ALITAGLIA O NO? CON L’ADESIONE DI POSTE ALL’ALLEANZA CON ETIHAD E LA FIRMA DELL’UGL SULL’ACCORDO, LA UIL FINISCE NELL’ANGOLO - ANGELETTI, CHE NON ACCETTA IL TAGLIO DEGLI STIPENDI, ASPETTA L’ESITO DEL REFERENDUM TRA I SUOI ISCRITTI

Luigi Angeletti Luigi Angeletti

Lucio Cillis per “la Repubblica”

 

L’Ugl ci ripensa ed è pronta a firmare l’accordo sui tagli del costo del lavoro mentre Poste Italiane scioglie le ultime riserve sull’investimento in Alitalia. Due notizie che spalancano la porta all’ingresso di Etihad nella compagnia italiana

.

Secondo il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, «l’Ugl ha chiesto alcune garanzie e si sta avviando a firmare. Con l’ok di Ugl e Usb siamo al 65% dei lavoratori. Vedremo anche le associazioni professionali e — ha aggiunto Lupi — mi auguro che alla fine anche la Uil si faccia convincere».

 

Francesco Caio Francesco Caio

Il sindacato guidato da Luigi Angeletti resta però in trincea: ieri il segretario del trasporto aereo, Marco Veneziani, ha diffidato Gabriele Del Torchio, ad Alitalia, «ad attuare il taglio degli stipendi senza aver prima atteso l’esito del referendum che verrà indetto lunedì prossimo».

 

Il nodo del contratto e della rappresentanza sindacale rischia quindi di rallentare l’attuazione dei risparmi per 31 milioni di euro siglati da Cgil, Cisl e Ugl e che, a questo punto, hanno il via libera da oltre il 50% dei lavoratori iscritti al sindacato. I risparmi che potrebbero arrivare da questa riduzione degli stipendi — si va da un minimo di 85 euro al mese per i lavoratori di terra fino ad oltre 1.300 per i comandanti più anziani e i dirigenti — secondo la Uil sarebbero esigibili solo dopo il referendum. In caso di vittoria del sì la decurtazione potrà diventare effettiva nel periodo luglio-dicembre.

james hogan di etihad a roma foto lapressejames hogan di etihad a roma foto lapresse

 

Nel frattempo, l’altro fatto che può accelerare il matrimonio tra Etihad e Alitalia, è il semaforo verde di Poste alla partecipazione nel vettore italiano. Con un comunicato, l’azienda guidata da Francesco Caio ha spiegato di aver «concluso positivamente la valutazione ».

 

 Dall’analisi sarebbe «emersa una forte coerenza con la missione che Poste Italiane si sta dando nell’ambito del suo piano industriale di diventare una infrastruttura di logistica e servizi centrale per la competitività e la modernizzazione del Paese». Secondo la nota «un elemento rilevante nella valutazione positiva è stata la disponibilità di Etihad ed Alitalia a concordare con Poste un piano di collaborazione continuativo nel tempo, teso alla realizzazione di importanti sinergie industriali e commerciali ».

 

alitalia etihad alitalia etihad

Le sinergie riguarderebbero la logistica, le tecnologie, le carte e i sistemi digitali di pagamento, la distribuzione di servizi a famiglie e imprese. «In particolare nella logistica — spiega ancora Poste — è stato avviato un piano di investimenti per migliorare la sua competitività nel settore dei pacchi e la prospettiva di un hub per le merci in Italia, con rotte internazionali di lungo raggio, è funzionale a questo obiettivo».

 

Poste Italiane jpegPoste Italiane jpeg

In quest’ottica, la partecipazione già sottoscritta nell’autunno scorso con 75 milioni di euro ai quali si sommeranno altri 40 milioni, «assicurano la tutela del nuovo investimento e la sua realizzazione secondo criteri improntati a logiche di mercato, rispettando le normative dell’Unione Europea e le prescrizioni degli Organi di Controllo». Ora si attende il via libera del cda di Poste in attesa che il faro della Ue accerti se questa partecipazione rientri o meno tra gli aiuti di Stato, vietati dalle norme europee.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…