sulle misure per il rilancio, non hanno intenzione di gettare la spugna. Intendiamoci, le difficoltà ci sono. E sono grandi. Alcuni settori in particolare, a partire dalle attività legate al turismo e al commercio fino al mercato dell'auto, in flessione del 49%, hanno subito e continueranno a subire nei prossimi mesi contraccolpi devastanti.

 

conte meme

Ripartire sarà complicato, anche perché Palazzo Chigi non sembra avere idea di come dare una mano, ma molte aziende lo stanno già facendo. L'impennata dell'industria registrata a maggio dall'Istat è un segnale che non può passare inosservato. Tutti si aspettavano un rimbalzo dopo i mesi del lockdown, però una crescita del 42,1% su aprile non era facile da immaginare. Lo stesso istituto di statistica, pur ricordando che siamo ancora sotto del 20% rispetto allo scorso anno, ammette che si tratta di «una significativa ripresa».

 

giuseppe conte meme 1

Tesi confermata da Bankitalia, che nel suo bollettino economico (accanto alle profezie di sventura sul Pil, che potrebbe sprofondare fino a -13% in caso di un ritorno del virus) va anche oltre, spiegando che la crescita sta proseguendo con lo stesso ritmo pure a giugno e che siamo in presenza di «un arresto della caduta dell'occupazione» e di «una ripresa della partecipazione al mercato del lavoro».

 

Certo, la distanza che ci separa dai livelli precovid è ancora ampia. Non siamo fuori dalla crisi e la strada è tutta in salita. Ma la velocità di recupero è comunque sorprendente. Ad aprile il calo rispetto a marzo era stato del 19%, con una flessione sul 2019 del 42,5%. Con il balzo di maggio siamo arrivati ad un -20%. In altre parole, lo scarto in un mese si è più che dimezzato. E se, come dice l'istituto guidato da Ignazio Visco, la corsa della produzione industriale non rallenterà, la forbice potrebbe assottigliarsi molto prima del previsto.

GIUSEPPE CONTE MEME

 

ACCELERAZIONE

Per avere un'idea dell'accelerazione italiana può essere utile guardare cosa è successo in Germania, la prima e più dinamica economia del Continente. Ad aprile la produzione è crollata del 18%, più o meno come da noi. Tuttavia, grazie ad una frenata più contenuta nei mesi precedenti, il calo annuale si è fermato al 25,3%.

 

conte casalino

Ebbene, a maggio il rimbalzo c'è stato, ma si è limitato ad un +7,8%, ben al di sotto delle stime degli analisti, che scommettevano su un aumento di almeno l'11%. In questo modo il divario con l'anno precedente si è ridotto soltanto lievemente, posizionandosi a -17%. Appena tre punti percentuali sotto il nostro.

 

Questo, ovviamente, non significa che se continua così la nostra economia crescerà più di quella tedesca. Ma solo che le nostre aziende sono più resilienti, come dicono quelli che parlano bene, di quanto si creda. E che Conte farebbe bene ad ascoltare con un po' più di attenzione gli imprenditori, invece di sfotterli.

coronavirus fabbrica 3 coronavirus fabbrica2coronavirus fabbrica

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO