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“IL DOMINIO DEL DOLLARO È FINITO” – L’ECONOMISTA KENNETH ROGOFF DICHIARA LA MORTE DELL’EGEMONIA DELLA VALUTA AMERICANA: A DARE IL COLPO DI GRAZIA È STATO TRUMP, CON LA SUA FOLLE GUERRA COMMERCIALE: “IL DISAVANZO FINANZIARIO USA HA SUPERATO I LIVELLI DI GUARDIA E SERPEGGIANO I TIMORI DI UN FALLIMENTO, LA CINA SPINGE PER UN POSTO ALL'ALTEZZA DELLA SUA IMPORTANZA, L'ATTACCO DELLE CRIPTOVALUTE PRENDE VELOCITÀ, L'EURO RECLAMA SPAZIO PUR FRA MILLE TENTENNAMENTI” – ASPETTIAMO E VEDIAMO: INTANTO, ANCORA OGGI, IL 61% DELLE RISERVE VALUTARIE MONDIALI E IL 93% DELLE TRANSAZIONI INTERNAZIONALI È IN DOLLARI…

Estratto dell’articolo di Eugenio Occorsio per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cultura/2025/07/25/news/l_impero_del_dollaro_dell_economista_rogoff_cosa_verra_dopo_il_regno_della_moneta_dominante-424750947/

 

KENNETH ROGOFF

Il 22 luglio 1944, negli austeri saloni del Mount Washington Hotel di Bretton Woods, New Hampshire, i rappresentanti dei 44 Paesi alleati in una guerra di cui comincia a profilarsi la conclusione, battezzano il nuovo ordine economico mondiale. È imperniato sulla valuta americana, alla quale le altre monete dovranno restare agganciate, in un regime di cambi fissi, mentre altrettanto fisso sarà il legame fra dollaro e oro.

 

Nasce così L'impero del dollaro (Egea) al quale Kenneth Rogoff, classe 1953, guru di Harvard, dedica quello che più che un saggio di finanza si rivela essere un'appassionata galoppata lungo 81 anni di storia economica […]

 

L'"impero" arriva al capolinea con Donald Trump. Anche qui c'è una data: il 2 aprile 2025, nel Rose Garden della Casa Bianca, il presidente esibisce su una lavagna l'elenco dei Paesi (126, comprese alcune isole disabitate del Pacifico) con i relativi dazi che l'America imporrà alle importazioni da lì provenienti.

 

DONALD TRUMP E IL DOLLARO

Sono frutto di incomprensibili elaborazioni: il 20 per cento sull'Unione europea quando le tariffe praticate dall'Ue sull'export Usa non superano in media l'1,9 per cento, il 25 per cento su Canada e Messico, il 46 per cento sul Vietnam che torna a essere il nemico storico, il 34 per cento sulla Cina (via via Trump l'aumenterà fino al 145 per cento).

È la fine: lo sconcerto è tale che sui mercati globali crollano le borse, il dollaro, i titoli di Stato americani.

 

MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP

Le prime si riprendono a corrente (molto) alternata nelle settimane successive, dollaro e Treasuries no. «Con ogni probabilità, non si riprenderanno più: il dominio della moneta Usa è finito, così come nei secoli precedenti hanno ceduto il passo il fiorino olandese, la peseta, infine fra le due guerre mondiali la sterlina», conferma il professore dal suo studio nel Massachusetts. Rogoff spiega di aver "chiuso" il libro nei giorni dell'insediamento di Trump, «ma era fin troppo semplice prevedere, dai proclami in campagna elettorale e dalla precedente esperienza del Trump I, come sarebbe andata a finire».

 

DONALD TRUMP IN VERSIONE NERONE BRUCIA MILIARDI DI DOLLARI - IMMAGINE CREATA CON CHATGPT

Una conclusione che appare peraltro inevitabile scorrendo le pagine: ci sono le arroganze e gli eccessi dei "dominatori" di turno, le incertezze, le contraddizioni, le minacce, in una parola il caos. Finché un impero, qualsiasi impero, crolla. Anche negli anni della "Pax Dollar", come la chiama Rogoff, non mancano le crisi: la più grave scoppia il 15 agosto 1971, quando Richard Nixon dichiara la fine della convertibilità del dollaro in oro e lo scioglimento di ogni legame fra le valute.

 

L'economia vacilla, l'inflazione sale alle stelle (sarà domata solo da Paul Volcker, capo della Federal Reserve negli anni Ottanta con Ronald Reagan presidente), la fiducia negli Stati Uniti («l'unico vero collante degli investimenti verso un Paese», scrive Rogoff) scende ai minimi storici.

 

KENNETH ROGOFF 1

Eppure l'America resiste e si riappropria del suo dominio, il "privilegio esorbitante" come lo chiamava Valéry Giscard d'Estaing. Ancora oggi, malgrado non rappresenti più di un quarto dell'economia mondiale, sono in dollari il 61 per cento delle riserve valutarie mondiali e il 93 per cento delle transazioni internazionali.

 

Eppure il destino sembra segnato […]: «Il disavanzo finanziario Usa ha superato i livelli di guardia e serpeggiano i timori di un fallimento, la Cina spinge per un posto all'altezza della sua importanza, l'attacco delle criptovalute prende velocità, l'euro reclama spazio pur fra mille tentennamenti».

 

Donald Trump holding a Million Dollars - Harry Benson

Trump […] ha insomma dato il colpo finale a un processo già avviato. Poteva fermarlo, invece, creando un clima di conflittualità permanente, l'ha accelerato. Tutto è capire quale sarà il prossimo "imperatore", e anche se si tratterà di una valuta come siamo abituati a pensarla […]  o magari una successione di byte digitali.

Kenneth Rogoff

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